Entusiasmo e determinazione non le mancano di certo, e lo percepisci al primo sguardo, e da come le si illuminano gli occhi quando parla dell’azienda di famiglia: “gli imprenditori sono caparbi e non mollano mai, ha dichiarato il direttore dell’Api Cesare Manganelli nell’intervista che vi ha rilasciato qualche settimana fa: e ha ragione, si vede che ci conosce bene. Anche se, non sono certo originale a dirlo, il momento è davvero difficile, e soprattutto spesso si ha la sensazione che lo Stato non sia propriamente dalla nostra parte”. Roberta Pedri è amministratore unico della Quarzen, azienda alessandrina che si occupa di commercializzazione di trasmissioni meccaniche, “ma abbiamo anche due brevetti relativi alle cinghie di trasmissione, per i quali siamo alla ricerca di un partner internazionale”. E, di recente, è stata nominata presidente Apid, l’Associazione delle donne imprenditrici che fa parte di Confapi. Di prima mattina è già in trincea, nella sede alle porte della città, in via Don Giovine, e racconta con passione la sua esperienza di donna imprenditrice. “Sono in azienda dall’età di 23 anni, aprile 2001. Una serie di esigenze e scelte famigliari mi hanno spinta a farmi carico dell’impresa creata da mio padre, che è mancato nel 1996. A pensarci bene è un po’ una caratteristica di famiglia, quella di dover crescere in fretta: era successo anche a lui, che al rientro da una sua esperienza in Marina creò la Trasmec, con sede a Canelli e ad Alessandria, che è stata un po’ la mamma dell’attuale Quarzen”. Pensando alla figura del padre Roberta Pedri si ferma un istante, soppesa le parole e poi continua: “Ne parlo spesso con mia madre, che tuttora mi affianca e si occupa dell’amministrazione: probabilmente mio papà Vittorio non lavorava meno di noi oggi, anzi. Ma la differenza fondamentale è che poteva farlo in un contesto di crescita, con soddisfazioni che agli imprenditori di oggi sono quasi sempre negate”.
Nel 2013, insomma, pur con tutto l’impegno e la determinazione possibili, un piccolo imprenditore si deve confrontare con emergenze quotidiane e logiche di sopravvivenza, più che poter pensare allo sviluppo. E questa tendenza, su un territorio come quello alessandrino, si avverte probabilmente anche con forza maggiore che altrove. “In realtà – spiega l’imprenditrice – la nostra attività si estende alle province di Alessandria e Asti, oltre ad alcuni clienti ‘storici’ in Liguria, e la situazione altrove non è molto diversa. Pensavamo, nel 2011, di avere imboccato la strada della ripresa, ma da un anno a questa parte la crisi è tornata a mordere con aggressività”. La titolare di Quarzen pone l’accento soprattutto su questioni di insolvibilità, e di scarsa tutela ‘normativa’. “Purtroppo – precisa – la quantità di aziende che non rispettano le scadenze di pagamento dei materiali e delle prestazioni è salita in maniera esponenziale. Ma soprattutto non mi capacito del fatto che spesso le aziende vengono messe in liquidazione, con i loro debiti che quindi non vengono pagati, mentre in parallelo gli stessi soci ne aprono un’altra, che riparte da zero, utilizzando le relazioni e il parco clienti precedente, ma senza appunto aver saldato i conti. Questo non è assolutamente corretto, e mi pare esistano lacune legislative, che rischiano davvero di generare enormi disagi ad attività imprenditoriali piccole e serie. Noi siamo arrivati al punto di incentivare fortemente il pagamento immediato delle strumentazioni, per cercare di arginare il problema delle insolvenze. Per fortuna, naturalmente, esistono però anche clienti seri, e solvibili”. Quarzen vende motori e riduttori industriali, puntando molto sulla personalizzazione degli strumenti, e sulla consulenza e assistenza post vendita. Tra i clienti, ci sono nomi di primo livello del nostro territorio, come Paglieri e Bistefani, e anche multinazionali come la Solvay, “mentre a Canelli e nell’astigiano abbiamo avuto un lungo percorso nella filiera delle aziende vitivinicole, dove siamo tuttora presenti, anche se non è più il nostro unico core business”. Sul rapporto tra titolare d’impresa e dipendenti Roberta Pedri non ha dubbi: “nelle piccole realtà davvero si diventa una famiglia, e personalmente a volte ‘mordo il freno’, di fronte a situazioni che mi porterebbero magari a reagire in modo impulsivo, proprio perché penso che ho la responsabilità anche di altre persone e famiglie. Posso aggiungere una considerazione sui lavoratori, almeno del nostro settore? Noi abbiamo in squadra un tecnico straordinario, sia per competenza che per impegno: ma tra i ragazzi, che fatica! Sono passati di qua diversi stagisti e apprendisti, con esiti davvero scoraggianti: sono arrivata alla conclusione che è molto meglio assumere persone con più di quarant’anni, altro che. C’è non solo esperienza, ma in genere anche consapevolezza che il lavoro è una cosa seria”.
E l’impegno in ambito Apid, la “costola femminile” di Confapi, come nasce? “In realtà – sottolinea Roberta Pedri – tutto parte dalla volontà, condivisa con la mia collega e vice presidente Eva Russo (titolare di Non solo porte di Quargnento), di ridare vigore ad un filone di dibattiti e approfondimenti sul “fare impresa” al femminile, che già in passato Confapi coltivò, con buoni risultati. Il nostro obiettivo è ricostituire un gruppo di donne imprenditrici (stiamo procedendo a contattare tutte le iscritte a Confapi, ma siamo aperte anche a nuovi ingressi dall’esterno), che si incontrino fisicamente almeno una volta al mese, e soprattutto imparino a “fare rete”, mettendo a fattor comune esperienza, competenze, interessi, e certamente anche difficoltà, per provare a risolverle insieme. Mi ha sempre colpita il fatto che in tanti mi dicessero: vedrai, dovrai scegliere tra carriera e famiglia. Problema che tra l’altro le donne ‘in carriera’ nelle aziende avvertono senz’altro in maniera anche più forte, rispetto ad un’imprenditrice. Ecco, mi piace pensare che non sia così, che davvero non sia necessario rinunciare ad un percorso professionale gratificante per essere moglie e madre, o viceversa. Ma anche di questi temi, come di quelli più specificamente legati alle aziende, cercheremo di dibattere all’interno di Apid Alessandria”.
Ettore Grassano
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