Agricoltura nell’Acquese: “promozione per il vino e qualificazione del territorio”

E’ stata un’Assemblea dei soci molto partecipata quella organizzata dalla Cia territoriale, dedicata alla zona di Acqui Terme, lo scorso mercoledì a Palazzo Robellini.

A confrontarsi sulle potenzialità e sulle difficoltà del comparto sono stati, insieme ai dirigenti dell’Organizzazione, il vicesindaco di Acqui Terme Mario Scovazzi, il direttore Gal Borba Fabrizio Voglino e il vicepresidente della Cantina Tre Secoli – e socio Cia – Bruno Fortunato. La relazione della presidente di Zona Daniela Ferrando ha evidenziato una buona annata agraria trascorsa, principalmente per il settore del vino, delle nocciole e della produzione di miele (dopo un pessimo 2017); inoltre ha aperto il confronto e la progettualità con le Istituzioni e gli Enti di tutela e promozione.

Voglino ha informato delle opportunità aperte dal Gal (Gruppo di Azione Locale) sui finanziamenti in corso per progetti legati agli agriturismi e alle micro-attività dell’indotto turistico, invitate a fare rete e presentarsi con un percorso di filiera per ottenere contributi; tra i bandi attesi il prossimo anno c’è quello relativo alla gestione degli incolti, una delle maggiori criticità del territorio, condivisa anche dal vicesindaco Scovazzi che ha dichiarato che è in corso il censimento di questi stessi incolti, una delle cause della Flavescenza Dorata della vite. Tra gli impegni del Comune, anche la partecipazione ad un progetto per ottenere contributi per la valorizzazione dell’Enoteca.

Bruno Fortunato ha ragionato sul sistema del mondo cooperativo, rappresentativo di 300 soci strutturati su 1300 ettari di vigneti. Decisive – ha affermato il vicepresidente – saranno le azioni messe in atto per la promozione dei prodotti, pensando anche a incentivi per gli esercenti che offrono i prodotti tipici del territorio prodotti nell’area.

Il presidente provinciale Cia Gian Piero Ameglio ha sintetizzato l’incontro nelle conclusioni, ricordando quanto l’Acquese sia importante per l’economia agricola provinciale, che spazia dal vino alle nocciole alla zootecnia all’accoglienza turistica, in affiancamento all’offerta culturale, storica e turistica esistente, ma da valorizzare.