A livello quantitativo se per le pesche l’annata non è delle migliori per le albicocche il 2020 si è rivelato disastroso. L’andamento in provincia di Alessandria rispecchia quello che sta accadendo nel resto del Paese: non c’è prodotto, a pesare è stato il clima impazzito in una maledetta primavera che è iniziata con il gelo che ha compromesso le fioriture ed è proseguita con il caldo torrido e la siccità, per andare a concludersi con le tempeste di vento e grandine.
“Il risultato – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – è la perdita a livello nazionale di più di un frutto su tre con il crollo dei raccolti, dalle pesche alle nettarine con un -28% sino alle albicocche dove arriviamo ad un -58%, un po’ meglio per le ciliegie ma danni sono stati subiti anche da verdure ed ortaggi con la perdita del lavoro di un intero anno in molte aziende agricole”.
I prezzi della frutta fanno segnare un aumento dell’11,1% rispetto allo stesso periodo del scorso anno per effetto del clima pazzo che ha sconvolto i raccolti e ridotto le disponibilità sui mercati.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Istat a giugno che evidenziano un’impennata dei prezzi alimentari nel carrello del 2,5% in controtendenza all’andamento negativo dell’inflazione su base annua.
“In un momento difficile per l’economia e l’occupazione nazionale il consiglio della Coldiretti è di acquistare prodotto italiano e sostenere la campagna #mangiaitaliano. Per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy è importante verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che – aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – è obbligatoria per la frutta e verdura ma è anche importante intensificare i controlli per combattere frodi, inganni e speculazioni. Per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il proprio territorio e l’occupazione, il consiglio è quello di acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori negli Agrimercati, nei Mercati Coperti di Campagna Amica o in azienda”.
Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, per questo “occorre intervenire per promuovere i consumi sul mercato interno e per sostenere le esportazioni e combattere il business delle Agromafie che punta a distruggere la concorrenza ed il libero mercato legale soffocando l’imprenditoria onesta, compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.