Che brutto Report su Alessandria. Intanto il commercio muore, con gli italiani chiusi in casa e i migranti liberi di sbarcare [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Coronavirus REPORT/Rai3. Con tutta Italia colpita dal coronavirus, l’accanimento solo su Alessandria e sul Piemonte allo scopo di buttarci fango addosso in un momento come questo. Ma chi li ha invitati? Eggià. La Regione è guidata dal centrodestra come la città e come molte realtà piemontesi. Essendo io sospettosa, a pensar male ci si azzecca quasi sempre.Credo però che l’esempio di pessimo giornalismo non abbia dato i risultati sperati, a giudicare dalle reazioni ‘a campione’ del mio abituale “osservatorio” fra la gente comune. Lo dichiara su Il Piccolo di martedì 28 aprile a pag. 11, a firma Alberto Ballerino, anche il Prof. Pierluigi Cavalchini con la frase: “non mi piaciuto per la parzialità”. Hanno fatto bene due deputati della Lega in Commissione Vigilanza Rai a chiedere chiarezza dopo la trasmissione in cui non c’è stato il dovuto equilibrio giornalistico, con totale mancanza di contraddittorio, e a quanto ci è dato capire anche immagini montate ad arte, e riferite a giorni diversi: “Report” fa litigare in Parlamento: “Non è stato equilibrato”.
E ancora: “Andrea Cane: “Vergognoso attacco della tv nazionale verso la Regione Piemonte”.
Io sono la portavoce solo di me stessa, ma la trasmissione mi ha dato molto fastidio per avere calpestato la dignità del territorio, il lavoro e il sacrificio dei nostri medici e di tutto il personale sanitario impegnato in questa maledetta pandemia difficile da gestire, e fa specie il silenzio di tutte le forze politiche che, a parte la Lega, non hanno reagito. Se qualcuno ha commesso errori, come è accaduto in molte Regioni italiane e non solo nelle Regioni governate dal centro-destra, dovrà risponderne, ma questo è il momento di lavorare per uscire dalla tragedia. Invece c’è chi polemizza, e chi fa sciacallaggio a proprio vantaggio. Fra le centinaia di articoli sulla situazione disastrosa in cui il centro sinistra guidato da Chiamparino lasciò il Piemonte un anno fa, ne scelgo uno certamente non di destra: da “Potere Al Popolo” (giornale online comunista di Torino): “Piemonte: sanità pubblica in affanno, di chi la colpa?”. Tornando a REPORT/Rai3: non è più il REPORT di Milena Gabanelli, giornalista imparziale, obbiettiva, REPORT è molto cambiato e adeguato alla linea politica di Rai3. In effetti ho seguito REPORT/Gabanelli per anni, e ho avuto modo di essere video-intervistata a fine estate del 2005 per la situazione “Imprese Alluvionate nel Piemonte ‘94”, passai un intero pomeriggio con Bernardo Iovene, la puntata si intitolava “Era tutto previsto”, dedicata alluvioni, franamenti e relative conseguenze, molti gli intervistati tra cui il Comitato C.AL.CA. di cui faccio parte, ministri del tempo, responsabili AIPO e ADBPO e ambientalisti. La trasmissione uscì equilibrata e non di parte, le registrazioni lo testano. Oggi è tutto un altro Report.Un vero peccato.
Voto: 2

2) Coronavirus & imprese uguale a economia strozzata. Parto da qui: a marzo con il bisettimanale “Il Monferrato” è uscito l’inserto sempre molto interessante che tratta di economia nelle nostra provincia, con questo titolo: “Coronavirus: andrà tutto bene? 2020 analisi e previsioni per l’economia locale”. Siamo a marzo e a pag.41 con il titolo “Saranno miliardi di euro andati in fumo” tra i vari settori si legge la preoccupazione di Manuela Ulandi, Presidente Provinciale Confesercenti, e di Alice Pedrazzi Direttore Provinciale Confcommercio, che parlano di troppa incertezza e futuro sospeso. Azzardare previsioni a livello locale è praticamente impossibile, ma la perdita di fatturato del commercio sarà ingente. Siamo arrivati a maggio e la fase 2 del Governo Conte di fatto non permette ancora le aperture, c’è di parla di fine maggio, chi di inizio giugno. Escluso il settore del piccolo commercio alimentari, le altre merceologie saranno ancora chiuse per Decreto, la stessa cosa per piccole imprese artigiane e professioniali. Le strade sono deserte e le piccole aziende commerciali che rappresentano il patrimonio identitario della città chiuse, non esiste un orizzonte temporale definito per dare l’idea di quanto tempo potranno reggere. Ci vorrebbero risposte immediate, aiuti per non farle morire onde evitare di mandare per strada migliaia di lavoratori che vivono di impresa. La situazione è difficile. perché il reddito queste imprese se lo costruiscono giorno dopo giorno, con le serrande abbassate zero reddito, ma le spese corrono. Perché non consentire di entrare uno ad uno? La stessa cosa potrebbe funzionare per ogni altro settore, sempre con le dovute precauzioni. Visto che i piani alti dello Stato, nonostante un esercito di esperti e consulenti, non sanno decidere, la Confesercenti ha scritto a Conte: “Confesercenti e i commercianti: Conte ci dice che dobbiamo convivere con covid ma noi dobbiamo sopravvivere”.
Chissà se ci sarà risposta. Tornando alla frase “andrà tutto bene”, indice di speranza, funziona a fagiolo la frase interrogativa sulla copertina del magazine Monferrato: “andrà tutto bene? Boh!”. Intanto il tempo scorre, e sancisce il pressapochismo della burocrazia statale, altro virus dagli effetti letali.
Voto: 3

 

3) Coronavirus e porti aperti, ma solo per gli immigrati. Qualcuno ha postato su Facebook questa frase: “Mi faccio una domanda: come mai l’Italia, pur essendo infestata dal coronavirus ed essendo il terzo paese con più contagiati al mondo, rimane il porto più sicuro per gli sbarchi degli immigrati nel mediterraneo?” Lo chiedo anch’io: come mai? Ci hanno reclusi in casa per Decreto, per uscire è necessario compilare l’ennesimo modulo modificato, non possiamo fare la spesa in due neanche se siamo anziani, nonostante mascherina e guanti e rispettando le regole che ci sono state imposte nell’hard disk del cervello, non dobbiamo allontanarci dalla residenza oltre i duecento metri e possiamo fare la spesa solo nel negozio più vicino, nel costante timore di essere fermati fermati per un controllo dalle forze dell’ordine. Noi italiani chiusi in casa per evitare la diffusione del virus insomma, mentre gli immigrati possono entrare e circolare nonostante ciò che si poteva supporre: 18 marzo, “I primi focolai di Coronavirus in Africa”.Si legge che su 54 stati africani oltre la metà, 29, sono stati colpiti dal coronavirus e hanno cominciano a lanciare l’allarme di una rapida diffusione. Qualcuno certamente criticherà questa pagella, ma la situazione è quella sopra riportata a cui aggiungo questa notizia del 10 aprile: “Coronavirus, Oms: “Bene calo in Europa, preoccupa l’Africa”.Noi italiani schiacciati da Decreti confusi e per niente attuabili, con intoppi e ritardi, da dati e informazioni inverosimili visto che i politici litigano, gli scienziati litigano. Poi si scopre che i porti sono chiusi, ma aperti solo per gli sbarchi degli immigrati raccolti dalle solite ONG neanche italiane, il tutto nel silenzio più totale da parte degli organi di informazione e dei salotti ormai nauseanti di certa TV, che dedicano ore di dirette a ‘dare addosso’ alle Regioni governate dal centrodestra, tralasciando di accennare della situazione di quelle del centrosinistra. Gli sbarchi continuano ad esserci in sordina, e solo da metà aprile, per buttare un po’ di polvere negli occhi agli italiani, 4 ministri hanno firmato un Decreto che dice che i porti italiani non sono sicuri. Ma nel frattempo arrivano tutti qui, e ce ne dobbiamo preoccupare: “Coronavirus migranti, l’Italia non è più porto sicuro. Lampedusa: allarme quarantena”. Riporto l’Art. 117 (punto q) della Costituzione “Protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale”. Protezione dei confini nazionali ok, ne conosciamo il significato: ma che significa “profilassi internazionale? “Insieme delle procedure mediche adottate a livello internazionale per prevenire l’insorgere e la diffusione di malattie”. Chissà se la ministra dell’Interno Lamorgese conosce questo articolo.
Voto: 2