Ci saranno anche le api a controllare la discarica sostenibile ‘La Filippa 2.0’, testimonianza concreta di economia circolare [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

«Se il progetto è legittimo nel merito, vado avanti e non rinuncio». Parola di Massimo Vaccari, classe 1962, imprenditore, amministratore unico della società La Filippa 2.0, che venerdì scorso ha consegnato alla Provincia di Alessandria l’istanza di avvio del procedimento per il progetto di sistemazione complessiva delle aree di cava e discarica in località Cascina Pitocca (la superficie è di 350 ettari) a Frugarolo e Casal Cermelli e la predisposizione, attraverso una discarica di soli rifiuti non pericolosi a servizio dell’economia circolare, per il riutilizzo a fini turistico-ricreativi. La prima presentazione del progetto è avvenuta nell’ottobre del 2018, poi la società nel gennaio scorso ha chiesto la sospensione temporanea del procedimento e a marzo ha chiesto la sospensione dell’avvio del procedimento fino al 30 giugno. Perché? Per prendere tutto il tempo necessario per spiegare alla popolazione della zona (dove sono subito sono nati i Comitati ‘contro’) il progetto, per ascoltare e dialogare, per chiarire tutti i dettagli di un impianto innovativo.

La Filippa 2.0 è infatti una discarica sostenibile al servizio dell’economia circolare, «a basso e breve impatto ambientale» si legge sulle relazioni che accompagnano il progetto. I materiali conferibili sono costituiti «da rifiuti non pericolosi, derivanti dalle attività di riutilizzo, riciclo, recupero e gestione dei rifiuti prodotti dal sistema dell’economia circolare a servizio della comunità civile». Sono totalmente esclusi quelli urbano o provenienti da impianti di trattamento di rifiuti industriali. Nella documentazione della società di parla di «scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone; parte di rifiuti urbani e simili non destinata al compost; rifiuti solidi prodotti da processi di filtrazione e vaglio primari; fanghi prodotti dai processi di chiarificazione delle acque; fanghi prodotti da processi di decarbonatazione; minerali (per esempio, sabbia, rocce); altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico di rifiuti; terra e rocce».

Tutta la documentazione relativa al progetto e il format per inviare domande e chiedere chiarimenti online, sono a disposizione sul sito dedicato https://lafilippa2.it/, che è stato creato appositamente. Finora il sito ha ricevuto ottomila visite, sono state scaricate 14.500 pagine e 16.800 file. Intanto prosegue l’organizzazione di incontri con un numero ristretto di persone per volta per avere una relazione diretta e rispondere a tutti.

Massimo Vaccari, insieme a un gruppo di tecnici ed esperti (fra cui Riccardo Puntoni, direttore di epidemiologia ambientale all’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro a Genova), ha voluto aggiungere al progetto originale una enorme mole di documentazione in più sui rischi di esondabilità, per i pozzi Molinetto, per le falde acquifere, per la gestione del percolato, per la salute. «Abbiamo voluto delineare gli scenari peggiori e più estremi per stabile con rigore scientifico quali potrebbero essere le conseguenze per l’area. I risultati sono tutti estremamente positivi: la zona non è in alcun modo a rischio. Ma noi – precisa Massimo Vaccari – abbiamo fatto di più inserendo una serie di interventi e di clausole molto più stringenti e di garanzia di quelle previste dalla legge. Ora tocca alla Provincia». Che ha un mese di tempo per verificare la congruità della documentazione, poi si aprirà la fase delle osservazioni e infine si aprirà la Conferenza dei servizi. Tempi? Difficile rispondere perché adesso è tutto in mano alla burocrazia dell’ente, però potrebbe essere realistico ipotizzare la fine del 2019 come periodo entro il quale dovrebbe arrivare la risposta definitiva.

L’impianto alessandrino intende smaltire nell’arco di otto anni le frazioni di rifiuto che non si possono riciclare. Il primo intervento prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico e della casa del custode (anch’essa totalmente all’insegna della sostenibilità). E alla fine verrà restituito alla collettività un parco green con un valore aggiunto di potenziale attrattivo turistico. All’ingresso verranno collocate tavole esplicative per raccontare ai visitatori «cosa c’è, cosa è arrivato e come è stato gestito. L’unico percolato presente, vista la natura dei rifiuti, sarà quello delle acque piovane, subito estratte». Per Massimo Vaccari, l’ambiente è la priorità. E se a Cairo Montenotte, sull’area della prima discarica sostenibile La Filippa, vengono organizzati spettacoli e concerti, fra Casal Cermelli e Frugarolo nascerà ‘Minipò’, una pista ciclabile e pedonale lunga circa 1.300 metri che avrà la forma del percorso del fiume Po e si snoderà nel parco tra fiori e piante. È prevista anche l’installazione di una serie di giochi per bambini. E poi «a una manciata di chilometri passerà la pista ciclabile del progetto ‘Vento’. Un’altra opportunità turistica da valorizzare».

La Filippa è stata aperta nel 2008, senza la presenza di impianti di trattamento o trasformazione. L’unica attività svolta consiste nel riempire gli spazi disponibili, con rifiuti, selezionati nei luoghi di produzione esterni all’impianto, valutati idonei in conformità alle normative e al modello di gestione adottato. Mano a mano che gli spazi vengono colmati si procede alla sistemazione finale dell’area con terreno vegetale, al rinverdimento, alla piantumazione e infine alla realizzazione di aree verdi attrezzate. Quando la discarica sarà esaurita, «in un’ottica di continua valorizzazione delle risorse, l’area diventerà un parco, con intorno cascine ristrutturate e abitate» sottolinea Vaccari.

L’amministratore unico della Filippa 2.0 però non vuole aspettare anni prima di vedere riqualificata l’area. E così ha elaborato una proposta integrativa che vale 690.000 euro di investimento per il ripristino ambientale dell’area dell’ex discarica esaurita di inerti che si chiama “Verso il Minipò” e che, se verrà dato il via libera al progetto, sarà pronta in coincidenza con l’avvio del cantiere per ospitare incontri e iniziative rivolte sia al personale addetto, sia ai visitatori. Partner del progetto complessivo di recupero dell’area in località Pitocca è Legnolandia, azienda di Forni di Sopra (provincia di Udine), nata nel 1830, che produce edifici in legno e arredo da giardino, giochi per parchi, strutture per arredo urbano.

Ma non è tutto. All’interno della Filippa 2.0 vi sarà una stazione di biomonitoraggio ambientale con le api. «Analizzeremo il miele per accertare lo stato di salute dell’ambiente» dice Vaccari. Da imprenditore, ovviamente cerca il business, ma appartiene a quella schiera, non ancora numerosa, di coloro che credono nel valore dell’economia circolare, nel recupero e nella valorizzazione, nei processi che garantiscono utili all’azienda, ma anche alla popolazione e al territorio. È un sognatore? Sì. Ma di quelli con i piedi per terra e orgoglioso (come il fratello Carlo, classe 1965) del processo di diversificazione, evoluzione e innovazione intrapreso dalla famiglia Vaccari nel corso di una storia d’impresa che inizia alla fine del 1800 a Valenza per poi proseguire a Cairo Montenotte e, forse dall’anno prossimo, fra Casal Cermelli e Frugarolo.