Lo Statuto dei Lavoratori compie cinquant’anni

di Aldo Gregori*

 

Era il 1970 quando Giuseppe Saragat promulgò la Legge 300 meglio nota proprio come Statuto dei  Lavoratori.  Ancora oggi il testo è un punto di riferimento per l’intero mondo del lavoro.

Allora il Governo era stato capace di ascoltare le richieste avanzate dal sindacato e dalla società in una fase di cambiamento per il futuro del Paese. In quel contesto venivano sancite la tutela del lavoro, la promozione dei diritti sociali e delle libertà sindacali. A dare una spinta decisiva  all’approvazione della legge fu una grande mobilitazione operaia e studentesca che unita rivendicava  salario, dibattito sindacale e politico.

Oggi, in uno dei periodi più difficili per la società e l’economia del nostro Paese e di tutto il mondo, è importante soffermarsi a ricordare quanto è stato fatto a tutela del mondo del lavoro. Proprio in queste settimane di lockdown e in questi primi giorni di ripresa quasi totale delle attività produttive, tra incertezze, paure e speranza, dobbiamo ricordare cosa rappresenta per ciascuno di noi, donne e uomini, il lavoro: strumento di crescita, autonomia e valore indiscusso.

La Legge 300, esattamente cinquant’anni fa, arrivò a delineare un processo condiviso per la tutela dei lavoratori, riequilibrando anche il rapporto con la parte datoriale.

In cinquant’anni come UIL abbiamo vissuto e assistito a molti cambiamenti avvenuti nel

panorama lavorativo come il lavoro precario e l’avvento della Gig Economy.
Tra crisi e anni di boom economico sono nate nuove professioni, si sono accorciate le distanze, i luoghi stessi di lavoro stanno subendo un flusso nuovo che probabilmente porterà a rivedere ruoli e dinamiche lavorative, come dimostrano queste ultime settimane di emergenza Covid 19. Vogliamo mantenere la mente aperta ed essere elastici, non vedere come il nemico ciò che di nuovo emerge.

Tutto questo deve però avvenire sempre più nel rispetto delle regole che devono

continuare a tutelare tutti i lavori e tutti i lavoratori e le forme contrattuali, senza discriminazioni né trattamenti di serie B. Una sfida imminente sarà quella di dare una solida forma contrattuale allo smartworking a cui si è ricorso in massa in questi mesi. Dobbiamo vigilare e farlo per l’intera società, fatta di uomini, donne e ragazzi che si porteranno dietro l’esperienza di questa fase storica. Una nuova rivoluzione è in atto e come UIL siamo pronti a farne parte integrante. Auspichiamo che anche oggi come allora il sindacato

possa essere preso in considerazione dal Governo come risorsa, come parte del sistema lavoro che può sostenere, consigliare e aiutare a governare cambiamenti e scenari.

 

*Segretario generale UIL Alessandria