di Enrico Sozzetti
«Quella di Riso & Rose è stata la prima sfida che abbiamo dovuto affrontare con questo nuovo assetto. Ci siamo entrati in corsa, confrontandoci in ogni momento, gestendo una manifestazione che ha subìto modifiche organizzative rispetto alle precedenti edizioni e che si è svolta sfidando un clima più autunnale che primaverile, ma oggi posso dire che la soddisfazione dei Comuni che hanno aderito è totale e soprattutto sono andati oltre ogni aspettativa i risultati delle presenze da fuori provincia e fuori regione, anche grazie a una comunicazione extra locale che è partita dalla presentazione a Milano ed è proseguita con decine e decine di articoli sulla stampa nazionale che ha parlato di Riso & Rose per raccontare del Monferrato». Pierluigi Prati, presidente di Alexala, agenzia turistica della provincia di Alessandria, parla con l’entusiasmo e il pragmatismo dell’imprenditore (gestisce un’azienda vitivinicola a Strevi) della prima grande sfida che ha dovuto affrontare.
Prati, partiamo proprio da Riso & Rose. È stata la prima manifestazione gestita dalla nuova Alexala, che ha assorbito il consorzio Mon.D.O che oggi è in liquidazione, e subito si è confrontata con il ‘sistema’ del Monferrato Casalese. I rapporti come sono?
«Di piena collaborazione e ampia soddisfazione alla luce dei risultati di Riso & Rose».
Nella città di Casale non sono mancate critiche e riserve su alcuni aspetti organizzativi e comunicativi..
«Ho avuto modo di confrontarmi, discutere e anche spiegare le ragioni di una comunicazione tutta rivolta all’esterno. Dalla prossima edizione prevederemo anche un momento riservato alla stampa locale, ma quello che conta, ed è quello che ci è stato subito chiesto, è che il messaggio sul ‘Monferrato life style’ sia arrivato a livello nazionale».
Ha già avuto contatti con Federico Riboldi dopo l’insediamento a Palazzo San Giorgio?
«Sì. Ho già avuto un incontro con il sindaco che ha assicurato il massimo impegno a sostenere, anche investendo risorse maggiori rispetto al passato, una serie di iniziative sul Monferrato. Abbiamo anche condiviso l’idea di riformulare un po’ Riso & Rose dalla prossima edizione. Non bisogna dimenticare che Riboldi, come vicepresidente della Provincia di Alessandria, è stato uno dei primi sostenitori del piano industriale di Alexala. Dopo la trasformazione in società consortile a responsabilità limitata abbiamo anche riordinato gli Iat (punti di informazione ed accoglienza turistica), compreso quello di Casale dove abbiamo assunto due persone. Il sindaco ha anche detto di voler lavorare sull’ipotesi di trasferire il punto informativo all’interno del castello».
La politica di Alexala punta da un lato «a creare un turismo ‘marketing oriented’ che sappia soddisfare o, meglio ancora, anticipare, le richieste e le esigenze del turista e che abbia come linea guida la customer satisfaction» e dall’altro «a promuovere l’attivazione di sinergie tra istituzioni e imprenditoria privata». Il capitale sociale passerà da 40.800 a 55.800 euro, sul quale chi è già all’interno della compagine sociale (40 soci pubblici e 12 privati) potrà esercitare il diritto di opzione per garantire l’ingresso di nuovi soci. Il processo dovrebbe concludersi a luglio con l’aumento di capitale. Alexala ha un budget per il 2019 che si attesta su 500.000 euro, destinati a salite a 700.000 nel 2020 e a un milione nel 2021.
Andrà tutto andrà come previsto?
«In questo momento posso dire che Alexala è in sicurezza per il 2019, mancano solo fra i 40 e i 50.000 euro per raggiungere il budget previsto e sono fiducioso che anche nel 2020 riusciremo a rispettare i parametri fissati dalla legge Madia. Ma senza una svolta netta, nel 2021 rischiamo di non raggiungere l’obiettivo».
Il confronto con ‘Langhe, Monferrato e Roero’, nata dalla fusione con Asti, è pesante nei numeri, benché i territori abbiano un numero simile di abitanti (400.000 contro i 428.000 di Alessandria): un conto economico preventivo per il 2019 che si attesta su due milioni e centocinquantamila euro e un capitale sociale che raggiungerà i 70.000 euro, sottoscritto da 167 soci (il 17 per cento del capitale sarà della componente privata, il restante 83 per cento della componente pubblica).
Alexala rischia grosso?
«Sul territorio alessandrino continuano i campanili, si crede troppo poco nel collettivo e sul fronte del turismo sta tornando il sempre più negativo ‘fai da te’. Una politica organica di promozione turistica deve andare a vantaggio di tutto il territorio, è necessario garantire precise condizioni a chi vuole investire sul territorio progettando iniziative turistiche permanenti e non solo singoli eventi, anche di grande richiamo. E bisogna fare crescere l’accoglienza collegata al turismo permanente. Inoltre è fondamentale la collaborazione fra attività turistica e attività di prodotto: la strada da percorrere è quella del ‘packaging del territorio’». Ovvero? «Ogni prodotto dovrebbe riportare sull’etichetta che proviene dal Monferrato, favorendo l’identificazione con il territorio. Speriamo in un atteggiamento positivo, da questo punto di vista, dei due assessori regionali alessandrini (Vittoria Poggio con le deleghe a Commercio, Turismo e Cultura e Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura con delega al cibo, ndr)».
Prati parla chiaro. «Non possiamo nascondere che esistono delle criticità irrisolte, come per l’Acquese dove c’è un problema di riorganizzazione dell’offerta turistica, ma sia in quest’area, sia in altre, tutto va fatto risalire alla necessità di un confronto più articolato con la Camera di Commercio, ente economico di area vasta, le associazioni di categoria (dal commercio all’industria al settore primario), ai Consorzi, fino alla Federazione degli agenti immobiliari professionali. Insomma, con tutto quel sistema che non è stato ancora costruito».
Ma intanto bisogna trovare le risorse per garantire il futuro di Alexala. «Per raggiungere la piena autonomia è necessaria una volontà comune in tutta la provincia per associarsi, non solo con una presenza minima (la trasformazione in società consortile a responsabilità limitata ha anche cambiato l’effetto moltiplicatore delle quote di partecipazione che non sono più singole quote bensì una percentuale del capitale di Alexala, ndr), e per condividere strumenti essenziali come la tassa di soggiorno o di scopo come la si vuole chiamare. Nell’Albese, per capirsi, il cinquanta per cento della tassa di soggiorno va ai Comuni (che per legge la possono incassare) e il resto all’Atl, sommandosi così alle quote sociali. Ad Alessandria c’è il capoluogo che sulla tassa ha una sua idea, peraltro non molto chiara, mentre altre amministrazioni comunali sembrano cambiare progettualità a seconda dei sindaci che le guidano. Non ci sono altre alternative. Una poteva essere quella della fusione con un’altra Atl, ma abbiamo visto come è finita con Asti e non è certo pensabile guardare a Vercelli che è troppo diversa. E poi, lo vuole un dato per fare capire cosa significa la volontà comune? Nel Cuneese il 97 per cento dei Comuni è socio delle agenzie turistiche pubbliche, in provincia di Alessandria si raggiunge a stento il 25 per cento».