Dopo alcune settimane di blocco ripartono i lavori della Commissione che rileva settimanalmente i prezzi dei prodotti agricoli in Camera di Commercio ad Alessandria (Borsa Merci). Per Carlo Ricagni che presiede la Commissione “si è voluto dare un segno di vitalità, non dimenticando che il settore agricolo è ritenuto strategico dal governo e l’agricoltura è indicata, dai vari Dpcm che stanno regolando i comportamenti individuali e sociali, come una delle attività economiche essenziali per la nostra comunità”.
Le Borse Merci di Milano, Torino e Bologna già la settimana scorsa avevano riproposto i loro listini, quindi anche per la piazza alessandrina, attraverso la consultazione telematica dei suoi componenti, si è definito il nuovo listino.
I prezzi dei cereali sono in rialzo, in particolare il frumento tenero che cresce mediamente di 4 euro a tonnellata, ma anche il prezzo del mais e dell’orzo sono rialzati.
Gli aumenti, importanti e che non sono ancora stabilizzati, sono determinati sia da situazioni interne come il parziale arresto del traffico su gomma, sia dal forte recupero sui mercati internazionali legati certamente al diffondersi della pandemia del coronavirus.
Grano, mais e soia nella borsa merci di Chicago hanno chiuso le ultime contrattazioni in netto rialzo, con guadagni che li hanno spinti sui valori massimi da oltre due mesi.
Il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di limitare le esportazioni, in quanto le quotazioni del frumento hanno superato il valore del petrolio degli Urali, a cui si è aggiunta la preoccupazione per la richiesta interna dovuta alla corsa dei cittadini all’accaparramento dei prodotti alimentari.
Anche per queste ragioni, occorrerà che nel prossimo futuro la politica agricola nazionale abbia la capacità di individuare un percorso, che tenga conto sempre più del ruolo strategico dell’agricoltura e della sua capacità di darci tranquillità e sicurezza alimentare quando si devono affrontare momenti di crisi di carattere globale.
Commenta il presidente Cia Alessandria Gian Piero Ameglio: “Noi che rappresentiamo il settore primario vorremmo capire di più da questi segnali di mercato, certamente determinati dalla crisi dovuta alla pandemia Coronavirus, ma che non è certo giustificato dalle scorte mondiale dei cereali. Invitiamo chi ha le responsabilità istituzionali del settore a capire meglio ciò che sta avvenendo sul mercato globale, anche perchè alcuni blocchi che impediscono la movimentazione delle merci non appaiono giustificati. Proprio la coltivazione dei cereali nelle nostre zone ci insegna che si sono fortemente ridotte le produzioni di frumento tenero perchè in alcune aree del territorio i costi di produzione superano il valore della redditività, e questa crisi ci deve insegnare che il valore economico delle produzioni, che sono ritenute strategiche, deve riconoscere il giusto reddito a chi le produce. L’aumento dei prezzi che si sta determinando è certamente positivo per i cerealicoltori che vedono crescere il loro reddito, ma ci auguriamo che attorno a questo fenomeno non ci siano delle speculazioni che danneggerebbero complessivamente il settore”.