di Graziella Zaccone Languzzi
1) Assegnazioni alloggi di edilizia sociale: sono indignata. Dal sito del Comune di Alessandria: “Si comunica che a conclusione dell’istruttoria delle domande è stata pubblicata la graduatoria provvisoria per l’assegnazione in locazione degli alloggi di edilizia sociale. La graduatoria è consultabile sul sito del Comune di Alessandria-22.01.2019 – Nel sito dell’elenco di 8 pagine su schede per ciascuna di circa 45 nomi si legge: “Presentazione delle domande dal 01/02/2018 al 14/03/2018 – Graduatoria Provvisoria GR00228 del 15/01/2019 relativa al bando generale di concorso n. 3/2017 emesso in data 14/12/2017 per il Comune di ALESSANDRIA(61.97kB). Per curiosità inizio a scorrere il lungo elenco e sbotto con un “caspiterina!!!” Degli aventi diritto, pochissimi nomi italiani e una massa di nomi stranieri. Ora qui non si tratta di essere inumani, sovranisti, populisti, si tratta di buon senso. Certe politiche, certi partiti del paese Italia hanno “sbarellato” di brutto. Però “carta canta” e canta pure stonata, perché ogni situazione andrebbe valutata per arrivare alla veridicità sull’avente diritto. A mio pensare c’è esterofilia nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi popolari, e mi chiedo da chi sono stabiliti i requisiti di punteggio di assegnazione. Guarda caso gli italiani nelle prime posizioni sono mosche bianche! Ci sono costanti dibattiti in merito ai molti diritti che offriamo a chi sbarca sulle nostre coste. Nel caso specifico il non rispetto delle leggi o regole vale solo per questi ospiti, e faccio un esempio: le assegnazioni delle case popolari date agli extracomunitari sono legittime? Perché all’individuo di nazionalità non italiana è sufficiente compilare un’autocertificazione in cui dichiara di non possedere nulla, mentre un italiano richiedente una casa popolare, se possedesse un bene all’estero e non lo dichiarasse, commetterebbe un illecito grave? Ora qualcuno potrebbe obiettare che scrivo “fregnacce”, che sono tutti poveri cristi, io rispondo: “e chi ce lo garantisce”? Un fatto è certo: abbiamo vissuto fino a ieri in uno Stato dormiente per tutti i problemi degli italiani, ora è tempo di invertire la cosiddetta rotta e pensare prima agli italiani.
Voto: 2
2) A Radiogold. L’articolo uscito venerdì 18 gennaio a titolo: “Il #tenyearschallenge della provincia: i principali cambiamenti nel corso degli anni. – Sono soprattutto le grandi aree commerciali ad aver cambiato volto al territorio”l’ho molto apprezzato, salvato e archiviato. L’idea forse è venuta dalla moda lanciata sui social di postare e poi condividere le proprie foto di dieci anni fa con l’immagine di oggi. Radiogold utilizzando Google Maps, ha pensato di portarci a scoprire in certi casi rilevanti cambiamenti che ci sono stati in zone della città e della provincia che hanno visto modificato nel tempo l’aspetto urbanistico e territoriale. Belle le immagini postate, che consiglio di guardare, e grazie a Radiogold per la ‘chicca’ che ci ha regalato.
Voto: 10
3) Discariche: anche se oggi le presentano come di concezione moderna “eco-sostenibile”, sempre di discariche si tratta, invise a gran parte delle popolazioni, ma alla fine sempre imposte dalle pubbliche amministrazioni. La scusante è: “Non ci sono alternative, che ne dobbiamo fare dei rifiuti?” La “monnezza” che produciamo in qualche modo bisogna farla “sparire”, ma in che modo? Siamo nel 2019 e siamo rimasti al modello discarica, sistema utilizzato pure per “tombare” amianto quando si sa che la ricerca è andata avanti e da tempo l’amianto si può inertizzare. I sistemi ci sono, basta guardare avanti ogni tanto, e provare anche a copiare e utilizzare qualcosa di più risolutivo. Perché non ci fidiamo degli studi, della ricerca che insieme alla scienza, ci forniscono possibilità per evitare di “tombare” rifiuti seppur considerati non pericolosi? Siamo certi che creare discariche, ricoprirle di terra e farci pure un bosco o un parco sia la strada corretta, e una buona eredità per le generazioni a venire? Avere discariche piene e tentare di svuotarle e sfruttarle con metodi già collaudati è così sbagliato? Con il riciclo estremo non si va da nessuna parte, non si potrà mai riciclare tutto, è un’utopia e solo Dio sa quanta roba differenziata ma in eccesso che neppure il CONAI la ritira, è finita negli inceneritori o chissà dove. Non si vogliono gli inceneritori? Esiste ARROW BIO, un sistema brevettato in Israele per il trattamento e il recupero dei rifiuti indifferenziati, costituito da una tecnologia di trattamento a freddo che separa i rifiuti attraverso l’utilizzo di acqua a ciclo chiuso. Poi c’è l’italiano THOR brevetto del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) per il riciclo dei rifiuti domestici, progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze e in tutte le situazioni dove è necessario trattare i rifiuti velocemente, senza scorie e senza impegnare spazi di grandi dimensioni. Discarica Peccioli (PI) è un esempio raro di discarica modello trasformata in un motore economico che produce ricchezza e sviluppo e che porta 20 milioni di euro al suo territorio. Tre esempi che i grandi media si son sempre ben guardati dal diffondere, e mai presi in considerazione dalle amministrazioni ed aziende pubbliche preposte. Per finire interessante leggere da “Il Sole 24 Ore”: “Inchiesta di approfondimento su emergenza nazionale – Raccolta rifiuti, l’Italia sommersa verso la paralisi totale”.
Invece di provare ad andare avanti, non ci si limita a stare fermi al palo: c’è chi consuma energia e denaro per tornare indietro.
Voto: 3