Lega Acqui: “Offerta turistico ricettiva: che quadro desolante!”

Giunti alle porte della stagione che dovrebbe rappresentare il momento di maggior affluenza turistica vogliamo dipingere il quadro dell’offerta ludico-ricreativa acquese. Un quadro desolante verrebbe subito da dire.

Tralasciando l’aspetto delle presenze dal punto di vista numerico, affrontato già in passato e su cui probabilmente si tornerà nei prossimi mesi, che non è sicuramente roseo (complice anche del periodo di pandemia legato al coronavirus), passiamo in rassegna alcune questioni spinose e ad oggi irrisolte. Iniziamo col porci una domanda.

Cosa resta nella nostra città e di come siamo stati abituati a conoscerla? Poco, si potrebbe dire anche nulla.

L’intrattenimento delle giostre è stato cancellato, ma allo stesso tempo sono stati mantenuti i banchetti della Fiera di San Guido in programma dal 12 al 14 luglio.

Sappiamo di un incontro del sindaco con gli operatori del luna park, che si sono resi disponibili a contribuire alla gestione organizzativa, vale a dire l’installazione di transenne, delimitare le aree, monitorare gli accessi e fornire mezzi di protezione adeguati a chi ne fosse sprovvisto. In più la disponibilità è stata anche quella di partecipare alle spese, ma l’Amministrazione comunale ha ribadito più volte un secco e fermo “No”, trincerandosi dietro all’emergenza sanitaria. Tuttavia vediamo che in altre città e neanche troppo distanti da noi, questo tipo di attrazioni si stanno svolgendo e senza particolari intoppi. Francamente vorremmo capire quali siano le reali motivazioni che hanno portato a questa chiusura.

Oltre alla mancanza del Luna Park ai più giovani è stato inflitto un altro colpo, vale a dire la mancata apertura della storica piscina dei Bagni, emblema della nostra città e che ha visto passare generazioni di acquesi e non solo. Quest anno, per la prima volta dal dopo guerra,non ci saranno tuffi dal trampolino, ma resterà solo una zona insalubre e a potenziale rischio igienico-sanitario.

Fa molto strano anche il passaggio di qualche settimana passata in cui l’Amministrazione comunale chiede i bilanci delle Terme s.p.a. Il Comune in quanto socio, seppur di minoranza, dovrebbe essere a conoscenza dei bilanci aziendali così come delle varie entrate/uscite delle strutture che compongono il patrimonio di Terme s.p.a. e partecipare alle varie assemblee senza aspettare di essere inviati dal socio maggioritario. Inoltre questo passaggio è stato fatto a inizio giugno, con tempi quantomeno ristretti per affidare un eventuale incarico della riapertura a qualche privato che in effetti non si è mai manifestato.

Sul capitolo Antiche Terme invece rimaniamo ancora in attesa di capire quale possa essere il loro destino.

Monferrato on tout: un anno di eventi sportivi di livello nazionale e internazionale CorriereAl

Arriviamo al grande progetto dell’Amministrazione per rilanciare l’economia acquese: il cicloturismo.

Ora, ben vengano proposte e idee per diversificare l’offerta cittadina, ma sinceramente non ci sembra il punto di svolta che possa tenere testa alla mancata proposta termale. Notizia di questi giorni è anche la trattativa con Ferrovie dello Stato per mettere mano ad alcuni immobili (di proprietà appunto di Ferrovie), che possano essere messi al servizio proprio del progetto del cicloturismo. In particolare vorremmo capire se è reale l’intenzione di trasformare l’ex dormitorio in struttura ricettiva per ospitare i ciclisti di passaggio. Ci sembra un’idea senza senso in quanto andrebbe ad aumentare semplicemente la concorrenza tra le strutture alberghiere, specie in un momento già particolarmente complicato come quello attuale. La struttura ricettiva per il cicloturismo sarà gestita dal Comune? Dalle RFI? O verrà dato in concessione dietro il pagamento di un canone di locazione? Sicuramente a beneficiarne non saranno gli attuali imprenditori alberghieri già abbondantemente penalizzati dall’involuzione del turismo cittadino. Ad oggi Acqui può contare su numerosi alberghi, sarebbe più opportuno trovare il modo per aiutare tali attività già esistenti e stimolare le presenze turistiche, o almeno fare in modo che quelle eventuali che potrebbero arrivare dai cicloamatori possano valutare liberamente le varie strutture, senza condizionamenti. Inoltre ci sembra veramente avvilente pensare che l’Amministrazione non abbia idee migliori per valorizzare il patrimonio e nella fattispecie l’ex dormitorio che non quella di fare un altro albergo. Che si voglia semplicemente trovare un imprenditore che si faccia carico del progetto con il benestare del Comune per mezzo di qualche perizia o incarico di progettazione da assegnare, come al solito, a qualche studio ligure o milanese?

Ora restiamo in attesa di capire quali possano essere le proposte arrivate per il complesso del golf, dando per assodato che ormai di golf non si parlerà più. Certamente sarebbe un grave peccato trasformare un’area che offre comunque un potenziale bacino per un turismo legato appunto all’utente medio dei campi da golf in un’area che possa diventare ad esempio un semplice parco senza particolari proposte o attività che possano attirare persone da fuori zona, con il potenziale indotto che ne deriverebbe per negozi, bar e ristoranti locali.

 

Lega Acqui Terme