Nonostante la crisi nel settore edile “morda” in maniera particolare, qualcosa si muove. E là dove un tempo si parlava di edilizia popolare, oggi la carta da giocare si chiama edilizia sociale, che ha caratteristiche ben diverse: “Diciamo – spiega l’architetto Fabrizio Ferreri, del Consorzio Edilizio Unione di Alessandria – che si tratta di logiche differenti, figlie di epoche diverse. L’edilizia popolare degli anni Sessanta e Settanta rispose all’esigenza di dare la casa a tutti, in un contesto espansivo dell’economia. Oggi l’edilizia sociale promuove progetti comunque finanziati anche dalla mano pubblica, ma con criteri molto innovativi, soprattutto sul fronte dell’impatto ambientale, e della qualità del prodotto realizzato. Si costruiscono palazzine che sono davvero, sul piano ecologico ed energetico, dei piccoli gioielli all’avanguardia”.
Può essere questa, insieme alle ristrutturazioni private, la leva attraverso cui far ripartire la filiera edile, da sempre una delle spine dorsali del nostro territorio? Probabilmente sì, a condizione che, anche in questo caso, la mano pubblica la propria parte la faccia davvero, e non soltanto sulla carta, o con gravi ritardi. L’architetto Ferreri (nella foto) è amministratore della cooperativa edile Verbena, che insieme ad altri partner del settore si sta occupando del progetto di riqualificazione, architettonica ed energetica, di via della Moisa, al quartiere Cristo, e ci spiega a che punto si trova l’opera: “Noi in particolare stiamo realizzando una palazzina con 16 appartamenti, destinati a soci della cooperativa: più o meno il 50% in affitto, e l’altro 50% in locazione con riscatto: una formula che consente al socio di intestarsi l’alloggio a partire dal sedicesimo anno, rimborsando il rimanente del costo dello stesso alla Regione. In più un’unità della palazzina dovrebbe essere destinato alla vendita. Ma è importante sottolineare le caratteristiche della nuova costruzione: si tratta di un progetto, partito anni fa, di villaggio integrato a basso consumo energetico, che consentirà un’emissione davvero ridotta di Co2 nell’atmosfera. I lavori di fatto sono cominciati nel 2012, dopo una serie di ritardi tecnici, e ora siamo arrivati ‘a tetto’, ossia più o meno al 50% dei lavori complessivi necessari. Speriamo di completare il tutto al più tardi entro la primavera del 2014”.
In realtà l’80% delle unità abitative è già assegnato a soci della cooperativa Verbena, che realizza l’opera senza avere dipendenti diretti, ma sovraintendendo agli stessi appunto attraverso l’architetto Ferreri, e individuando sul mercato le professionalità necessarie all’esecuzione dei diversi aspetti dell’opera: “c’è un oggettivo problema di risorse – spiega l’architetto -, dal momento che i finanziamenti regionali vengono erogati col contagocce, e a posteriori: per cui occorre essere in grado di fornire consistenti anticipi, e è noto che anche le banche, da questo punto di vista, procedono ormai con i piedi di piombo. Trovare quindi anche dei fornitori e subappaltatori che siano disposti a ricevere pagamenti almeno a 180 giorni diventa essenziale. Si consideri che, essendo più o meno a metà dell’opera, la Regione Piemonte ha erogato circa il 25% dei contributi concordati”.
Ma chi andrà ad abitare nella nuova palazzina di via della Moisa? “innanzitutto gli affitti – spiega Ferreri – oscilleranno dai 300 ai 450 euro, per ampi trilocali con box: ossia tariffe molto convenienti. Ad aver chiesto di partecipare al bando è stato un ampio numero di soggetti, selezionati in base a determinati parametri di reddito, e a determinate condizioni, come non essere proprietari di altri immobili in provincia. E raramente si tratta di giovani coppie, come si potrebbe pensare: prevalgono le coppie di una certa età invece. In sostanza o nuove famiglie, nate dopo separazioni e divorzi, o anche coppie che, dopo l’uscita di casa dei figli, propendono per una nuova soluzione abitativa, magari più economica della precedente”.
Un analogo progetto di edilizia sociale il Consorzio Edilizio Unione sta cercando di svilupparlo, con la cooperativa Ginestra, a Casale Monferrato, nell’ambito del programma Eternot, nell’area dell’ex cementificio Buzzi: “ma i tempi sono un po’ più lunghi, siamo ancora nella fase degli accordi preliminari, e speriamo di partire presto con i lavori veri e propri: in ogni caso, anche lì si tratta di muoversi in un’ottica di edilizia eco-compatibile, e a bassissimo impatto ambientale: il futuro dell’edilizia, non solo sociale, va in quella direzione”.
E. G.
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