di Dario B. Caruso
Ci sono cose che accadono senza motivo.
Altre invece sono legate da un rapporto causa effetto di cui ci si rende conto solamente a posteriori.
Con i ragazzi della Compagnia Teatrale Miagoli sta accadendo proprio questo.
Il gruppo è nato a scuola ed è cresciuto negli anni. Oggi rappresenta una realtà radicata sul territorio ed è un buon esempio di lavoro.
Si tratta di un laboratorio che consolida talenti e continua a produrre esperienze per giovani e giovanissimi che affacciano il loro curioso sguardo verso la multiformità dell’educazione espressiva.
Il centenario della nascita di Gianni Rodari (1920-2020) è giunto per ricordarci che l’educazione è centrale.
Per questo ed altro da un paio di mesi stiamo allestendo una nuova produzione ispirandoci alle “Favole al telefono”.
Che divertimento!
Torniamo ai tempi della scuola, una scuola dove si impara ridendo, dove l’errore viene sottolineato e amplificato anziché stigmatizzato e nascosto, dove essere tetri è un delitto, dove sbagliando s’inventa, dove quello che non si sa ancora è sempre più importante di quello che si sa.
Lo so, appare rivoluzionario.
È rivoluzionario, soprattutto se pensiamo che tali concetti sono stati espressi sessant’anni fa dal maestro di scuola Gianni Rodari prima ancora che dalle sue pubblicazioni.
Porteremo questa sua rivoluzione (che diventa nostra) in giro, nelle piazze, nei teatri, nelle biblioteche, certamente anche nelle scuole; c’è bisogno di parole semplici e vere, di colore, di rime baciate, di onomatopee, di giovani che parlino ai giovani, di giovani che ascoltino i grandi, di grandi che ascoltino i piccoli.
Oggi, in molti casi, le scuole vanno naufragando nel mare della burocratizzazione sotto gli occhi di nocchieri che mancano di senso pratico.
La Compagnia Teatrale Miagoli è la giusta conseguenza di una scuola che invece ha funzionato.