di Jimmy Barco
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Penso che il Tafazzi che si annida in ogni tifoso mandrogno sia una maledizione che non aiuta nessuno. Peraltro la Dea Eupalla ormai se ne è accorta, e ci ha riservato in queste stagioni le più bieche e amare sorprese: dai campionati già vinti e poi persi sul filo di lana, a stagioni guidate da delinquenti o imbecilli e via dicendo.
Ma una piazza calcistica che non riconosce professionalità e non è mai in grado di dare una mano al bene comune (la squadra, intendo) si merita altro che non gli sgambetti della Dea Eupalla.
Domenica scorsa, ad esempio, a casa della capolista che viaggia con gli stivali delle sette leghe, abbiamo giocato per un’ora un calcio siderale, un calcio che ha messo alle corde il Monza, ha braccato un simile avversario in ogni zona di campo, ha reciso ogni via di passaggio ai tentativi di azione manovrata. I Grigi hanno collezionato sette palle gol. E mica le “dieci occasioni” che millantava la scorsa stagione D’Agostino con sportivi e giornalisti sempre pronti a dar credito a quel finto allenatore … quando si dice non riconoscere le professionalità.
Alla fine contro il Monza però, direte voi, abbiamo perso la partita e non per demerito.
Certo, e allora? L’importante è poter contare su un allenatore che ha creato un gruppo, sta insegnando alla squadra a stare in campo, e a costruire i tempi e gli spazi del gioco.
L’importante è contare su una società che finalmente ha cominciato a reggere i colpi, dal presidente al ds. L’importante, e qui chiudo, è poter verificare che stavolta i soldi sono stati spesi bene, con attenzione e sguardo volto al futuro.
La chiosa: ma se certe ‘sòle’, calcisticamente parlando, sono ancora qui a mangiare e bere ‘a sbafo’ siamo proprio sicuri che in un’altra piazza e in un’altra città potrebbero permettersi di prendere per i fondelli una comunità di appassionati?
Pensiamoci, noi che abbiamo il grigio nel cuore….