Un gruppo alessandrino in costante crescita con il 60% di export, 160 addetti occupati nei 14.000 mq. di stabilimenti distribuiti sul territorio piemontese, 4 società concorrenti inglobate tra il 2009 e il 2013 e relativa acquisizione di 85 dipendenti, 110% di crescita del fatturato negli ultimi 5 anni: questo, in sintesi, il biglietto di presentazione del Gruppo Bonino, leader internazionale nella produzione di Sistemi di orientamento automatico per linee di assemblaggio, lavorazione, confezionamento e riempimento.
“Il nostro cammino è ancora lungo – afferma Alessandro Bonino (nella foto), giovane imprenditore poco più che quarantenne, Presidente e Amministratore Delegato, alla guida del Gruppo dal 1996 – Entro il 2013 il nostro management definirà un piano di investimenti in ricerca, potenziamento produttivo e commerciale, per complessivi 10 mln di euro tra il 2014 e il 2020, metà dei quali investiti sul territorio e l’altra metà nei mercati emergenti”
Questa industria, caso davvero singolare in tempi di crisi, ha bisogno di assumere, ma non riceve sufficienti richieste da parte di chi ha bisogno di trovare un’occupazione. “Sembra davvero singolare, ma è proprio così – continua Alessandro Bonino – Abbiamo la necessità di valutare curricula di persone che possiedano le caratteristiche professionali da noi richieste, (ingegneri di vendita e gestionali, operatori specializzati CNC, progettisti e assemblatori meccanici) siano essi giovani motivati alle prime esperienze o quaranta – cinquantenni professionalmente formati e competenti. Ci aspettiamo una crescita occupazionale sul territorio di ca. 50 unità entro il 2015”.
In un quinquennio di costante e sensibile calo dei consumi, ci chiediamo quali strategie siano alla base del successo del Gruppo Bonino, i cui prodotti sono destinati al mercato del largo consumo: “Un ampio portafoglio prodotti che permetta di riferirsi indistintamente a più settori merceologici – prosegue Bonino – è sicuramente uno dei nostri punti di forza principali. Questo elemento, però, da solo, avrebbe permesso unicamente una compensazione tra i volumi di vendita per settore consentendo il mantenimento dei valori di fatturato. Per crescere in produzione bisogna alzare l’asticella: soddisfare il mercato restituendo un prodotto che risponda alle caratteristiche richieste non è oggi più sufficiente; il cliente non va soddisfatto dandogli ciò che contrattualmente si aspetta, ma stupito con ciò che non si aspetta.”
E le risorse per gli investimenti di questi cinque anni e quelli futuri? “La crescita deve essere sostenibile: alla base di ogni investimento ci deve essere una corretta e robusta patrimonializzazione dell’azienda, senza la quale non si ha l’accesso al credito. Ciò si ottiene impegnandosi ostinatamente giorno per giorno affinché ogni attività aziendale sia maniacalmente rivolta al perfezionamento dei processi produttivi, alla qualità dei prodotti e dei servizi, all’ottimizzazione del controllo di gestione e a una ponderata e costante analisi del rischio d’impresa.”
Il Gruppo Bonino, stante le tante storie di aziende in difficoltà che emergono attraverso i media, fotografa una realtà industriale in controtendenza. “Il momento storico non ci spaventa. Ci sono periodi di raccolta ed altri di semina. Questi sono anni di semina – conclude Alessandro Bonino – Gli investimenti, in attesa del loro ritorno in benefici aziendali, creano immediati benefici sociali. Non si può creare patrimonio aziendale senza aver prodotto ricchezza sociale e viceversa. Un imprenditore deve saper trarre soddisfazione, stimoli ed energie su entrambi i fronti.”
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