Egr. Direttore, spett.le Redazione
a seguito della lettera dell’Avv. Alberto Costanzo interveniamo ancora una volta sulla questione della diga mobile e della centrale idroelettrica costruita e terminata a valle del ponte ferroviario.
Sono oltre 2 anni che continuiamo a chiedere all’Amministrazione Comunale Casalese, prima al Sindaco Palazzetti e poi da giugno dello scorso anno al Sindaco Riboldi di organizzare incontri e di spiegare alla popolazione interessata la funzionalità e l’utilità della diga mobile, alla attuale Amministrazione abbiamo richiesto anche un incontro con il ns. Comitato C.AL.CA. incontro che sarebbe servito ad illustrare meglio i nostri punti di vista sulle altre importanti criticità idrauliche e sulla gestione delle emergenze idrogeologiche riguardanti il ns. territorio.
Non conosciamo i motivi per cui non sia stato possibile organizzare l’incontro nel periodo tra luglio 2019 e febbraio di quest’anno (periodo in cui non c’era ancora l’emergenza coronavirus) possiamo immaginare che sia più facile affrontare certe questioni a lavori ultimati piuttosto che a lavori ancora in corso, ora la diga è terminata, il virus è meno letale e noi siamo sempre disponibili a qualsiasi incontro e confronto.
Il tratto fluviale della nostra città presenta in poco più di 3 Kilometri ben 4 attraversamenti che interferiscono sulle portate e i rigurgiti del fiume Po: la diga Lanza , il ponte stradale , il ponte ferroviario e la relativa briglia a difesa dei piloni e ora anche la diga mobile e la centrale idroelettrica. Per entrare nel merito della questione e per non ripetere nuovamente le nostre sollecitazioni/osservazioni e quelle riprese giustamente anche dall’Avvocato Costanzo proviamo a dare noi come Comitato ancora qualche informazione in più in attesa degli opportuni e necessari chiarimenti da parte del Comune.
Nessuna critica sarà rivolta anche da parte nostra al progetto per creare energia elettrica da fonti rinnovabili, nessuna critica alla ditta Allara e a Idrobaveno che da buoni imprenditori hanno ovviamente progettato e terminato i lavori nel loro interesse e nei tempi previsti, la domanda principale però è questa: perchè lo sbarramento proprio in quel punto del fiume? Le nostre critiche vanno soprattutto a chi dovrebbe “governare” il grande fiume Po (AIPO e AdBPO in primis, alla Regione Piemonte , alla Provincia di Alessandria ma anche alla Amministrazione locale ) il fiume Po che attraversa la nostra città causa specialmente in autunno molta apprensione ai ns. cittadini e merita sempre la dovuta attenzione.
Ad ottobre saranno passati 20 anni dall’alluvione 2000, non ci pare tanto normale ed è vergognoso che i lavori di arretramento dell’argine cascina Consolata, lavori di messa in sicurezza di quel tratto fluviale (a completamento della Fase 1- variante PAI), lavori annunciati nel 2010 non siano cominciati PRIMA della costruzione della diga mobile.
La nostra città presenta in alcuni tratti dei franchi arginali negativi con il serio pericolo che in caso di piena come quella del 2000 (ma potrebbe essere superiore !) l’acqua del fiume non invada solo le strade e le abitazioni di Oltreponte, Popolo, Terranova, Nuova Casale ma arriverà anche in via Lanza, in Piazza Mazzini e in via Roma ,sono oltre 15 anni che segnaliamo questo rischio (il rischio in realtà lo dichiara l’Autorità di Bacino Fiume Po in vari documenti) probabilmente questo rischio viene sottovalutato e non interessa a nessuno, nemmeno alle varie Amministrazioni Comunali che si sono succedute in questi 15 anni.
E’ chiaro che un nuovo sbarramento sul fiume non fa che aumentare i rischi in uno dei punti più critici e stretti del fiume, lo vediamo tutti in questi giorni cosa succede con l’entrata in funzione della diga, il livello delle acque è salito notevolmente e non si vede più la briglia del ponte ferroviaro che era un punto di riferimento per tutte le progettazioni idrauliche del ns. territorio , con una minima piena il livello delle acque in zona Canottieri è salito a occhio di oltre 2 metri rispetto ai livelli precedenti l’entrata in funzione della diga mobile . Nelle prescrizioni che Aipo chiede a Idrobaveno si legge “In caso di piena il proponente dovrà assicurare il completo abbattimento dello sbarramento gonfiabile anche in assenza d’alimentazione elettrica ” i tecnici, progettisti della diga hanno previsto ovviamente questo abbattimento ma se qualcosa non funzionasse?
Anche il ponte Morandi non doveva cadere .. Nel disciplinare della Regione Piemonte di maggio 2015 articolo 7 (Protezione Civile) si prescrive inoltre che: “Il Sindaco di Casale Monferrato dovrà tenere conto della presenza sul territorio dell’invaso ed indicare le misure da attivare in caso di collasso , a tutela della privata e pubblica incolumità “, è giusto ricordare che l’invaso, il bacino creato dalla diga mobile può arrivare a contenere circa 1.000.000 ( 1 milione !) di metri cubi di acqua, è pronto il Piano Comunale di Protezione Civile che prevede le misure da attivare in caso di collasso della diga?
Perciò .. “Cui prodest”? A chi giova la diga mobile? Gli imprenditori di Idrobaveno hanno investito, a leggere i giornali, oltre 15 milioni di euro e si aspettano, sempre a leggere i giornali, ricavi per circa 3 milioni di euro all’anno per la produzione e vendita di energia elettrica (la licenza durerà almeno 30 anni..), invece il Comune di Casale- secondo la convenzione stipulata tra le parti il 29/12/2014- riceverà come compensazione il 2,5% sui ricavi di Idrobaveno (chi legge può benissimo fare i conti) in caso di guasti o problematiche varie e il conseguente mancato ricavo di energia elettrica Idrobaveno dovrà comunque garantire 10.000 euro all’anno al Comune di Casale .
Ma questi soldi come verranno spesi dal Comune di Casale? Diminuendo le tariffe elettriche o altre tasse comunali agli abitanti di Oltreponte e Nuova Casale visto che corrono più rischi in prima battuta ? Verranno utilizzati per aiutare le famiglie indigenti di Casale ( opzione pensiamo intelligente soprattutto dopo i danni causati dal Coronavirus..)? No, niente di tutto questo, sulla convenzione è scritto che i soldi verranno spesi in diversi progetti di compensazione ambientale, in progetti legati al fiume e in interventi di efficienza energetica, le costruzioni della centrale idroelettrica e della diga mobile per forza di cose hanno comportato un certo impatto, si sono utilizzati molti metri cubi di cemento armato e le norme prevedono appunto una “compensazione ambientale”, allora quali sono i vantaggi per i cittadini casalesi?
E’ inoltre curioso che per questa imponente opera sul fiume il Parco del Po o altre Associazioni ambientalistiche non abbiano avuto nulla da ridire, però è anche vero che in altre occasioni abbiamo sempre avuto opinioni differenti sulla gestione e manutenzione del fiume Po.
Concludendo questa nostra ennesima lettera sull’argomento invitiamo tutti i cittadini interessati e gli Amministratori comunali alla massima attenzione e a non sottovalutare certe problematiche, la città di Casale Monferrato non potrebbe sopportare una nuova emergenza alluvionale.
Sempre disponibili ad ogni incontro e confronto ringraziamo per l’attenzione e per l’eventuale pubblicazione e porgiamo Cordiali saluti.
Per il Consiglio Direttivo – Massimo De Bernardi
Portavoce e Vicepresidente C.AL.CA. – Comitato Alluvionati del Casalese