Alessandria, a differenza di altre città, in questi ultimi vent’anni non è stata capace di prosperare, pianificare e realizzare il proprio futuro e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dopo anni di abbandono e di investimenti pubblici sbagliati nel campo della logistica, qualcosa si sta finalmente muovendo e il convegno che organizzato dall’Associazione Città Futura può essere il giusto stimolo in grado di ridare linfa ad un’area quella dello scalo ferroviario di Alessandria da sempre il vero retroporto naturale di Genova e Savona. Un’area immensa, circa 50 ettari, già di proprietà di Rfi e MerciItalia, al centro dei due più importanti assi ferroviari che conducono ai principali porti liguri, perfettamente collegato con l’asse padano e a due passi dal nodo autostradale tra A21 e A26.
Aver trascurato la logistica sul nostro territorio a vantaggio dell’asse Torino-Milano, ha pesantemente influito sulla centralità del nostro territorio penalizzandolo. E’ il momento di cambiare rotta stabilendo una forte collaborazione e legame con i porti liguri.
Tanta carta inutile, tante parole si sono dette, ma nulla di più, quando ad Alessandria esiste a pochi passi dal centro il più grande scalo ferroviario d’Italia che a mio avviso è strutturalmente e strategicamente l’area naturale per realizzare una logistica di qualità. La presenza in città di un’infrastruttura ferroviaria già dotata di un terminal modale rappresenta un elemento di forza per il territorio e non solo. Pensiamo alle regioni confinanti come Lombardia e Liguria che stanno soffrendo un problema di tipo spaziale potrebbe essere un punto di forza per la nostra economia e sviluppo.
Collegamenti, viabilità e logistica sono temi fondamentali per lo sviluppo delle politiche dell’accoglienza per una città che vuole entrare a pieno titolo nello scenario europeo. Da sempre ho affermato che trovandoci al centro di tre capoluoghi di regione la città ne avrebbe giovato, ma un sistema imprenditoriale ed economico sofferente, hanno di fatto lasciato il segno;inoltre i collegamenti ferroviari di media e lunga percorrenza sono diminuiti e addirittura peggiorati e questo ha di fatto disincentivato a venire in Alessandria, come pure ad investire.
Per diventare accogliente, aperta, vivace e dinamica, che attira turisti e visitatori, che dia opportunità di lavoro, la città oltre a saper progettare bisogna avere una amministrazione e amministratori in grado di “saper vendere il prodotto Alessandria”.
Per guardare al futuro e ragionare seriamente sulla città del terzo millennio il primo passo è mettere mano da subito al Piano Regolatore della città, fermo dal 1993, strumento principale della pianificazione urbanistica e dello sviluppo di un comune; i tempi sono maturi per pensare ad un nuovo PRG anche perché in questi ultimi anni abbiamo assistito ad uno stravolgimento del territorio attraverso approvazioni di varianti che hanno di fatto permesso di realizzare opere ma allo stesso tempo si è fatta la fortuna di pochi sulla pelle della città.
Non penso che ciò che ho espresso sia solo utopia e neanche di dire cose nuove, ma con estrema onestà e consapevolezza affermare che la parola d’ordine deve essere AGIRE e subito Oggi Alessandria non può più fallire. È giunto il momento che la politica, le istituzioni sappaino fare rete coinvolgendo in questa azione comune i cittadini che devono diventare anch’essi attori protagonisti e non semplici comparse. La città non si rialza solo con nuovi centri commerciali.
Vincenzo Costantino – Alessandria