Sono in media 200 messaggi al giorno che incitano all’odio razziale rivolti a Liliana Segre, ottantanovenne sopravvissuta ad Auschwitz e senatore a vita.
L’Osservatorio Antisemitismo ha creato un report per tracciare una mappa di tutte le aggressioni social di cui è vittima la senatrice a vita. Sono innumerevoli i commenti sgradevoli degli hater della rete, che invadono il mondo dei social network con messaggi tipo: “Questa (…) ebrea di m. si chiama Liliana Segre, chiedetevi che cazzo a fatto per diventare senatrice a vita stipendiata da noi ed è pro invasione? Hitler non ai fatto bene il tuo mestiere”. Un altro messaggio: “La senatrice a vita Segre sta bene in un simpatico termovalorizzatore”. Dietro l’anonimato si nascondono antisemiti o esponenti di estrema destra, che tentano di inquinare il dibattito pubblico.
Sabato 19 ottobre 2019 la senatrice è stata premiata ad Acqui Terme come “Testimone del Tempo” durante la 52° edizione del Premio AcquiStoria, in quanto attiva testimone della Shoah italiana, impegnata ogni giorno a mantenere vivi i valori della Costituzione Italiana.
«Totale solidarietà e vicinanza – dichiara il sindaco di Acqui Terme, Lorenzo Lucchini – da parte mia e dell’Amministrazione comunale a Liliana Segre. Questi messaggi non solo sono terribili, ma sono un insulto contro la storia e la memoria. Sono onorato di aver potuto conoscere Liliana Segre durante il Premio AcquiStoria, conferendole il riconoscimento in quanto testimone dell’ignobile sofferenza che milioni di persone hanno vissuto durante l’Olocausto. È inaccettabile che la memoria storica venga sporcata da questa schiera di figure coperte dall’anonimato. Ben vengano le dichiarazioni del Primo Ministro Giuseppe Conte, che ha chiesto alle forze politiche di mettersi d’accordo per introdurre delle norme contro il linguaggio dell’odio: lo si faccia quanto prima, contro queste barbarie di inaudita violenza».
Il Premio AcquiStoria fu istituito nel 1968 per ravvivare e onorare il ricordo della Divisione Acqui e del suo sacrificio, consumatosi nel settembre 1943 nelle isole ioniche di Cefalonia e Corfù, ma anche per diffondere la consapevolezza che la ricerca storica è uno dei fondamenti del progresso morale, culturale e sociale della nazione.
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