Da Chiesa di Betlemme a Santa Croce ma, dopo la demolizione, ignorata persino dalla toponomastica [ Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

Questa volta parleremo della “Chiesa di Betlemme” successivamente ribattezzata “Chiesa di Santa Croce”, quindi sconsacrata per poi ritornare ad essere luogo di Culto dopo il 1830 quando la Chiesa di Santa Maria di Castello fu occupata militarmente. Definitivamente sconsacrata a partire, forse, dal 1918 ogni diritto della Confraternità e della Chiesa passano alla Curia.
Durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, l’ampio ambiente sconsacrato venne utilizzato anche per nascondervi materiale elettrico della nostra centrale.
Qualche perplessità però, riguarda l’anonimato riguardante la piazzetta antistante l’edificio sorto sulle ceneri dell’ex Chiesa di Santa Croce.
Una piazzetta costantemente sommersa dalle auto in sosta su cui, oltre alla pianta che in estate protegge dal solleone, si affacciano, in senso orario, via Guasco, via Schiavina, via Padova e via Brescia. Nulla di nulla invece riguardo l’affaccio su questa piazzetta (o Largo) di fatto ignorata dalla toponomastica locale stante il fatto che l’unica vetrina esistente, che d’altra parte occupa l’intera facciata prospicente la piazzetta (o Largo) , arbitrariamente secondo chi scrive, porta il numero civico 64 anziché il numero 1.
Tuttavia, a tutt’oggi, la piazzetta rimane anonima, tant’è che ne parla anche il nostro Piero Angiolini (vedi l’articolo sottostante in grassetto) nel 1957 quando si chiede : “… non si comprende però come la toponomastica ufficiale stabilita nel 1871, abbia completamente dimenticato questo popolare Largo, rimasto ancora senza nome sui registri del Comune”.
Dell’esistenza e conseguente scomparsa della Chiesa di Santa Croce parla anche il nostro Ugo Boccassi su Nuova Alexandria del 1998, il quale, a proposito di Borgo Rovereto cita: ” …in uno slargo, con affaccio sul magnifico Palazzo dei Guasco, vi era un quotidiano mercatino di frutta e verdura. Infatti le bncarelle per un tempo indefinito sono sempre e solo rimaste tre, condotte da tre donne con prole che tutti conoscevano ed amavano per la vita dura che conducevano e per la loro disponibilità. Due di esse, pur essendo molto diverse tra loro, avevano lo stesso nome, Rosina, l’altra invece si chiamava Sabina. La sera, per ritirare le loro bancarelle, si servivano di una chiesetta sconsacrata che si erigeva lì a fianco. L’unico segno rimasto dell’esistenza di questa chiesetta (oltre naturalmente la foto un pò sfocata concessa da Ugo Boccassi, ma pare non ve ne siano altre) è una croce racchiusa dentro una nicchia sulla facciata del palazzo sorto in sua vece “.
E infatti, dopo un rapido sopraluogo, ecco la croce posta in una nicchia sul fianco destro del nuovo palazzo, ad indicare quello che un tempo era il frontespizio della ex Chiesa di Betlemme, poi rinominata Chiesa di Santa Croce e infine ricordata, si fa per dire, in una nicchia di 30 cm per 20, posta cinque o sei metri sopra il livello stradale.
In compenso tutto il sedime è occupato, da molti anni ormai, da un moderno edificio di sei piani fuori terra senza che l’ufficio toponomastica, nel corso degli anni, abbia trovato il tempo di dedicargli un nome e una targa…che sò…Largo Vattelapesca…anziché porla, supponiamo stiracchiando la sucitata toponomastica, in via Guasco!
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Cantone di Betlemme e Piazzetta Santa Croce
La ricostruzione della nuova Chiesa di Betlemme con la facciata sulla piazzetta di via dei Guasco, andò per varie ragioni assai per le lunghe. Fu trovata ancora incompiuta nel 1824 in occasione di una visita Pastorale del Vescovo D’Angennes che molto si interessò in proposito ottenendo aiuti anche dalla Santa Sede. Se ne occupò il Comune stesso che consentiva il riscatto di un vechio censo di 221 ducatoni e vennerò altresì ricordati vecchi impegni di Caterina Inviziati del 1734 e del Marchese Lodovico Guasco del 1754.
Al tempo dei francesi in Alessandria furono ospitate in Betlemme talune Confraternite cittadine sfrattate e rimaste poi senza asilo, in conseguenza di occupazione e distruzione anche di talune Chiese, avvenute in quel tempo stesso per ragioni militari. Tra queste figura la Chiesa e Confraternità di Santa Croce situata nei pressi di Santa Maria di Castello che destinava i propri materiali di ricupero per ultimare l’Oratorio di Betlemme. Da quel momento si può dire viene a cessare il vecchio titolo e la Chiesa ultimata sarà comunemente detta di Santa Croce.
Naturalmente ben presto anche la Piazzetta cambia denominazione e a voce di popolo, sarà chiamata di Santa Croce, titolo che continua tutt’ora sebbene ormai la Chiesa sia chiusa e sconsacrata. Dobbiamo ancora ricordare a questo proposito che più tardi del 1830 quando la Chiesa di Santa Maria di Castello fu militarmente occupata, la Parrochia relativa venne provvisoriamente trasferita in Santa Croce ciò che fece aumentare la notorietà e popolarità della Chiesetta e del relativo nostro Largo. Nel 1918 ogni diritto della Confraternità e della Chiesa passano alla Curia; nel 1944 già sconsacrata il locale viene utilizzato per nascondervi materiale elettrico della nostra centrale.
In appresso è destinato ad un fabbricante di carrozze e infine venduto; l’Altare in legno, opera pregevole del 700, venne ceduto ad una nuova Prrocchia della città; Una grande Icona raffigurante la “Fuga in Egitto” attribuita al Moncalvo, si trova oggi in Vescovado insieme ad un pregiato Crocefisso in marmo nero con intarsi in avorio dei simboli della Passione. Questo Crocefisso proveniente dall’antica Confraternita di Santa Croce, veniva recato in Processione dai Confratelli che andavano a gara anche pagando per avere tanto onore.
Nel 700 la nostra Piazzetta ebbe il vanto di ospitare il primo Teatro a palchi della Città; era situato precisamente nella parte di fondo del Palazzo Guasco. Possiamo quindi immaginare il movimento e la curiosità del buon popolo intorno alle portantine usate in quel tempo dalle Nobili Dame quale mezzo di trasporto; altrettanto sarà così più tardi per le carrozze sotto l’Atrio municipale per il nuovo Teatro che come diremo continuò il Teatro Guasco. Ricordiamo ancora che nel tempo repubblicano francese del 1796, sulla Piazzetta venne piantato uno degli alberi della Libertà intorno ai quali la gente danzava festante; venuto a cessare l’albero, l’Imperatore Napoleone diede un nome ufficiale alla Piazzetta che fu detta “Place Rivoli”.
Caduto Napoleone il titolo stesso andò perduto e il buon popolo continuò col vecchio nome di Santa Croce; non si comprende però come la toponomastica ufficiale stabilita nel 1871, abbia completamente dimenticato questo popolare Largo, rimasto ancora senza nome sui registri del Comune. Oggi è sede di un mercatino rionale che dà particolare movimento e colore a questo antico angolo della nostra città.