«L’ipotesi di una chiusura alle 23 dei pubblici esercizi come bar, ristoranti o birrerie potrebbe avere due effetti: non contenere la diffusione del virus che come tutti sanno non ha orari, e in compenso danneggiare seriamente un settore già duramente colpito».
Così l’Assessore regionale al Commercio Vittoria Poggio, a seguito delle indiscrezioni giornalistiche sull’ipotesi di chiusura anticipata dei ristoranti. Raccogliendo le preoccupazioni della categoria, Poggio invita dunque il governo a un ripensamento. «Al momento sono voci, negozianti ed esercizi commerciali sono già impegnati a far rispettare le misure di sicurezza e per questa ragione mi auguro che a Palazzo Chigi prendano tempo e riflettano per non trasformare quella che oggi è un’ipotesi in un provvedimento nefasto che si può evitare semplicemente rispettando le regole a cui siamo già sottoposti per evitare la diffusione del Covid-19».
Al Governo l’Assessore chiede, infine, di attivare leve economiche per sostenere i titolari dei locali di intrattenimento al momento rimasti fuori dai programmi di sostegno statali. «Noi come Regione Piemonte abbiamo fatto la nostra parte consegnando ai titolari delle discoteche 2.500 euro a testa a fondo perduto. In Conferenza Stato Regioni eravamo rimasti d’accordo che successivamente sarebbe intervenuto anche il Governo, che però stiamo ancora aspettando. Se non si farà in fretta qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di avere contribuito a cancellare un’intera categoria produttiva».
Anche Fipe-Confcommercio Alessandria, in linea con quanto sostenuto anche da Fipe nazionale in queste ore, interviene sulle voci che durante il week end si sono rincorse ipotizzando una chiusura obbligatoria per tutti i locali alle 22 o alle 23, istituendo di fatto un “coprifuoco”.
“Bisogna lasciare aperte le attività e pretendere che siano attrezzate per il rispetto delle regole – dicono Vittorio Ferrari e Alice Pedrazzi, riprendendo parole e pensiero di Aldo Cursano, vicepresidente nazionale Fipe-Confcommercio -, fare i controlli e punire chi non rispetta le disposizioni.
Bar, Ristoranti e Pub hanno fatto investimenti per garantire la sicurezza dei lavoratori e soprattutto dei clienti chiuderli anticipatamente significherebbe solo creare maggiori assembramenti per strada”.
“Bisogna saper distinguere – precisano Ferrari e Pedrazzi, presidente e direttore della Confcommercio provinciale – tra chi fa attività correttamente e nel pieno rispetto delle regole e della sicurezza propria, dei propri dipendenti e soprattutto Della propria clientela. Queste imprese, che pure hanno subito i più duri effetti del Lockdown, hanno investito e continuano a farlo per la sicurezza di tutti. È inammissibile che si possa pensare di colpirle ancora con un provvedimento generalista e di conseguenza inadeguato a risolvere le reali situazioni problematiche.
Diciamo dunque un no forte e deciso alle chiusure anticipate obbligate di ristoranti, bar e pubblici esercizi mentre chiediamo chiediamo che a chi rispetta le regole da sempre sia permesso di continuare a svolgere la propria attività.
Ci auguriamo – concludono Ferrari e Pedrazzi – che le indiscrezioni giunte nelle ultimissime ore, in base alle quali il Governo non sarebbe intenzionato ad attuare queste obbligatorie anticipate chiusure, che istituirebbero di fatto un coprifuoco, siano effettivamente confermate e che il prossimo DPCM non contenga un provvedimento che paralizzerebbe nuovamente un settore fondamentale per l’economia del nostro territorio e del Paese tutto“.