Le misure restrittive di contenimento e di mitigazione dei contagi da CV19 rappresentano uno strumento fondamentale in una situazione di emergenza ma lo sforzo potrebbe non essere sufficiente a garantire l’efficacia dell’azione volta a ridurre la trasmissione virale.
I dati in possesso sembrano dimostrare che la diffusione del virus e la frequenza del contagio sia nettamente più rilevante a livello ospedali e nelle RSA.
Il distanziamento sociale è difficilmente applicabile in ambito familiare e soprattutto in caso di paziente asintomatico la diffusione viene facilitata anche per il lungo tempo di potenziale esposizione al virus che secondo alcuni studi potrebbe arrivare a 15 giorni.
Per questo, sollecitiamo un pieno coinvolgimento da parte della Regione anche della amministrazione comunale in modo di poter avere un approccio comune e integrato per impedire una esplosione drammatica della epidemia.
Non può bastare il personale della AST a garantire ciò. Deve essere usata la macchina comunale in tutte le sue eccellenze. Per questo chiediamo la costituzione di una task force comunale che operi in pieno collegamento con AST, Regione, Prefettura e Questura, ma predisponga ad operare il Comune nell’affrontare tutte le urgenze dove Regione e Stato centrale non riescono ad operare.
Queste le prime azioni su tre aree di intervento.
Prima area di intervento. Proponiamo l’acquisto immediato di kit sierologici per COVID19 da usare come screening su categorie selezionate che a contatto con molte persone potrebbero essere inconsapevoli veicolo di contagio.
Siamo a conoscenza che la specificità e la sensibilità dei test potrà non essere considerata eccellente anche per il carattere non univoco della interpretazione ma uno screening di tale portata in alcune categorie sociali potrebbe avere valore predittivo significativo.
Nessuno screening di massa, ma interventi a questo punto con tamponi mirati.
Le categorie che proponiamo sono:
Medici di base.
Medici ospedalieri non impegnati nello specifico nell’emergenza.
Personale ausiliario Auto-ambulanze .
Personale operativo di tutte le RSA.
Il comune potrebbe in questa fase avere solo un supporto distributivo, agendo in collaborazione con la AST e le direzioni sanitarie ospedaliere.
Bene ha fatto il Comune a incominciare a requisire alberghi per la gestione delle quarantene. Ma si può fare di più.
Seconda area di intervento. Un secondo caso più sofisticato di intervento potrebbe essere rappresentato dell’uso del kit per gestire meglio i casi sospetti di pazienti asintomatici in ambito familiare.
La geo- localizzazione dei deceduti e dei sintomatici che il Comune è in grado di fare facilmente può essere di guida nella scelta per avviare uno screening col test sierologico in quartieri selezionati ad alto impatto aggregativo. Questi screening potrebbero essere gestiti da volontari coordinati dal Comune scelti tra i medici che si sono offerti e il personale delle Croci. Personale che non ha bisogno di molto tempo per apprendere l’uso del test.
Terza area di intervento. Terzo e ultimo intervento il reperimento anche con la requisizione del maggior numero di saturimetri e l’organizzazione della loro distribuzione a tutti i malati positivi che sono in questo momento presso le loro abitazioni. Il possesso del saturimetro permette infatti al medico di base di monitorare in continuazione le condizioni respiratorie del paziente anche da remoto.
Facciamo altresì appello a tutti gli studi dentistici di donare agli ospedali tutto il materiale: camici monouso, copri scarpe, mascherine etc. che sia in questo momento in eccedenza rispetto al fabbisogno minimo.
Questo non tanto per i reparti dedicati COvid19 ma per garantire il funzionamento degli altri reparti dove in alcuni casi il materiale comincia a scarseggiare
Alleanza Civica per Alessandria –
Coordinamento Piemonte
Aurora Mulas, Franco Tresso, Patrizia Ghiazza