Venerdì 6 settembre 2019 alle ore 18,00 presso Il Salone di Rappresentanza della Basile, in via Tortona n. 71, Alessandria si terrà la presentazione del libro di Giovanni Negri dal titolo “IL MISTERO DEL BAROLO – Ma è il Nebbiolo che conquisterà il mondo”.
Modera Fabrizio PRIANO Presidente dell’Associazione Culturale Libera Mente-Laboratorio di idee. Priano commenta: “Giovanni NEGRI giornalista e scrittore, è stato segretario del Partito Radicale e Parlamentare Europeo, oggi imprenditore vinicolo nell’Azienda di famiglia, presenta un libro interessante e singolare con il quale affronta, sotto forma di un vero e proprio romanzo giallo, il mistero per il quale il valore del vino Barolo si moltiplica in modo esponenziale”.
“IL MISTERO DEL BAROLO Ma è il Nebbiolo che conquisterà il mondo”
di Giovanni Negri
C’è stato un tempo in cui per comprare un ettaro di terra nel fazzoletto di Langhe dove si produce il Barolo bastavano cinquemila lire. Oggi lo stesso ettaro può valere dai due ai quattro milioni di euro: dalla “malora” alla speculazione, la vigna è diventata un caveau di oro nero. Com’è successo? Perché il valore di questo vino si moltiplica in modo esponenziale, più di ogni altro? Quali segreti nasconde?
Giovanni Negri, scrittore e imprenditore vinicolo, ci guida in un curioso viaggio nel tempo e nello spazio per risolvere Il mistero del Barolo: dalla preistoria enologica delle legioni romane alle più avanzate tecniche di analisi del Dna, dal Medioevo caldissimo e fecondo alla temibile Piccola era glaciale del Seicento, dai roghi degli eretici di Monforte al climate change dei nostri giorni, dalle profondità giurassiche di Eurafrica all’Atlantide di vigne che un tempo ricoprì – e che potrebbe tornare
a ricoprire – il Piemonte…
Come nel più classico dei gialli arriveremo, indizio dopo indizio, a svelare il passato, capire il presente e immaginare il futuro di un vino che conta solo 14 milioni di bottiglie l’anno ma contiene dentro di sé un mistero assai più profondo.
Perché l’autentico protagonista non si chiama Barolo ma ha un’identità assai più antica e nobile, che dai tempi di Dante e san Francesco arriva fino a noi, pronta a conquistare il mondo, anche grazie alla sua peculiarità: a differenza di ogni altro vitigno, non è mai stato e mai sarà riproducibile o clonabile, né si può trasferire dalle terre che all’ombra delle Alpi ne furono la culla e ne sono, tuttora e forse per sempre, l’unico regno.