di Ettore Grassano
Gira e rigira, se vuoi capire quali siano davvero le prospettive del centro sinistra, e provare a ragionare con un orizzonte che non si fermi al tetto di casa, o di Palazzo Rosso, ad Alessandria devi parlare con lui. Felice Borgoglio, già sindaco di Alessandria e parlamentare socialista di lungo corso (“sarò sempre socialista, ma so bene che si tratta di un marchio che, come altri, appartiene alla storia del ventesimo secolo”), quando parla di politica ha l’entusiasmo di un ragazzo (“continuerò a parlarne ancora per un po’ anche dopo che mi metteranno nella bara”, ironizza), e capacità di riflettere sullo scenario, e sui nuovi bisogni di oggi “che la sinistra deve saper interpretare e tradurre in proposta, se non vuole condannarsi all’irrilevanza politica’.
Di questi tempi, 2 anni e mezzo fa, Felice Borgoglio si ‘inventava’ ad Alessandria, partendo letteralmente da zero, il Quarto Polo, “che però era, e resta, progetto civico locale, alessandrino”. Da allora l’ex sindaco non ha smesso di credere alla necessità di “una nuova forza con forti connotazioni civiche che, all’interno del centro sinistra, sia in grado di porsi alla pari rispetto al Partito Democratico. O si allarga il campo, o non si andrà da nessuna parte”. Prima tappa, le prossime elezioni regionali piemontesi, ma anche le Europee: “più Europa, meno Roma: questa è oggi la strada per un’Italia che voglia uscire dal declino drammatico che stiamo vivendo”. E Alessandria? Parliamo anche di casa nostra….
On. Borgoglio, partiamo dallo scenario nazionale: che giudizio dà di questo Governo?
Non è casa mia, questo credo sia evidente. Non ne approvo molte scelte, ma ne riconosco la piena legittimità. Gli italiani alle elezioni di marzo 2018 si sono chiaramente espressi per il cambiamento, e oggi 5 Stelle e Lega sono l’emblema di quel cambiamento. Che a mio parere è un cambiamento in peggio, sia chiaro: ma l’amaro calice va bevuto fino in fondo, gli italiani prenderanno coscienza, e in tempi non lunghi, della situazione.
I sondaggi però dicono che la Lega vola, e la sua crescita vorticosa compensa ampiamente il calo di consenso dei 5 Stelle. L’area di governo insomma pare tenere, nel suo complesso….
Come andranno le elezioni Europee, e in parallelo anche le nostre regionali, e molte comunali, lo vedremo a fine maggio. Credo che però la vera ‘verifica’ dell’orizzonte e della tenuta di questo Governo la avremo in autunno. Mi spiego: come sta andando l’economia italiana, vaso di coccio in un contesto di forte criticità internazionale, lo hanno capito tutti. Quest’anno sarà un mezzo disastro, e chi varerà la Finanziaria 2020 dovrà prendere decisioni decisamente impopolari. Quali non so, ma pesantissime. Se Lega e 5 Stelle avranno il coraggio necessario, o faranno una crisi di Governo prima, lasciando l’ingrato compito ai tecnici di turno? Non lo so naturalmente: ma se il Governo varerà la finanziaria 2020 l’alleanza Salvini Di Maio diventerà strutturale: a quel punto o durano insieme fino al 2023, o cadono insieme.
Il cambiamento c’è stato, dice lei, ed è pessimo. Dopo il cambiamento cosa prevede? La restaurazione?
Assolutamente no: questo è il punto. Se il centro sinistra, e in particolare il PD, si illude che i voti torneranno all’ovile, basta aspettare i disastri altrui, si sbaglia di grosso. O la sinistra riesce a formulare un progetto nuovo, con forti riferimenti sociali, e capace di dare voce e risposte ai bisogni di oggi, oppure si condanna alla marginalità: a rappresentare soltanto una minoranza della popolazione, e sempre più anziana.
La ricetta qual è?
C’è l’assoluta necessità di un soggetto politico nuovo, capace di fare sintesi dei tanti microprogetti che vediamo nascere e morire di continuo, e di rappresentare per il Partito Democratico un interlocutore paritario: una nuova fondamentale gamba del centro sinistra, con una forte connotazione civica.
In pratica, il Quarto Polo portato a livello nazionale!
(ride divertito, ndr) Il Quarto Polo è stato ed è un progetto locale, ma certamente la logica è quella. In questi ultimi anni mi sono confrontato con liste civiche di tutto il nord Italia, e ci siamo sempre più convinti di una cosa. Al nord esiste un malessere, nel mondo delle imprese ma anche della società civile, che oggi non trova rappresentanza e soluzioni in politica. E’ lì che bisogna lavorare…..
Per le Regionali lei sta lavorando alla lista Chiamparino Piemonte del Sì: è un primo tassello del progetto?
Certamente sì: è la volontà di dare voce a quel Piemonte che vede nel Pd una proposta debole, un po’ sbiadita, ma al contempo apprezza la figura di Chiamparino, e crede alla necessità di una Regione che investa sul futuro, sullo sviluppo, sulle opere grandi e anche su quelle piccole. Il contrario insomma della decrescita infelice che propongono i 5 Stelle.
Candidati alessandrini?
Siamo in dirittura d’arrivo: due sono ufficiali, posso fare i nomi. L’alessandrina Aurora Mulas, di mestiere architetto, e il medico acquese Michele Gallizzi. Per il resto vedremo: ma sarà una ‘quartina’ col botto…
Non sia misterioso, on. Borgoglio: si parla del sindaco di Volpedo, Giancarlo Caldone, e di quello di Casale Monferrato, Titti Palazzetti, in ‘rotta’ con il Pd. Ma anche dell’assessore casalese Daria Carmi…
(ride, ndr) Tutti nomi di assoluto valore, non nego che ne stiamo parlando: porterebbero un grande valore aggiunto, per il radicamento che hanno nei loro territori, e la stima che si sono guadagnati nel tempo. Insomma, a breve saprete.
Però, a proposito di incapacità della sinistra di fare sintesi, in pista ci sarà anche LeU, e la lista promossa dal sindaco Pizzarotti, e i Moderati, e chissà chi altri. Per non dire naturalmente della galassia della sinistra anti Chiamparino. Non siamo sempre al ‘minestrone’, alla fine indigesto o comunque poco produttivo?
Le elezioni regionali hanno regole tali per cui il sostegno di una serie di liste, civiche o non civiche, può essere un valore aggiunto. Guardano alla prospettiva politica, concordo: o si va verso la sintesi, e si superano i piccoli interessi delle tante botteghe politiche, o il centro sinistra rimarrà debole e frantumato. In quest’area politica c’è spazio per due soggetti politici, complementari ma anche in competizione fra loro, per stimolarsi a vicenda.
“Più Europa, meno Roma” è una sintesi che lei utilizza spesso, on. Borgoglio: ma questa Europa non le sembra stia implodendo?
Servono correttivi forti e urgenti, non c’è dubbio: e per la prima volta le elezioni Europee saranno oggetto di attenzione fortissima, passaggio fondamentale verso il futuro. Personalmente sono però per gli Stati Uniti d’Europa. Se si tornasse indietro, ai piccoli stati nazionali, l’Italia finirebbe travolta….
E Alessandria, come la vede?
In declino evidente, ma non inevitabile. Fra tre anni il centro sinistra deve saper però proporre agli alessandrini un’alternativa forte e credibile, basata su un’idea di città forte, chiara, comprensibile. Penso al tema dei trasporti, di cui si parla a vuoto, in maniera inconcludente. Ma anche alla vivibilità del centro storico, e allo sviluppo: o Alessandria torna ad essere attrattiva per imprese e attività economiche, o non andremo da nessuna parte. Il centro sinistra però deve sapersi rinnovare, nei progetti e nelle persone: e non demonizzerei per nulla i 5 Stelle, anzi. Vanno considerati un interlocutore con cui confrontarsi seriamente.
Lei cosa farebbe della Multiutility?
Non solo ne va conservato il controllo, ma occorre che il Gruppo Amag sia motore di investimenti innovativi. Penso a nuovi orizzonti sul fronte dell’energia, ad esempio lampioni intelligenti capaci di abbinare limitati consumi ad una serie di funzioni in termini di controllo del territorio, sia per quanto riguarda la videosorveglianza che la misurazione della velocità dei veicoli. Ma anche a cassonetti di nuova generazione per la raccolta dei rifiuti: fermo restando che bisogna decidere quale strada prendere sul fronte dello smaltimento. Ma le pare possibile che lo smaltimento dei rifiuti ovunque sia un business, mentre ad Alessandria Aral ha generato perdite milionarie, e bilanci fallimentari?
Per il futuro: nuove discariche, inceneritore, vendita dei rifiuti ad altri o cosa?
A me pare che il termovalorizzatore sia la soluzione più efficace, e oggi esistono tecnologie con un impatto minimo sull’ambiente, in rapporto all’energia che riesci a produrre. Solo in quel caso avrebbe senso ragionare di teleriscaldamento. Il progetto così come è stato formulato e presentato, invece, sarebbe per Amag, e quindi per Alessandria, un atto di puro autolesionismo: come Quarto Polo continueremo a dirlo, speriamo che prima o poi qualcuno ci ascolti.