di Enrico Sozzetti
C’è un piccolo segnale che qualcosa si sta muovendo». Paolo Valvassore, presidente di Ance Alessandria (costruttori edili, il direttore è Marco Massone), lo dice subito in apertura della presentazione del rapporto 2019. «Aumentano gli iscritti alla Cassa Edile, aumentano le ore lavorate e la massa salari. E crescono anche i permessi di costruire». Dopo anni di stagnazione, quando non di pesanti contrazioni, davvero qualcosa sta cambiando? Alcuni numeri effettivamente sostengono la previsione per un 2019 che potrebbe chiudere con un segno finalmente positivo. Di poco, certo, ma comunque positivo. E il merito di chi è? «Il settore privato è quello che registra la crescita, mentre i lavori pubblici restano al palo» è la lapidaria risposta di Valvassore.
Quindi il cantiere del terzo valico ferroviario continua a non incidere sull’occupazione? Il peso dei cantieri è sintetizzata in modo efficace dai dati della Cassa Edile nel primo semestre di quest’anno: le aziende che operano sul territorio alessandrino per realizzare l’opera non toccano il 4 per cento del totale, il numero di lavoratori è inferiore al 17 per cento (sempre sul totale provinciale) e la massa salariale si ferma al 10 per cento. Ancora il presidente Valvassore: «Dall’analisi dei dati della Cassa Edile di Alessandria, il riferimento è al bilancio chiuso al 30 settembre 2018, si registra, nel confronto con l’anno precedente, un andamento costante del numero delle imprese iscritte (il numero delle quali risulta dimezzato, tuttavia, rispetto al 2008) e del numero dei lavoratori (scesi di oltre il 30 per cento rispetto all’inizio della crisi) mentre si registra una stabilità delle ore lavorate e un lieve incremento della massa salari denunciata. Un segnale positivo arriva dalla proiezione dei dati del primo semestre 2019 (ottobre 2018 – marzo 2019) che, rapportata al primo semestre 2018, evidenzia un aumento del numero dei lavoratori iscritti alla Cassa Edile, delle ore lavorate e della massa salari denunciata, posizionando la provincia di Alessandria al di sopra della media del Piemonte. Ciò che emerge in maniera piuttosto evidente dalle statistiche della Cassa Edile alessandrina è, tuttavia, un cambio radicale nella conformazione della platea degli iscritti, che dai dati 2018 risulta quasi interamente composta da imprese micro-piccole (oltre il 78 per cento degli iscritti sono imprese fino a 5 dipendenti)».
I numeri illustrati da Cinzia Capelli del servizio fiscale e coordinatrice della Cassa Edile sono eloquenti quando mette a confronto il 2008 ed il 2018: le imprese industriali associate sono passate da 363 a 261 e le artigiane da 1005 a 422, gli addetti dell’industria erano 3054 e sono scesi a 2411 mentre quelli delle imprese artigiane che erano 2894 hanno toccato quota 1222. Le imprese associate nel 2008 erano in media 1.400, oggi la media è scesa a 688.
Ma quando appaiono le percentuali relative agli iscritti alla Cassa Edile il quadro cambia: i lavoratori aumentano del sette per cento, le ore lavorate di oltre l’11 per cento, la massa salariale registra un più 13,3 per cento con un 2019 che potrebbe chiudere su 56 milioni (erano 80 milioni prima dello scoppio della crisi). Il settore privato sta tornando a fare la sua parte, come confermano i permessi per costruire per abitazioni nuove e per ampliamenti. «Nuove costruzioni – precisa Stefano Ponzano, responsabile del settore urbanistica- non significa però consumo di suolo, bensì riqualificazione e rinnovo del patrimonio esistente». Se i permessi di costruire sono stati 1807 nel 2007 e 102 nel 2017 (una fotografia impietosa della bufera che ha travolto il settore edilizio), è dal 2011 che la manutenzione straordinaria continua a crescere (più 185 per cento in otto anni) e con l’ultimo dato che si attesta su un incremento del 3 per cento che conferma una attività intensa che vede città come Alessandria e Acqui registrare incrementi del 15 e del 18 per cento, Ovada, Tortona del 2 per cento, Valenza del 10 per cento e solo Novi (meno 8 per cento) e Casale (meno 21 per cento) in negativo. Certo i cantieri non hanno più grandi dimensioni: il 61 per cento ha un valore inferiore a 50.000 euro e il 76 per cento è sotto i 10.000 euro. E inoltre moltissimi di questi cantieri non durano oltre un anno.
L’andamento conferma comunque che «le famiglie investono sulle manutenzioni e questo dovrebbe spingere il governo a mantenere e rilanciare gli incentivi» è la valutazione che arriva da Paolo Valvassore. Che poi punta l’attenzione sul mercato immobiliare: «I dati provenienti dall’Agenzia delle Entrate del settore immobiliare confermano i segnali di ripresa già registrati a partire dal 2014/2015. Nel 2018 il territorio provinciale ha mantenuto pressoché invariato il numero di compravendite del settore residenziale registrato nel 2017: la macro zona del Tortonese ha segnato l’incremento più evidente (+ 11 per cento), insieme al territorio comunale di Alessandria (+ 4 per cento); l’Acquese e il Casalese hanno invece segnato un trend negativo (rispettivamente -9 e – 11 per cento). Come già evidenziato in passato, è opportuno specificare che i dati dei volumi di compravendita riguardano la totalità degli immobili trasferiti sul mercato immobiliare, rispetto alla quale, solo una minima quota è costituita dalle unità di nuova realizzazione commercializzate dalle imprese di costruzione. Rappresentano, in ogni caso, un valido indicatore della propensione del mercato nei confronti degli investimenti immobiliari».
Il nodo largamente irrisolto resta quello dei lavori pubblici, rispetto ai quali la legislazione ha pesanti responsabilità, come rileva Romano Mutti, responsabile opere pubbliche di Ance Alessandria. «Nei primi quattro mesi del 2019 – afferma – c’è stata una piccola ripresa dei lavori pubblici, con importi da 150.000 a 500.000, poi è arrivato il decreto ‘sblocca cantieri’ che ha di fatto causato l’ennesimo blocco per via, in particolare, di un cambio di procedure, ricambiate ancora a giugno. Il valore non certo elevato degli appalti non consente alle imprese di programmare, mentre rimangono aperte questioni come la manutenzione stradale che in Piemonte ha un gap di 4 miliardi e in provincia di Alessandria, successivamente al monitoraggio scattato dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova, è stato stimato in 70 milioni di euro il valore degli interventi manutentivi».
Al termine della presentazione del rapporto non è mancato un riferimento al Palazzo dell’Edilizia (firmato da Daniel Libeskind, architetto internazionale, classe 1946, nato in Polonia e naturalizzato statunitense), opera totalmente privata e destinata a ospitare le istituzioni bilaterali del comparto. «La realizzazione – sono le parole del presidente di Ance Alessandria – continua a essere all’attenzione del Collegio Costruttori che non ha mai pensato di non poterlo realizzare, anche nei momenti di difficoltà, per portare a termine gli impegni assunti. Da parte nostra siamo determinati a costruirlo secondo il progetto in vigore, ma deve esserci analoga determinazione da parte di tutti i soggetti interessati e consapevoli delle responsabilità assunte fin dall’inizio. Per quanto ci concerne, noi siamo pronti».