di Enrico Sozzetti
Fra circa un anno il Comune di Alessandria avrà adottato definitivamente, salvo imprevisti, la variante parziale al Piano regolatore del capoluogo. L’investimento stimato in circa duecentomila euro, per le necessarie consulenze da affidare a professionisti esterni per una serie di rilevazioni, indagini ed elaborazioni per le quali non esistono professionalità interne a Palazzo Rosso, servirà per mettere a punto un atto capace di mettere a fuoco un percorso di sviluppo scandito dal riuso degli spazi, dalla rigenerazione urbana, dalla tutela ambientale e dalla riduzione e futura eliminazione del consumo di suolo.
Ma quale Alessandria sarà? Nelle intenzioni degli amministratori comunali la città dovrà riuscire a trovare un maggiore e migliore equilibrio fra aree a destinazione residenziale, produttiva e agricola / verde. Sarà possibile, utilizzando strumenti come gli incentivi fiscali (a partire dalla riduzione dell’Imu) o la premialità volumetrica (in sintonia con un recente provvedimento regionale), incentivare azioni di tutela e decoro del patrimonio urbano che passano attraverso la riqualificazione di edifici, a partire del centro storico, per arrivare a rivedere molte delle attuali destinazioni di uso dei suoli. Il sindaco, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, e il vicesindaco e assessore all’Urbanistica, parlano chiaramente di “recupero all’uso agricolo o naturalistico di terreni abbandonati” e di semplificazione delle procedure “per interventi di riqualificazione e per favorire l’efficienza energetica del costruito attraverso demolizioni e ricostruzioni”.
Un capitolo è dedicato alla “situazione urbanizzativa e vocativa del territorio” con particolare attenzione “alla sistematizzazione delle aree produttive e all’area del centro urbano” con l’obiettivo di “orientare prioritariamente gli investimenti immobiliari alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”. Per dirla in estrema sintesi, Palazzo Rosso vuole “guardare avanti, al futuro, oltre alla punta del proprio naso”, per usare le parole del primo cittadino. Se la variante parziale non modifica in alcun modo l’assetto generale del Piano regolatore, certamente intende favorire modifiche significative fra cui puntare sullo “sviluppo dell’area dello scalo ferroviario del Cristo come polo logistico in alternativa a quello individuato nell’area di Villa del Foro – Cabanette” destinata a tornare a uso agricolo e non più produttivo come peraltro sollecitano da anni i residenti e proprietari dei terreni di quell’area. Rispetto allo scalo ferroviario la novità di fine anno è stata rappresentata dai due milioni di euro stanziati all’interno del maxi emendamento della Legge di Bilancio 2019 per progettare il rilancio dello scalo merci, con la progettazione esecutiva per il “nuovo centro merci di Alessandria Smistamento” che dovrà fare capo al commissario per la ricostruzione previsto dal decreto Genova, ovvero il sindaco della città della lanterna, Marco Bucci.
Una idea di città potrà iniziare a prendere forma con la variante parziale del piano regolatore. Una città che vuole trovare un migliore equilibrio fra mattone e suolo, attività produttive e ambiente, sviluppo e riqualificazione. Fin qui le linee ispiratrici. Infatti, prima di arrivare allo studio tecnico e alla variante definitiva, sono previsti a partire da febbraio degli incontri “con le rappresentanze territoriali delle attività, degli interessi e dei cittadini” per raccogliere osservazioni, suggerimenti, proposte allo scopo di integrare il testo che “non vuole essere calato dall’alto”. Sul documento finale dovranno poi esprimersi la Provincia, l’Arpa e l’Asl, prima della definitiva entrata in vigore.
Ma non è tutto. Il ridisegno, anche se parziale, del modello di sviluppo non può ovviamente prescindere da quello che c’è intorno. E non solo a livello provinciale e piemontese. Ecco perché è stato avviato uno studio sul ‘Sistema Alessandria – Milano: analisi dei processi urbani e delle dinamiche socio-economiche’, affidato a Paolo Perulli e Luca Garavaglia del Digspes (Dipartimento di giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali) dell’Università del Piemonte Orientale.