Il dato di maggiore rilevanza è la riduzione della mobilità passiva, il più basso dal 2014, attraverso il recupero, grazie al lavoro congiunto con l’ASL, di un milione di euro solo nell’ultimo anno: un segnale di concretezza emerso giovedì pomeriggio in occasione della presentazione dello stato di avanzamento del Piano Strategico 2018-2023 dalla Direzione Strategica dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria e dai referenti progetti aziendali di fronte ad un folto pubblico di operatori, associazioni, istituzioni.
Numerose le autorità presenti: l’Assessore Borasio per il Comune di Alessandria, il prorettore Roberto Barbato per l’Università del Piemonte Orientale, il Presidente dell’Ordine dei Medici Mauro Cappelletti, il consigliere regionale Domenico Ravetti e le Direzioni al completo dell’ASL AL e dell’ASL AT.
Ha aperto i lavori Luigi Icardi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte: “La presentazione dello stato di avanzamento del Piano Strategico dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria è un momento importante per fare il punto dell’attività svolta e soprattutto per delineare le prospettive future. Gli obiettivi del Piano Strategico “Azienda all’OPERA” (Operazione eccellenza, Perseguire l’efficienza, Essere con il territorio, Ricerca come missione, Accoglienza e benessere) sono pienamente condivisi da Regione Piemonte. In particolare, sul tema dell’efficienza abbiamo chiesto a tutti i Direttori Generali di porre grande attenzione ai bilanci delle loro Aziende, perseguendo l’equilibrio di bilancio come obiettivo imprescindibile nell’immediato futuro. Inoltre, la collaborazione con il territorio è fondamentale per la massima efficienza del servizio sanitario”.
Ha sottolineato Centini: “Stiamo affrontando un importante lavoro di rinnovamento, riqualificazione e riorganizzazione insieme ai dipendenti, il vero motore di questa Azienda e senza i quali non sarebbe possibile dare una risposta di salute che tende sempre di più all’eccellenza. I risultati che abbiamo raggiunto sono frutto della collaborazione con le istituzioni e le associazioni del territorio, con la Regione che ci ha supportato e alla quale la nostra Azienda ha contribuito a liberare risorse per un valore di oltre otto milioni, anche grazie ad un incremento della produzione di cinque milioni e mezzo di euro nel 2019. Ringraziamo inoltre l’Università del Piemonte Orientale, oggi rappresentata dal prof. Marco Krengli, dal prorettore Roberto Barbato e dal direttore del DISIT Leonardo Marchese, con la quale stiamo sviluppando numerosi progetti, anche alla luce del percorso IRCCS che ha preso formalmente avvio a marzo”.
Proprio il prof. Marco Krengli ha evidenziato la sinergia sempre maggiore tra l’Azienda Ospedaliera e l’Università, che parte dall’attivazione del corso di Laurea di Medicina e dallo storico Corso di Laurea Infermieristica fino ad arrivare al gruppo dei “Connettori di idee” e alla collaborazione con il Comitato Scientifico per la ricerca e l’Innovazione. Proprio questo è uno degli strumenti finalizzati alla valorizzazione delle attività di ricerca all’interno dell’Ospedale, dove trovano collocazione i numerosi progetti e le unità di ricerca che afferiscono all’Infrastruttura Ricerca Formazione e Innovazione, diretta da Antonio Maconi.
Sono stati poi illustrati dai referenti una ventina di progetti dei cinque pilastri aziendali, come il focus sulla nuova Terapia Intensiva Neonatale, che sarà collocata al presidio Civile con l’obiettivo di riunire la coppia mamma-bambino. Numerosi i progetti di riorganizzazione illustrati e riconducibili alla filosofia del Lean Thinking, nell’ottica di eliminare sprechi e migliorare i flussi, come nel progetto di prericovero. Tra i progetti su cui sta lavorando l’Azienda: la progettualità per la ristrutturazione dell’Infantile, i lavori in corso per la riqualificazione dell’atrio, le attività di umanizzazione delle aree comuni di accoglienza e i numerosi investimenti relativi alla dotazione tecnologica, per la sostituzione di beni obsoleti, ma soprattutto tesi all’implementazione di nuove tecnologie come i tre angiografi che saranno a disposizione dal prossimo anno e la nuova TAC intraoperatoria.
Per la collaborazione con il territorio, è stato evidenziato il lavoro comune per la redazione del Piano Cronicità, l’attivazione della rete infettivologica e di quella ematologica.
In riferimento allo sviluppo dei progetti relativi all’area della ricerca, è stata illustrata la complessità del percorso di riconoscimento IRCCS, le unità di ricerca funzionali allo sviluppo dello stesso, tra cui il centro raccolta materiali biologici e altre specificità come il mesotelioma, il Centro Bosio per il pazienti pediatrici e il microbiota. Nel percorso fondamentali l’alta formazione, la Biblioteca (l’Azienda di Alessandria è secondo polo della BVS-P e riferimento per il supporto alla ricerca in Piemonte), la divulgazione scientifica e la misurazione degli indicatori utili per il riconoscimento.
Al termine della presentazione dello stato di avanzamento di tutti i progetti, il Direttore Sanitario Daniela Kozel ha rendicontato in merito ad alcuni progetti in corso che hanno subito modifiche importanti nel corso dell’anno, tra cui la Nuova Dialisi, la Terza Sala di Endoscopia, la Nuova Terapia Intensiva Cardiochirurgica, la Nuova Centrale di Sterilizzazione e Apertura del Nuovo Blocco 1.
Roberta Volpini, Direttore Amministrativo, ha invece relazionato su alcuni progetti non presenti in origine nel Piano, ma inseriti per rispondere alle richieste e alle necessità aziendali, tra cui l’Alta automazione per attività di Laboratorio, il Laboratorio unico multiaziendale, il Percorso Logistico Ospedaliero e il progetto di revisione e separazione dei flussi dei pazienti in Pronto Soccorso. Volpini ha poi ricordato: “Il Piano non è solo un documento, ma l’esternalizzazione di una vision che comprende progetti frutto della condivisione con tutti i portatori di interesse. Ecco perché rimane aperto a contributi che saremo lieti di ricevere”.
A seguire, è stato effettuato il sopralluogo al Blocco Operatorio 1, che da lunedì riprenderà l’attività per la gestione degli interventi di media e bassa complessità: “Si tratta – ha spiegato Kozel – di un rinnovo dei locali e di una revisione organizzativa che consentirà di aumentare la produzione, suddividere gli interventi per complessità di cura e centralizzare l’attività chirurgica”.