“Siamo un’azienda che ha più di un secolo di attività alle spalle, ma pensiamo costantemente al futuro, e abbiamo numerosi progetti in cantiere: ci spiace un po’ finire sempre accostati alla crisi del trasporto pubblico locale, ma cerchiamo ugualmente di guardare avanti!”. Pascale Pistone (nella foto) è una giovane signora, “belga di madrelingua francese”, come precisa sorridendo, amministratore delegato dell’Arfea di Alessandria, nonché moglie del presidente e titolare, Francesco Franco. Con il compito di guidare l’azienda in un momento certamente dedicato per il comparto, come le cronache quasi quotidiane dei media testimoniano. Da un po’ di tempo in qua, trasporto pubblico e crisi sembrano essere diventati praticamente sinonimi.
“Vorrei però fare una distinzione importante, che spesso sfugge: noi siamo un partner del Consorzio Scat per il trasporto pubblico locale della Provincia di Alessandria, di cui fanno parte una decina di aziende private e pubbliche che operano sul territorio: dalla Stac di Casale, al Cit di Novi, alla Saamo di Ovada, e così via. L’identificazione che spesso si fa nelle cronache tra Arfea e Consorzio dunque è fuorviante. Certo, il Consorzio soffre, e il committente pubblico (che è la Provincia, che pure riceve a sua volta le risorse dalla Regione) è costantemente in ritardo nel pagamento del dovuto. Al momento ci sono fatture scadute, ossia oltre i 90 giorni, per circa 2 milioni e mezzo di euro, e speriamo che le recenti promesse dell’assessore regionale Pichetto siano mantenute: per tutte le aziende del Consorzio, e certo anche per noi, sarebbe una boccata d’ossigeno importante. Ma, in ogni caso, rimane sul tappeto la questione del futuro, e dei tagli prospettati. Cosa resterà del servizio di trasporto pubblico, se si continuerà sul percorso intrapreso? Forse in questo momento è prematuro parlarne, aspettiamo di avere tutti i dati a disposizione. Ma lo scenario è certamente preoccupante”.
Arfea però, Pascale Pistone ci tiene a ribadirlo, pur effettuando, tramite l’apposito Consorzio, anche servizi di trasporto pubblico, è un’azienda privata con una tradizione secolare, legata alla passione, e agli investimenti, della famiglia Franco, che la fondò e che attualmente ne detiene la totale proprietà: “L’azienda è della famiglia di mio marito da sempre, la creò suo nonno Francesco nel 1911, all’epoca dei tram. Anche se il nome attuale le fu dato in epoca più moderna, nel 1954, dopo una fusione tra due società precedenti. Da allora, siamo la principale azienda privata di trasporto passeggeri su gomma del territorio, e operiamo in tutta la provincia di Alessandria, ma anche ad Asti e in provincia di Pavia: Oltrepo e Lomellina per la precisione, da circa un decennio, a seguito di una gara d’appalto che ci siamo aggiudicati per la prima volta nel 2003”.
Oggi il gruppo Arfea conta su una rete di circa 3.500 chilometri di strada, ha 246 dipendenti, di cui 212 autisti, e 15 addetti alla manutenzione, che lavorano nell’officina aziendale. E’ una mattina feriale di giugno, e nel quartier generale di viale Milite Ignoto c’è il consueto via vai di autisti che chiedono ragguagli sui turni, lasciano segnalazioni agli uffici, aggiornano i tabulati. “E’ sempre così – conferma Pascale Pistone – ed è un segnale importante di vitalità: il personale di ufficio, da chi fa i turni alla progettazione, ha un contatto costante con gli autisti, e solo così è possibile avere il polso della situazione, e cercare di migliorare il servizio sul territorio. Due gli esempi ‘di stagione’, che l’amministratore delegato evidenzia in maniera puntuale: “vede questa bicicletta? Fa parte di un servizio integrato che abbiamo deciso di fornire su alcune linee in Oltrepo, dove esiste soprattutto d’estate un flusso di turismo “sulle due ruote”, e un vasto tracciato di piste ciclabili collinari: in pratica è possibile, con un unico biglietto integrato, arrivare sul posto con i nostri bus di linea, e alla fermata ritirare la bici, con la quale spostarsi sul territorio durante la giornata, per poi riprendere l’autobus la sera, e tornare a casa”.
Un altro esempio è il FlexiBus, in ripartenza dal prossimo primo luglio su diverse linee ‘periferiche’ della provincia di Alessandria (Montaldo, Avolasca, Sant’Agata, Lerma e altre): in sostanza, chiamando un numero telefonico Arfea (320.4783338) dal lunedì al venerdì, in orario di ufficio, è possibile ‘prenotare’ il servizio autobus: “è una formula sperimentale e innovativa – spiega la dottoressa Pistone – che consente di ottimizzare il servizio, a tutto vantaggio della clientela, soprattutto anziana. L’utente ci avvisa (meglio se il giorno prima: ma quando possibile ci organizziamo anche in giornata), e il nostro call center si accorda con l’autista, che arriva a richiesta, accordandosi eventualmente anche per il viaggio di ritorno. Si tratta di un servizio già sperimentato in passato con buoni risultati, e non potremo che migliorare: del resto davvero noi crediamo che l’unico modo per stare al passo con i tempi sia far evolvere la nostra proposta, in rapporto a come cambiano le esigenze di spostamento della popolazione. Per questo stiamo anche cercando di mettere a punto o potenziare una serie di linee ‘veloci’, in grado di collegare rapidamente alcuni centri cittadini: le faccio qualche esempio: le direttrici Acqui-Alessandria-Milano, ma anche Alessandria-Novara, o Novi-Genova, potrebbero essere delle direttrici di sviluppo interessanti”.
Proprio qualche settimana fa, peraltro, a Pascale Pistone è stato conferito un importante riconoscimento manageriale, da parte dell’International Road Trasport Union, autorevole associazione internazionale del settore: “confermo – sorride l’amministratore delegato Arfea – hanno premiato due soli manager italiani, e certamente ci ha fatto piacere: parlo al plurale, perché lo considero davvero un premio al team Arfea, per come stiamo lavorando costantemente orientati all’innovazione. Non da oggi, peraltro: ricordo che, circa quindici anni fa, fummo tra i primi ad introdurre il biodisel, così come ora guardiamo con grande interesse ad un progetto di autobus elettrico, ricaricabile tramite stazione fotovoltaica. Non posso dire di più, ma sicuramente il futuro del settore, e il nostro, passerà di lì”.
Ettore Grassano
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