Perché non provare ad invertire la tendenza, nostrando anche quel che di buono (forse neanche così poco, a saperlo cercare) il nostro territorio riesce ad offire, nonostante i tempi “grami”? Noi ci proviamo costantemente (si veda ad esempio la storia esemplare dell’enologo Donato Lanati, che raccontiamo stamattina: non si parla un po’ poco di lui, ad Alessandria e dintorni, considerata la levatura del personaggio?), ma certo l’aria che tira non aiuta: e il rischio di generare una spirale di rassegnazione, o la convinzione che nulla si possa fare per invertire la tendenza, è forte.
Oggi, a Roma, i vertici provinciali di Cgil, Cisl e Uil incontrano il ministro D’Alia, responsabile del dicastero dela Pubblica Amministrazione, e della Semplificazione. Li accompagna Giovanni Barosini, presidente del consiglio provinciale, che precisa: “La mia presenza a Roma è a livello istituzionale. Come Presidente del Consiglio della Provincia sento il dovere morale di cooperare per dare una speranza al nostro capoluogo. Il Governo deve ascoltare il grido della nostra comunità, ma ribadisco l’appello affinché anche tutte le forze politiche, istituzionali, sindacali, imprenditoriali (senza distinzioni di sorta) diano un proprio generoso contributo alla causa. Basta divisioni, ormai patetiche”. Qui trovate anche il link alla video intervista realizzata a Barosini da Piercarlo Lava, che ce l’ha segnata e che volentieri rilanciamo.
Speriamo, naturalmente, che l’ennesima “missione” alessandrina a Roma possa sortire effetti positivi, e aggiungiamo che la circolazione di alcuni documenti, sta certamente creando non poca apprensione. Anche perché pare che, in alcune realtà, già si parli di liste di proscrizione, ossia di elenchi di lavoratori (o di profili professionali specifici, che è poi la stessa cosa) che sarebbero stati indicati come esuberi. Calma, gesso e massima riservatezza sono, in casi come questi, non sono consigliati, ma indispensabili.
All’orizzonte ci sono, come noto, gli scioperi del 22 (nazionale) e del 25 giugno (alessandrino). Non sappiamo se sortiranno effetti, se siano lo strumento giusto, se esistano soluzioni indolori, data la situazione non solo del comune di Alessandria, ma di tutto il territorio (all’interno di un Paese che non sta messo molto meglio).
Siamo però convinti che, pur senza negare la gravità della situazione, si debba continuare a raccontare anche storie positive, invitando tutti quanti (a cominciare da chi le risorse le ha, e tante: Alessandria è un territorio ricco, nonostante quel che si tende a far credere) a crederci ancora, e di nuovo. Il futuro non può essere solo una gara a chi sopravvive un anno in più, o ottiene sei mesi aggiuntivi di ammortizzatori sociali. Dobbiamo ricominciare davvero a pensare un domani, individuale e collettivo, fatto di progetti, idee, e per chi può anche di investimenti. Chi ci sta?