Speculazione al ribasso nei campi e nelle stalle mentre crescono i prezzi dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti del 2,6%. Il taglio ai compensi pagati agli agricoltori e agli allevatori per molti prodotti, dalla carne al latte fino agli ortaggi, è inaccettabile.
Coldiretti lancia l’allarme sulla base dei dati Istat che a maggio evidenziano per gli alimentari e bevande un andamento in controtendenza rispetto all’inflazione generale in calo dello 0,1.
Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti in una situazione in cui quasi 4 aziende agricole su 10 (37%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ registrano un deciso calo dell’attività.
“Se è vero che l’agricoltura sta tenendo duro di fronte alla crisi generale, non si può negare che molte filiere siano in profonda difficoltà dalla quale occorre uscire con una robusta iniezione di liquidità – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – ma anche realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti”.
Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale. Un pericoloso allarme liquidità che minaccia il futuro del settore impegnato a garantire le forniture alimentari alla popolazione.
“E’ prioritario fermare le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità per difendere la capacità delle famiglie di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. E’ fondamentale garantire la stabilità dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori che devono poter continuare a produrre per difendere la sovranità alimentare del Paese in un momento di grande difficoltà”.