di Enrico Sozzetti
Una produzione media all’anno di 2,5 miliardi di capsule compatibili per il caffè che colloca l’azienda al primo posto fra i produttori a livello europeo, che oggi è il mercato che rappresenta il novanta per cento di quello mondiale. Un giro di affari di quasi sessanta milioni di euro e duecento dipendenti. Una realtà industriale importante per il territorio, certo non paragonabile per dimensioni e fatturato a colossi internazionali. Eppure la ricerca e lo sviluppo su cui ogni anno l’azienda investe una percentuale rilevante e i brevetti messi a punto le hanno permesso di vincere contro una multinazionale.
Protagonista è la Bisio Progetti (Gruppo Guala di Alessandria) che ha vinto una causa contro la Nestlè e potrà produrre le capsule per caffè compatibili con il sistema Dolce Gusto, quelle della multinazionale svizzera. Il Tribunale di Milano ha chiuso così una vicenda che ha preso le mosse nel dicembre del 2016. Bisio Progetti si era rivolta al Tribunale di Milano, Sezione specializzata in Materia di impresa, per «instaurare» (è la definizione giuridica) una causa nei confronti della Nestlé. «È un’azione di accertamento negativo della contraffazione dei brevetti. Lo strumento è utile ed efficace – spiegano i legali della Bisio, gli avvocati Alberto Camusso e Chiara De Cesero, dello studio Jacobacci e Associati di Torino – per le imprese che vogliono superare situazioni di incertezza circa la legittimità dei loro prodotti, in modo da poter pianificare correttamente la produzione ed evitare a se stesse ed ai propri clienti contestazioni future e possibili attacchi giudiziari». I legali hanno chiesto ai giudici di pronunciarsi sul fatto che le capsule per caffè e bevande solubili prodotte e commercializzate da Bisio Progetti, compatibili con il sistema Dolce Gusto di Nestlé, non costituiscono una contraffazione dei brevetti di Nestlé sulle capsule Dolce Gusto. La Nestlé era ovviamente di parere contrario. Il Tribunale ha quindi fatto eseguire una analisi tecnica, affidata a un collegio di tre consulenti nominati dal giudice Alima Zana. Il 14 gennaio è stata emessa l’ordinanza che ha visto il Tribunale accogliere integralmente la tesi di Bisio Progetti e ha accertato che le capsule non violano i brevetti Nestlé.
La Nestlé si è appellata all’ordinanza di primo grado. Ma ha perso nuovamente. Il 12 luglio, il collegio di Giudici del Tribunale di Milano ha rigettato il reclamo della multinazionale, confermando integralmente l’ordinanza di gennaio, ribadendo che le capsule Bisio attualmente in commercio non violano i brevetti Nestlé, la quale è anche condannata al pagamento delle spese processuali. La decisione è definitiva in quanto l’ordinanza di reclamo non è impugnabile.
Bisio Progetti (stampaggio a iniezione di materie plastiche in ambito farmaceutico, medicale cosmetico e alimentare; il presidente è Stefano Guala e amministratore delegato è Luigi Bisio) ha sviluppato la progettazione e produzione di capsule per caffè e bevande solubili. È poi entrata nel mercato delle compostabili e in quello internazionale delle capsule compatibili per bevande fredde e calde (macchina Dolce Gusto per tè, tisane e infusi). Ogni capsula compatibile è realizzata con componenti in grado di resistere ad alte temperature (mediamente 90 gradi) e a una pressione di 10-12 bar per oltre trenta secondi, il tempo necessario all’erogazione del caffè. La realizzazione è coperta da brevetto, anche per la parte della saldatura della plastica.