di Cristina Bargero
Nonostante la chiusura e/o il ridimensionamento di molti stabilimenti, che ne hanno mutato la geografia economica, la provincia di Alessandria mantiene salda la propria vocazione manifatturiera, come indica anche l’ultima indagine congiunturale di Confindustria Piemonte, che prevede un +6% per il nostro territorio.
La resilienza, termine oggi molto di moda, del nostro tessuto industriale (così come di quello di parte del Nord-Ovest) è molto connessa al consolidarsi del quarto capitalismo.
Se il primo capitalismo era quello delle origini, con le prime grandi aziende, il secondo quello pubblico, sorto negli anni ’30 con la costituzione dell’IRI e delle altre imprese a partecipazione pubblica, il terzo era quello dei distretti, il quarto costituisce una evoluzione del terzo, indotta dagli adattamenti alla globalizzazione.
La definizione “quarto capitalismo”, utilizzata per la prima volta da Giuseppe Turani (“I sogni del grande Nord”; 1996, Il Mulino) che sottolineò come i nuovi players fossero le imprese intermedie definite anche “multinazionali tascabili, è stata poi ripresa da Mediobanca: “Il quarto capitalismo è costituito dalle imprese della fascia dimensionale intermedia, né grandi né piccole, generalmente distinte da una presenza internazionale e parzialmente riconducibili a sistemi produttivi locali”.
Per comodità metodologica si considerano le medie imprese (secondo Mediobanca le società di capitali tra 50 e 499 dipendenti e con un fatturato tra 16 e 355 milioni di euro) e la prima fascia delle grandi imprese (società con più di 499 dipendenti ed un fatturato inferiore ai 3 miliardi di euro)
Tale realtà è molto viva nell’alessandrino, dove vale più di 7,6 miliardi di euro di fatturato (dati su bilanci Bureau van Dijk), grazie ad aziende leader dei tradizionali distretti del settore orafo e del freddo e a medie imprese delle tradizionali specializzazioni manifatturiere (meccanica di precisione, imballaggi, elettronica, chimica e plastica, dolciario) che, nel tempo, hanno saputo innovare e crescere soprattutto nei mercati esteri.
Si tratta di aziende che non sono né troppo piccole ma nemmeno troppo grandi e delle prime sono in grado di sfruttare la flessibilità, mantenendo un assetto proprietario e gestionale essenzialmente familiare, mentre delle seconde valorizzano le capacità manageriali.
Fonte Bureau Van Dijk
Ma il quarto capitalismo in salsa locale mostra un altro aspetto positivo: oltre al fatturato e in percentuale quasi speculare nell’arco temporale 2008/2017 sono aumentati anche gli addetti ( +24,7%).
Fonte Bureau Van Dijk