“Alessandria merita verità. Merita di tornare al centro dell’attenzione per trasparenza, legalità, coerenza con un indirizzo politico che richiami tutti al rigore e al buon senso, necessari per una sana gestione finanziaria ed economica. Il tempo del ‘rimescolamento’ dei numeri, per fingere quello che non c’era e non si è stati capaci di fare, è finito”, afferma Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sindaco di Alessandria.
L’amministrazione comunale Cuttica, insediatasi a metà 2017, ribadisce come, sin dall’inizio del mandato, abbia avuto sempre ben fermo come obiettivo “il rispetto della legge”.
Ma non è stato sufficiente. Infatti, a febbraio è arrivata la deliberazione 14/2019 della Corte dei Conti – tranciante, ma anche illuminante – che invitava a un compiuto ripristino della regolarità amministrativa e contabile, nonché a rivedere gli interi impianto e impostazione, anche numerica, dei bilanci dal 2012 al 2016.
Un’analisi impietosa, che ha obbligato l’Amministrazione comunale a prendere coscienza di una realtà drammatica che nemmeno la struttura burocratica è riuscita a cogliere nella sua complessità. Impegnate numerose risorse umane, costituito un gruppo di lavoro ad hoc, si è cercato di dipanare “il mistero”, ovvero il non inserimento in bilancio del debito 2011, quantificato in 46.887.506,73 euro, riscontrato a partire dal 2012 fino all’ultimo esercizio di cui risulta approvato il rendiconto (2017).
È stata necessaria una seria analisi sui numeri delle gestioni degli ultimi cinque anni con un lavoro di ricostruzione attento, attraverso un’analisi metodologica e comparativa.
Il composto silenzio, finora mantenuto dell’Amministrazione, è stato scelto per poter lavorare in serenità e arrivare a dare alla Corte dei Conti, al Consiglio comunale e, soprattutto, ai cittadini un’informazione finalmente corretta, attendibile e veritiera, che però porta il Comune verso una situazione difficoltosa.
Sbagliando l’Amministrazione comunale attuale si è fidata dei dati del bilancio 2016, sulla base dei quali lo stesso Ministero dell’Interno, con il proprio silenzio-assenso, aveva di fatto sancito la fine del dissesto.
Dissesto voluto dall’allora sindaco Rita Rossa, alla guida di un’amministrazione che non ha lavorato correttamente sull’impostazione del bilancio dal 2012 al 2014, aggravando, o meglio, compromettendo definitivamente la drammaticità dei numeri nel 2015.
Nel 2015 la Giunta Rossa ha infatti ignorato l’opportunità offerta dal D.Lgs. 126/2014, che avrebbe permesso di ripianare ogni squilibrio in 30 anni, rendendo indolore qualsiasi intervento. Nel 2015 l’amministrazione di sinistra ha perso l’occasione di restituire alla città un bilancio veritiero, come imposto dalla legge, ritenendo meglio perseverare negli errori dei 2 anni precedenti, e scegliendo – per aggiustare le cose – di non effettuare gli accantonamenti doverosi che il nuovo ordinamento contabile imponeva, ma che purtroppo, avrebbero palesato il grande deficit.
Così ancora nel 2016 e 2017. L’ex sindaco ha poi continuato a sbagliare sferrando attacchi mediatici senza precedenti, sparando a raffica numeri senza logica alcuna, evidentemente preoccupata che il vaso di Pandora sarebbe stato scoperchiato.
Ciò premesso, l’attuale sindaco Cuttica, rivolgendosi a dipendenti, cittadini, società partecipate, associazioni, amministratori, consiglieri, rassicura da ogni allarmismo, rimarcando come sia stato avviato “il necessario percorso per superare le condizioni che hanno causato il disavanzo, mettendo in campo tutte le misure utili per l’integrale ripiano e il finanziamento dei debiti fuori bilancio”.
Si provvederà, quindi, a una rigorosa revisione della spesa, alla verifica e alla valutazione dei costi dei servizi erogati, alla situazione di organismi e società partecipate.
“Nessuna conseguenza attende gli alessandrini sui tributi locali, già deliberati dalla passata amministrazione al massimo. Dovranno essere rafforzate le misure di controllo dell’evasione e del recupero. Dovranno cioè pagare tutti per pagare meno. I servizi a domanda individuale dovranno garantire la copertura nella misura prevista dalla legge. Per le nuove assunzioni resterà ferma la programmazione in atto, che dovrà essere sottoposta al controllo di compatibilità finanziaria da parte della Commissione. Nessuna limitazione alla contrazione di mutui, con totale salvaguardia per le spese di investimento su progetti e interventi per l’ottenimento di risparmi di gestione, funzionali agli obiettivi fissati nel piano di riequilibrio.
La vigilanza della Corte dei Conti e il controllo del Collegio dei Revisori dei Conti – che dovrà trasmettere semestralmente al Ministero dell’Interno una relazione – unitamente al nostro impegno, consentiranno il recupero della dignità economica a una città che grida vendetta per gli orrori del recente passato”.