Un leggero utile di gruppo nel 2012, “grazie soprattutto alla nuova farmacia di largo Catania, aperta 24 ore su 24”, e non poche preoccupazioni per una serie di lacci e lacciuoli che rischiano di impedire lo sviluppo di nuovi progetti, mettendo a rischio anche diversi posti di lavoro.
Farm.Al è la società (80% a capitale pubblico, riconducibile al gruppo Provera, 20% in mano a Palazzo Rosso) che gestisce, nel capoluogo, le 6 ex farmacie comunali e una parafarmacia, all’interno del centro commerciale Gli Archi. Quello che ospita l’ipermercato Coop, per intenderci. Ed è da lì che nasce una delle maggiori criticità attuali: “il progetto della parafarmacia – spiega la direttrice di Farm.Al, Maria Bernini – prevedeva un’inversione di locazione, assolutamente più funzionale alle esigenze del mercato e dell’utenza: avremmo voluto spostare agli Archi la farmacia che oggi si trova alla Pacto, e insediare la parafarmacia nella stessa Pacto, per non lasciare in ogni caso sguarnita quell’area, prossima all’ospedale”. Ma non sempre le ciambelle riescono col buco, soprattutto se ci si mette di mezzo la mano pubblica, con una serie di vincoli e cavilli burocratici. “In sostanza – spiega il direttore – siamo assolutamente al palo, poiché il decreto legge che avrebbe dovuto consentire l’operazione è oggetto di diversi ricorsi pendenti al Tar, e la nostra autorizzazione finora è ‘rimbalzata’, senza esito positivo, tra approvazioni regionali e della Asl, e pareri del comune. La sostanza, purtroppo, è che non si intravedono spiragli positivi. E se non ci saranno clamorosi e positivi colpi di scena, entro l’estate potremmo essere costretti a chiudere la parafarmacia degli Archi, che ci genera un passivo annuo insostenibile. Questo, purtroppo, significherebbe anche il licenziamento di diversi addetti”.
Farm.Al ha chiuso il 2012 con un fatturato complessivo di 11 milioni e 210 mila di euro, e ha 39 dipendenti (erano 28 nel 2011): “Nel corso del 2012 – spiega Maria Bernini – abbiamo assunto una decina di farmacisti, anche se perlopiù con contratti a termine. Ma così stando le cose, una riduzione dell’organico sarà inevitabile”.
L’altro progetto mai decollato riguarda la farmacia di piazza Mentana, attualmente costretta in spazi “angusti”, e che la proprietà avrebbe voluto trasferire in una diversa location, sempre nella piazza. “Ma l’amministrazione comunale, che pure è nostro socio di minoranza – spiegano a Farm.Al – ha bloccato il progetto, che ormai probabilmente va considerato archiviato. Peccato che, anche in questo caso, avessimo già sostenuto una serie di spese ed investimenti, che appesantiscono i conti della società”. A tutto ciò, naturalmente, vanno sommate le difficoltà che caratterizzano tutto il settore: da un lato il calo della redditività, dovuto alla revisione dei margini su molti prodotti, dall’altro la lentezza nei rimborsi da parte delle Asl. E anche su questo fronte Alessandria brilla in complicazioni: “Sono direttore anche di un’altra società del nostro gruppo – spiega Maria Bernini – che gestisce 5 farmacie ex comunali a Novara, e finora abbiamo dovuto constatare, purtroppo, che le diverse Asl della Regione Piemonte viaggiano a diverse velocità. Oggi è stata raggiunta intesa perché i pagamenti delle fatture siano effettuate a 60 giorni, ma su Alessandria rimane in problema di un pregresso mai saldato, legato a 4 mesi del 2012”.
In questo contesto, parlare di nuovi progetti, “che pure ci sono”, diventa particolarmente difficoltoso. Ma proprietà e dirigenza di Farm.Al rimangono determinati: “la nostra farmacia di Largo Catania – affermano – è la dimostrazione del fatto che con iniziative moderne e ben calibrate è assolutamente possibile crescere, anche in contesti di crisi, intercettando i bisogni dell’utenza, e cercando di soddisfarli nel modo migliore. Noi non dimentichiamo che le farmacie comunali sono un servizio pubblico, e cerchiamo di fornirlo nella maniera più efficace. Naturalmente con il vincolo di far tornare i conti, perché siamo un’azienda che deve produrre utili”. Ma fra i nuovi progetti potrebbero esserci sia l’acquisto del rimanente 20% di quote ancora in mano al comune di Alessandria, sia una qualche forma di acquisizione o partnership delle farmacie pubbliche tortonesi?
“Siamo aperti a valutare tutte le opportunità – concludono in Farm.Al -, purché sia chiaro che noi non facciamo politica, non ci interessa. Siamo imprenditori, questo crediamo di saper fare, e vorremmo poter fare nel modo migliore anche in un settore così importante e delicato: per noi, per i nostri dipendenti, e per l’intera comunità”.
E. G.