di Cristina Bargero
“Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è”. Correva il 1995, anno di uscita di Buon Compleanno Elvis e il brano Certe Notti, di Luciano Ligabue, canticchiato poi da milioni di persone, descriveva modo di vivere e interpretare la notte da parte di molte generazioni.
Erano gli anni in cui l’economia cresceva, accompagnata da una certa euforia, e la sera si tirava tardi con spensieratezza passando di locale in locale fino a notte fonda se non all’alba.
Il mondo della notte e dell’intrattenimento, nonostante l’avvento di tempi più incerti sotto il profilo economico (che d’altro canto hanno accresciuto il bisogno di evadere e di esorcizzare le paure relative al futuro) è cresciuto nel tempo come mostrano i dati del settore: considerando non solo locali e indotto ma anche gli eventi, il giro di affari ammonta a 65,5 miliardi di euro, con un impatto sul PIL di 36 miliardi circa, per un totale di occupati pari a 569mila addetti (stima su dati Oxford Economics e Istituto Astra Ricerche/ADC Group), considerando anche i concerti e i festival.
Il settore dei locali da ballo è composto da oltre 2.500 imprese, 50.00 dipendenti, per un fatturato complessivo di 4 miliardi di euro, che generano un gettito fiscale di circa 800 milioni.
Nel variegato mondo dell’intrattenimento inoltre vi sono i manager, gli organizzatori, gli artisti, i manager, i tecnici del palco e del suono, gli addetti alla coreografia. Inoltre il settore dell’economia della notte strettamente connesso all’offerta turistica italiana, anch’essa messa duramente in crisi, soprattutto in alcune regioni, dall’emergenza Covid.
Nel primo semestre 2020, in seguito al lockdown e alle misure di distanziamento sociale e anti-assembramento ancora in vigore il calo del fatturato è stato di oltre il 90%, con il rischio di vedere azzerati gli incassi anche nella restante parte dell’anno.
L’andamento della pandemia, che vede ancora focolai in alcune Regioni ed è ancora molto diffusa in molte zone del continente, ha indotto il Governo a prorogare la chiusura di discoteche e sale da ballo al chiuso o all’aperto quando non sia possibile assicurare il rispetto delle condizioni di sicurezza fino al 31 luglio.
Dal 9 luglio nella nostra regione è consentita l’apertura di sale da ballo e discoteche, con le attività di danza svolte esclusivamente in spazi esterni e nel rispetto delle relative linee guida.
In Piemonte le discoteche sono più di 200, con oltre 5 mila dipendenti e un indotto che coinvolge diversi settori non solo nel mondo dello spettacolo ma anche del food e del beverage. Locali storici che spesso attiravano giovani da altre regioni, o che hanno fatto la storia di intere generazioni.
E per il prossimo futuro, sempre parafrasando Ligabue, per il mondo della notte italiano e piemontese si prospettano “niente case né futuro, né certezze”, ma probabilmente “guai”.