di Ettore Grassano
Quando la qualità paga, e produce profitto. La Centrale del Latte di Alessandria e Asti con i suoi 50 mila litri di latte prodotti, controllati e lavorati ogni giorno, e trasformati in oltre 100 prodotti finali, è da sempre un fiore all’occhiello del territorio. Ma quest’anno i soci hanno di che essere particolarmente orgogliosi: “con un bilancio che, dopo tre anni, torna in utile: circa 18 mila euro netti, pagate le tasse, e senza mai rinunciare ad investimenti fondamentali e strategici”, e una serie di nuovi progetti di crescita, a partire dall’ottimizzazione logistica, il 2019 comincia nel migliore dei modi”, sottolinea il presidente Giampaolo Coscia. Uno che all’agricoltura di eccellenza, e alla ‘filiera corta’, ha sempre creduto, e continua a crederci. L’attuale presidente della Camera di Commercio di Alessandria (in pole position per guidare anche la nuova Camera Alessandria/Asti), quando nel corso del 2018 gli è stato chiesto un impegno anche sul fronte ‘latte’, non si è sottratto, anzi: “Come si fa a non appassionarsi di fronte ad una realtà come questa? Non stiamo solo parlando della produzione di un bene primario per l’alimentazione, ma di una realtà che, per tutto l’alessandrino, rappresenta un esempio straordinario di buona imprenditoria, legata al territorio.
Sono quasi ottant’anni, in effetti, che il ‘latte della Centrale’ costituisce, per gli alessandrini, una garanzia, un punto di riferimento e una consolidata abitudine. E Giampaolo Coscia va fiero del rapporto che esiste tra i produttori di latte, e i tanti consumatori finali (“ormai non più solo qui, ma anche in buona parte del Piemonte, ma anche a Savona e a Viareggio dove abbiamo rilevato realtà importanti”). “Pensiamo al viaggio del latte: munto alle prime ore dell’alba, nelle stalle di aziende agricole altamente selezionate, trasportato qui da noi, attentamente analizzato e quindi confezionato e distribuito. Ma attenzione: solo se risponde a criteri di altissima qualità: ben sopra gli standard di mercato. In caso contrario stop: e questo i consumatori lo sanno, e lo apprezzano”.
Parliamo peraltro di un settore in cui, per tante ragioni, la ‘battaglia del prezzo’ in questi anni ha fortemente rischiato di ‘alterare il mercato’, con latte e derivati in arrivo da altre parti del mondo, a costi notevolmente ridotti. Ovviamente con qualità corrispondente al prezzo. “Lo sappiamo bene – precisa Coscia -, e negli anni scorsi abbiamo certamente sofferto, sul fronte dei conti. Ma piegarsi alla logica del basso costo non avrebbe senso: significherebbe rinunciare a tutta la filiera della qualità (dall’alimentazione degli animali al rispetto dell’ambiente, fino alla lavorazione dei prodotti) che è da sempre nostro tratto distintivo, e dna della Centrale del Latte di Alessandria e Asti. Abbiamo quindi cercato di razionalizzare tutta la filiera, senza rinunciare all’eccellenza: puntando sull’innovazione, e al contempo sull’economia di scala. Ossia abbiamo colto alcune opportunità espansive, in particolare in Liguria e Toscana. E oggi guardiamo con interesse a qualche area del Piemonte dove si sono interessanti spazi di crescita”.
Ma chi sono, oggi, i soci della Centrale del Latte? “La quota di maggioranza, ossia oltre il 66%, è nelle mani del Centro Cooperativo Raccolta Latte, e di alcune altre aziende agricole private del nostro territorio, mentre il 18,50% appartiene a Piemonte Latte, grande cooperativa di Savigliano, nel cuneese, che riunisce 270 allevatori piemontesi. Poi abbiamo al 3% Frascheri spa, azienda del savonese, e naturalmente il comune di Alessandria, con il 10,35%, oltre a piccole quote di Banco Bpm (0,83%) e del comune di Novi Ligure (0,46%)”.
Proprio sul fronte partecipazioni pubbliche permangono punti interrogativi: “In base alla legge Madia – spiega Coscia -, il comune di Alessandria dovrebbe vendere le sue quote, ma una deroga è già stata concessa a Brescia, e l’on. Riccardo Molinari ha presentato una proposta di legge per fare in modo che realtà come la nostra possano continuare ad essere partecipate anche dai comuni, per ribadire un legame indissolubile con la nostra comunità. La Centrale del Latte è un’azienda, e come tale deve agire ed essere gestita, ma non dimentica la sua vocazione territoriale”.
Fortissimo, al riguardo, il rapporto con le scuole, sul fronte dell’educazione ambientale, con frequenti visite guidate e ‘open day’ all’interno della struttura di viale Massobrio, ma anche nelle cascine dove ‘tutto comincia’, perché i più giovani si rendano conto di quanto è complessa la filiera che porta sul loro tavolo, la mattina, la bottiglia di latte della Centrale: “tra l’altro – sottolinea il presidente – anche sul fronte degli involucri sono stati fatti in questi anni passi da gigante: sempre più leggeri, e realizzati con materiali che consentono un impatto ambientale davvero minimo”.
Ma la grande sfida del 2019 si chiama logistica: “La sede rimarrà questa – evidenzia Giampaolo Coscia -, all’interno della quale lavorano circa 50 dipendenti, ma l’obiettivo è l’apertura di una sede che faccia da magazzino dei prodotti, pronti per essere caricati sui camion e portati a destinazione. Stiamo valutando due o tre diverse opzioni, tutte limitrofe alla città, e a breve prenderemo la decisione. Qui naturalmente rimarrà invece il ‘cuore’ della centrale, con la raccolta e la lavorazione dei prodotti, e i nostri laboratori di eccellenza, che ogni anno controllano e verificano almeno 5 mila campioni: il modo migliore per essere certi della qualità costante della materia prima, e dei prodotti finali immessi sul mercato”.