Giovedi 16 maggio 2019 alle ore 18,00 presso il Salone di Rappresentanza della residenza Basile di Alessandria si terrà la presentazione del libro di Daniela Piazza “La musica del male”.
Modera Fabrizio Priano Presidente dell’Associazione Culturale Libera Mente, che commenta: “Daniela Piazza è scrittrice sensibile e raffinata, storica dell’Arte e musicista. Il suo ultimo romanzo storico “La musica del male” racconta un episodio della vita di Leonardo da Vinci, ritenuto il più grande genio di tutti i tempi. Proprio quest’anno ricorre l’anniversario della sua morte avvenuta 500 anni fa, il 2 maggio 1519 a Clos-Lucé vicino ad Amboise”.
Daniela Piazza
Nata a Savona nel 1962, Daniela Piazza è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia dell’Arte, e diplomata in pianoforte al Conservatorio “N. Paganini” di Genova. Da vent’anni insegna Storia dell’arte nel Liceo “Chiabrera/Martini” di Savona, dove si occupa anche dell’attività del Laboratorio musicale. Come musicista, si è esibita in duo con i pianisti Fabrizio Borchi e Fulvio Bianchi e fa parte del Coro Anton Bruckner e del gruppo Pro Musica Antiqua, indirizzato al recupero della letteratura musicale rinascimentale e barocca, eseguita con strumenti copie di quelli originali dell’epoca.
Ha pubblicato articoli a soggetto storico-artistico prima di esordire con il fortunato romanzo storico “Il tempio della luce”, edito nel settembre 2012 da Rizzoli e accolto con notevole interesse da stampa e lettori, a cui hanno fatto seguito “L’enigma Michelangelo” (Rizzoli, 2014) e “La musica del male” (Rizzoli, 2019).
“La musica del male”
1482. Quando Leonardo da Vinci arriva alla corte di Ludovico il Moro, in veste di ambasciatore a Milano per conto del Magnifico Lorenzo, porta con sé in dono una lira d’argento a forma di teschio di cavallo, che ha progettato e costruito personalmente. Artista già noto a Firenze, Leonardo è anche un grande musico, ed è venuto alla corte sforzesca con due seguaci: il giovane allievo Atalante Migliorotti e Tommaso Masino, esperto nel leggere i moti degli astri e affascinato della magia, che si fa chiamare Zoroastro.
Ben presto, però, lo strumento pensato da Leonardo rivela delle proprietà che sfuggono all’intelligenza del suo inventore: già alla prima esibizione pubblica, infatti, il maestro intuisce che la lira è dotata di volontà propria, e che le melodie che ne scaturiscono sono uniche e potenti, capaci di mettere in profonda connessione l’anima di chi la suona e di chi la ascolta. Qualità, queste, che Leonardo non riesce a spiegarsi razionalmente, ma che pure mette a frutto per realizzare il ritratto di Cecilia Gallerani, amante del Moro.