L’assessore Borasio: “Nessuno vuol far chiudere Solvay, ma il comune di Alessandria tutelerà senza indugi la salute di lavoratori e cittadini”. Si parla anche di rifiuti, politica, Grigi….

di Ettore Grassano

 

“Nessuno ha intenzione di spingere Solvay alla chiusura dello stabilimento di Spinetta Marengo, questo deve essere chiaro. Ma il Comune di Alessandria, per quanto di sua competenza, non recede di un millimetro sul fronte della difesa della salute di tutti i cittadini, oltre che dei lavoratori”.

L’avvocato Paolo Borasio, assessore all’Ambiente e alla Protezione Civile di Palazzo Rosso, in queste settimane segue passo passo, al fianco del sindaco Cuttica, l’evoluzione della questione dell’ampliamento di produzione del C6O4, sostanza chimica oggi ritenuta all’avanguardia per una serie di produzioni industriali (tra cui le nuove batterie per le auto elettriche). Secondo la multinazionale belga esistono studi scientifici secondo i quali “non vi è alcuna evidenza scientifica che il C6O4 possa presentare un rischio cancerogeno per l’uomo”.

Ma comitati non solo locali la pensano molto diversamente, e del resto basta un po’ di memoria e senso comune per ricordare che quasi sempre le sostanze nocive alla salute si dimostrano tali scientificamente solo a posteriori.

Ma rimaniamo ai fatti: “la Conferenza dei Servizi della Provincia – sottolinea l’assessore Borasio – ha concesso a Solvay una proroga di 60 giorni, e a settembre tornerà a riunirsi e a pronunciarsi: il nostro parere è stato netto; noi siamo contro ogni ampliamento di produzione che possa causare danni, anche solo potenziali, alla salute pubblica. Insomma vogliamo che sia fatta massima chiarezza sui rischi”.

Assessore Borasio, partiamo da una previsione: cosa succederà a Spinetta nei prossimi mesi?
No, davvero impossibile fare previsioni. Qui bisogna procedere con razionalità, verifiche costanti e ‘piedi di piombo’. Le questioni sul tappeto, per quanto ci riguarda, sono due, a tutela della salute dei cittadini di Alessandria: 1) la barriera idraulica sotto e nei dintorni dello stabilimento di Spinetta deve essere tale da non consentire alcuna fuoriuscita né di C6O4 né di altro, cosa che invece è successa; 2) Lo stabilimento deve essere il più possibile a prova di perdite; sappiamo che la Solvay sta “sigillando” tutta una serie di strutture dove potenzialmente vi potrebbe essere un rischio di fuoriuscite. Urge un intervento anche di rafforzamento della barriera idraulica. A noi compete vigilare a tutela della salute dei cittadini.

Il dilemma lavoro/salute non è nuovo, assessore: quello stabilimento opera da un secolo, più o meno. Ci sono state diverse proprietà, sentenze di tribunali, progetti di bonifiche sono in corso. Ma il rischio zero può esistere?
Questa è una domanda da fare ad un tecnico. Certamente oggi esistono tecnologie più sofisticare e affidabili, sia sul fronte della produzione che del controllo. Per questo credo che, se non il rischio zero assoluto, esista certamente la possibilità di rendere compatibili produzioni innovative e rispetto della salute, di chi lavora nello stabilimento e di chi vive nella zona. Credo che questa sia anche la volontà di tutti.

Lei crede che davvero Solvay potrebbe decidere di salutare Spinetta, e spostare tutto in Francia?
L’azienda non ha mai dichiarato ufficialmente niente del genere. In multinazionali di questo tipo, è ovvio, esistono più siti specializzati e idonei a certi processi innovativi, e immagino anche una certa concorrenza interna, fra diversi stabilimenti. A noi interessa che lo stabilimento di Solvay a Spinetta sia all’avanguardia, in primo luogo, sul fronte della sicurezza oltre che della produzione.

Ma l’acqua potabile utilizzata dagli alessandrini è a rischio?
Assolutamente no, i cittadini possono stare molto tranquilli da questo punto di vista, e qualsiasi allarmismo ingiustificato va arginato. Esistono procedure di controllo costanti e rigorose, da parte di tutte le strutture preposte. E nel caso anche del più piccolo dubbio, come nel caso del pozzo di Montecastello (dove giovedì sera si terrà un’assemblea pubblica di informazione alla cittadinanza, ndr), scattano immediate le precauzioni necessarie.

 

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E il Pm10? Quest’anno con il Covid è passato un po’ in second’ordine?
Certamente la pandemia, tra i suoi tanti effetti, ha avuto anche quello di ridurre drasticamente gli spostamenti in auto dalla fine dell’inverno, e per tutta la primavera. Questo ha avuto un impatto positivo sulla qualità dell’aria, è indubbio. Ma la questione Pm10 non può certamente dirsi risolta, e neanche si può pensare che sia del tutto risolvibile con una Ztl più ampia. Questo semmai può significare miglior qualità della vita in centro città: ma non illudiamoci di eliminare il Pm10 in questo modo. Anche qui dobbiamo saper vigilare, misurare costantemente la situazione, e apportare i correttivi possibili e realistici: ma Alessandria ha una determinata collocazione geografica, e un po’ tutte le città della pianura padana fanno i conti con questo problema.

Rifiuti, partita da giocare a tutto campo?
Sicuramente, e occorre farlo con lucidità, senza retorica e senza paraocchi. Mi consenta una replica a certe polemiche sterili dei consiglieri 5Stelle: attaccare l’amministrazione, o Amag Ambiente, perché ci sono dei cassonetti di scorta (al servizio peraltro non solo di Alessandria, ma di tutti i comuni serviti da Amag) significa davvero arrampicarsi sugli specchi, e cercare la polemica fine a se stessa come certificato di esistenza in vita. Altro che bene comune! Ma andiamo al sodo: a me personalmente, come cittadino prima che come amministratore locale, il porta a porta piace di più dei cassonetti su strada. Ma da amministratore, appunto, guardo anche i conti, ossia come si spendono i soldi dei contribuenti. Il progetto che abbiamo presentato in queste settimane per Alessandria, e che pensiamo possa cominciare ad essere realizzato nell’estate 2021, prevede il mantenimento del porta a porta in centro e in corso Acqui e vie limitrofe, dove già esiste oggi, e l’implementazione di cassonetti intelligenti (ed esteticamente molto gradevoli) in tutto il resto della città, oltre alla sostituzione del parco mezzi, che saranno via via tutti ibridi o elettrici, insomma a basso impatto ambientale. Un progetto non solo assolutamente innovativo, ma che ha il pregio, rispetto al porta a porta ‘spinto’ e integrale, di costare molto meno, e di ripagarsi da solo, in pratica. Dopo di che, se esiste un format assolutamente migliore di tutti gli altri, tutte le città lo avrebbero già adottato. La realtà è che ogni amministratore deve valutare le specifiche esigenze della sua comunità, le caratteristiche del territorio (il comune di Alessandria è il più vasto del Piemonte, ndr), e naturalmente le risorse disponibili.

Obiezione logica, assessore: con i cassonetti ‘intelligenti’, e schede personalizzate e ‘a consumo’, non temete che, soprattutto in periferia, cresca la tentazione di liberarsi dei rifiuti gettandoli nei fossi, nei piazzali dei cimiteri, in discariche abusive improvvisate?
Lo stesso rischio in parte esiste con il ‘porta a porta’ spinto, e negli anni scorsi a Parma, dove tra l’altro esiste un inceneritore di Iren, ho constatato che esistono squadre di raccolta che perlustrano e puliscono costantemente il territorio, e ovviamente anche strumentazioni di controllo elettronico, ossia telecamere, per punire i trasgressori. Ma c’è un fattore fondamentale su cui lavorare, ed è la sensibilizzazione della popolazione. Alessandria è una comunità di persone in larga parte civili, e lo dimostrerà.

Assessore Borasio, Alessandria è anche città dall’alluvione ‘facile’: siamo davvero più tranquilli rispetto ai decenni scorsi?
In parte sì, perché sul Tanaro sono stati fatti interventi strutturali importanti: penso non solo al Ponte Meier, ma all’allargamento e alla pulizia degli argini. Mancano ancora le casse di laminazione a monte di Alessandria ma sono un’opera molto costosa. Personalmente mi preoccupa la Bormida, dove il vecchio ponte, centenario, necessita di manutenzione importante e costante, e comunque da solo non basta più. Un secondo ponte appare ormai fondamentale, e sul tema mi pare che comune, provincia, Regione siano assolutamente concordi. Speriamo che le risorse siano individuate rapidamente, e che realizzandolo si intervenga anche sugli argini, a mio avviso oggi un po’ troppo stretti, come dimostrato anche da recenti piene.

Come vede lo scenario politico in evoluzione? Tra due anni Paolo Borasio sarà ancora in Forza Italia?
(ride, ndr) Cosa mi vuol far dire? Certamente non mi nascondo, non l’ho mai fatto: Forza Italia deve cambiare pelle, e in fretta. Personalmente, da moderato, continuo a credere che nello scenario nazionale sia indispensabile un nuovo soggetto, in grado di dar voce alla maggioranza, oggi silenziosa e un po’ demotivata, dei moderati. Un soggetto alternativo al centro sinistra, dove possa confluire anche Forza Italia. Nel frattempo qui ad Alessandria il lavoro non manca: credo che la giunta Cuttica stia lavorando con grande impegno e trasparenza, e anche recenti riconoscimenti nelle classifiche di gradimento sul primo cittadino lo dimostrano: negli ultimi due anni di mandato dobbiamo portare a termine progetti importanti, decisivi per il futuro di Alessandria. Poi saranno i cittadini a giudicare il nostro operato, alle urne.

Assessore lei è tifoso dell’Alessandria Calcio da sempre, e Presidente del Club “I Grison dal Munfrà”. Dopo questa strana annata, per forza di cose monca, il prossimo anno ce la giocheremo davvero, questa benedetta serie B?
Me lo auguro: pensi che l’ultima volta che ci siamo andati non ero ancora nato, era il 1974. I tempi credo siano maturi, Di Masi è un Presidente serio, che ha investito molto in questi anni, e se lo meriterebbe, come se lo merita l’intera città, che ne trarrebbe indubbio beneficio in termini di immagine, di entusiasmo, di volàno economico. Del resto anche il fatto che l’Adidas come sponsor abbia scelto i Grigi in C, oltre alla Iuve in serie A, mi pare di ottimo auspicio. E lo dico da interista, si figuri! Con 5 o 6 innesti di livello il gruppo a disposizione di mister Gregucci quest’anno può e deve vincere il campionato, e l’amministrazione comunale farà appieno la propria parte.
Personalmente, poi, con “I Grison dal Munfrà” ho i Grigi nel dna: il mio sostegno personale è garantito da sempre!