Infantile di Alessandria, nuovo blocco operatorio nel 2020? ‘Sarebbe un grande risultato’ [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

“Avere pronto il nuovo blocco operatorio dell’ospedale infantile per il 2020 sarebbe un grande risultato”. Giacomo Centini, direttore generale dell’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’, è concreto e pragmatico. Le idee e i progetti sono chiari. Senza fughe in avanti e con l’onestà intellettuale di riconoscere le difficoltà. “I lavori per la riqualificazione dell’atrio registrano un ritardo perché sono in corso alcuni sondaggi da parte della Sovrintendenza, ma ragionevolmente entro marzo sarà pronto” commenta, per esempio, quando parla dell’intervento in corso per rendere più accogliente e gradevole l’ospedale. Ogni volta che si mette mano alla struttura, sia quella più antica che si affaccia su via Venezia, sia quella del monoblocco, emergono problemi imprevisti. Ma l’obiettivo resta sempre lo stesso: migliorare il più possibile tutti gli spazi del nosocomio. Poi ci sono i capitoli relativi al potenziamento delle apparecchiature e dei reparti. Tutti con l’identico obiettivo: guardare “in modo corretto al futuro”.

Centini coglie l’occasione della presentazione del fitto programma di appuntamenti per la settimana di Sant’Antonio, con la festa che per la prima volta si sviluppa sull’arco di più giorni (dal 14 al 17 gennaio), per fare qualche annuncio. Come quello del nuovo blocco operatorio che verrà allestito al secondo piano dell’Arrigo grazie a una donazione di circa tre milioni di euro. “Entro la primavera completeremo le analisi e le verifiche, oltre ad alcuni sopralluoghi in ospedali pediatrici in Italia e all’estero, per mettere a punto un progetto che non è solo relativo alla costruzione delle sale, ma anche alla gestione del nuovo blocco. Ragioniamo – spiega Giacomo Centini – su spazi grezzi per tarare le sale e l’intera organizzazione interna su una capacità di produzione che guarda al futuro (un arco temporale di cinque-dieci anni) e a un ospedale infantile che dovrà essere il perno dell’attività sanitaria specialistica nazionale. L’organizzazione e gli spazi saranno pensati con una logica di espansione che non è solo limitata al numero fisico delle sale operatorie, che passeranno da tre a quattro di cui una sempre destinata all’emergenza”.

Infatti rispetto alla gestione, il progetto, e la relativa analisi organizzativa in fase di valutazione, prende in coinsiderazione due ipotesi. La prima prevede che la progettualità sia diretta e tutta interna all’azienda ospedaliera, la seconda che sia invece il frutto di una partnership pubblico-privato. “Sono opzioni che presentano entrambe aspetti positivi e alcune criticità. Ecco perché stiamo lavorando, anche con un gruppo di esperti, per definire un progetto che si integri al meglio con le sfide aperte dall’azienda ospedaliera”. Sfide rappresentate dalla collaborazione su più fronti con l’Università del Piemonte Orientale e dall’avvio del primo anno del corso decentrato di medicina e dal percorso verso l’ircismo (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) con la definizione del percorso di accreditamento finalizzato al riconoscimento dell’istituto specializzato in patologie ambientali e mesotelioma. Poi ci sono i progetti relativi alla riorganizzazione degli spazi per aumentare l’efficienza e diminuire gli sprechi, oltre al consolidamento del rapporto con il territorio e la ricerca.

Tutti temi che saranno al centro della festa di Sant’Antonio che inizia lunedì e si concluderà il 17 gennaio. “Per la prima volta – sottolinea Antonio Maconi, responsabile dell’Infrastruttura Formazione, Innovazione e Ricerca – il tradizionale appuntamento diventa un evento settimanale, dalla forte valenza storica, ma fortemente legato all’attualità. Ricorderemo la poliedrica figura di Cesare Arrigo (un ringraziamento all’amico Riccardo Lea per questo) nei duecento anni dalla nascita, anche attraverso un gesto rilevante come l’annullo filatelico che sarà disponibile per gli appassionati e tutti i cittadini il 15 pomeriggio”. Per Alessandria è una stagione di compleanni: gli 850 anni del capoluogo, i vent’anni dell’Università del Piemonte Orientale, i duecento di Cesare Arrigo. Ricorrenze che non vogliono rimanere prigioniere della semplice ricorrenza, ma rappresentare un trampolino per lo sviluppo. La settimana dedicata alle celebrazioni di Sant’Antonio è un esempio. Ci saranno il momento dedicato alla storia dell’assistenza – “Cura e comunità: 850 anni di Ospedali di Alessandria” – e la mostra “I Libri di Cesare Arrigo” con le opere della Biblioteca Biomedica in esposizione in occasione dei duecento anni della nascita di Cesare Arrigo, l’iniziativa “Assistenza, accoglienza, benessere” per ripercorrere la storia dell’accoglienza e della cura, la giornata dedicata ai benefattori e alla Fondazione Uspidalet, e il 17 gennaio, alle 17, la tradizionale messa nella chiesa dell’ospedale e alle 18, nel salone di rappresentanza, la cerimonia di consegna delle benemerenze ai dipendenti andati in pensione. Nell’arco delle giornate sarà possibile visitare la mostra dei libri di Cesare Arrigo, nella Biblioteca Biomedica. e la Quadreria dei Benefattori nei locali della direzione generale.