Azienda Ospedaliera: continua il progetto di dottorati di ricerca Italia-Olanda

La Terapia intensiva neonatale del Cesare Arrigo coordina un progetto internazionale per dottorati di ricerca a giovani neonatologi.

Si chiama Chiara Peila la prima alessandrina che ha conseguito il Dottorato di Ricerca “Italia – Olanda” realizzato dalla Terapia Intensiva Neonatale in collaborazione con le Università di Utrecht e di Maastricht che coinvolge giovani neonatologi provenienti da tutti i centri ospedalieri ed universitari d’Italia.

Una bella notizia, al termine delle celebrazioni del Santo Patrono, constatare che per la prima volta dall’avvio del programma partito nel 2010, è una alessandrina ad ottenere questo ambito riconoscimento. L’organizzatore e coordinatore del progetto Italia-Olanda: I.O. PhD International è il Dottor Diego Gazzolo Direttore della Neonatologia e Terapia intensiva neonatale dell’Azienda Ospedaliera. “Si tratta di un importante progetto internazionale – precisa Gazzolo – di cui noi siamo il centro di riferimento che consente ai 25 giovani neonatologi italiani di sviluppare con successo la ricerca presso i propri centri conseguendo un titolo a valenza internazionale quale il dottorato di ricerca. Nel nostro curriculum ci sono ben 9 neonatologi italiani che hanno conseguito con successo il titolo di PhD ed almeno altri 2 nel 2019. Nel 2018 è iniziato il III ciclo che comprende altri 9 giovani candidati che frequenteranno periodicamente la nostra struttura fino al completamento del progetto”

Il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria Giacomo Centini aggiunge: “Si tratta di una iniziativa estremamente qualificante nell’ambito del percorso formativo: essere un neonatologo significa avere una vera e propria vocazione. Avere accesso ad un percorso di tipo “accademico” all’interno di una rete di professionisti consente di approfondire le proprie competenze e dare una risposta sempre migliore all’evento nascita, che rappresenta un momento significativo e delicatissimo per ogni donna e per ogni famiglia. Saperlo affrontare e gestire, essendo all’interno di una struttura di riferimento come la nostra Azienda Ospedaliera, è una priorità per il migliore supporto possibile dal punto di vista non solo assistenziale ma anche nella comunicazione tra professionisti, pazienti e familiari con particolare ricaduta sulla sfera emotiva”.