Il nuovo convegno, Giovanni Faldella e la Scapigliatura piemontese, che si svolgerà il 4-5 ottobre nel Teatro comunale di San Salvatore Monferrato, rientra nella Biennale “Piemonte e letteratura”, istituita ufficialmente nel 1981, dopo il successo di due precedenti convegni: Igino Ugo Tarchetti (1976) e Piemonte e Letteratura nel Novecento (1980).
La prima occasione, che portò San Salvatore Monferrato al centro della cultura internazionale, fu l’incontro dedicato a Igino Ugo Tarchetti, romanziere Scapigliato, al quale San Salvatore diede i natali nel 1839.
La Biennale, che nel 2019 compie 43 anni, è un miracolo di continuità e coerenza, realizzato grazie alla lungimiranza di un Sindaco illuminato, Carlo Palmisano, già allora sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, che ne ha sempre condiviso i contenuti e gli obiettivi. È evidente che, senza i contributi dei soci fondatori anche in tempi economicamente difficili come quelli che stiamo attraversando, il sogno di Palmisano si sarebbe infranto già molti anni fa ed è altrettanto evidente che si sono impegnati perché hanno riconosciuto che — come avrebbe detto Montale – “giusto era il segno”. Anche quest’anno, dunque, San Salvatore Monferrato ritorna al centro della Cultura con la maiuscola, con la stessa convinzione: quella di trasformare un microcosmo, fertile di marchi commerciali e imprenditoriali, in macrocosmo culturale capace di varcare i confini con apporti squisitamente letterari.
Tutto questo non sarebbe ancora sufficiente per testimoniare un successo che resiste nel tempo, perché se è vero che premi, seminari e incontri di studio sono grandi quando il loro albo d’oro contiene nomi sommi, il nostro intento era quello di renderli “storici”, di sottrarli all’oblio, all’occasione transitoria e affidarli al futuro. Per questo motivo ogni convegno si è trasformato in un libro e oggi il Monferrato e San Salvatore possono vantare un’intera antologia presente nelle biblioteche nazionali e internazionali.
La scommessa fatta dai soci fondatori, passati e presenti, si può considerare dunque vinta, perché con i convegni, i volumi di Atti presenti nelle biblioteche di tutto il mondo, i seminari alla presenza dell’autore e i Premi per la saggistica, hanno dimostrato che la Cultura con la maiuscola non può essere solo il privilegio di grandi centri urbani, ma deve essere tale ovunque, testimoniando che il nostro paese, l’Italia, è l’unico paese del mondo che trasuda una cultura non effimera anche nei suoi angoli più remoti.
Di seguito i titoli che compongono questa importante bibliografia: Igino Ugo Tarchetti e la Scapigliatura (1976); Piemonte e Letteratura nel ’900 (1980); Piemonte e Letteratura 1789 — 1970, due tomi (1982); Vittorio Alfieri e la Cultura Piemontese fra Illuminismo e rivoluzione (1984); Da Carlo Emanuele I a Vittorio Amedeo II (1987); Cesare Pavese oggi (1989); Beppe Fenoglio oggi (1991); Primo Levi: memoria e invenzione (1993); Natalia Ginzburg: la casa, la città, la storia (1995); Carlo Levi: le parole sono pietre (1997); Mario Soldati: lo specchio inclinato (1999); La cultura del Novecento in Piemonte: un bilancio di fine secolo (2001); L’oro e l’alloro: letteratura e economia nella tradizione occidentale (2003); La parole del sacro. L’esperienza religiosa nella letteratura italiana (2005); Letteratura e sport. Per una storia delle Olimpiadi (2006); Cavalcare la luce, scienza e letteratura (2009); Muse cangianti tra letteratura e arti figurative (2011), Gina Lagorio, “Respirare Piemonte” (2014); Guerra e pace nel Novecento e oltre (2016), Parole e immagini per Nelo Risi (2017), Sibilla Aleramo: una donna nel Novecento (2019).