Fino al 6 gennaio ad Acqui Terme il primo presepe al mondo dedicato alla donazione

Sono trascorsi quasi sei anni da quel 6 gennaio 2013 in cui Simone Alberti perse la vita in un tragico incidente stradale a Bistagno. Aveva 11 mesi e viveva a Milano con la famiglia tornata nell’acquese per una Messa di trigesima ( dello zio prete di San Marzano Oliveto mancato nel novembre 2012). La mamma Daniela, miracolosamente sopravvissuta con l’altro figlio Federico, dispose la donazione degli organi del piccolo, permettendo ad altri bambini di ricevere organi salvavita.

Il nonno, Renato Cavallero, da trentadue anni crea presepi per l’Esposizione Internazionale di Acqui Terme. Da tre anni, oltre al proprio presepe, ne realizza un secondo a tema. E’ un alpino Renato e così il primo lo dedicò alla ricostruzione di Amatrice. Il secondo al corpo degli Alpini e quest’anno, fattasi più intensa la collaborazione con il Gruppo Comunale AIDO di Acqui Terme, ha voluto ricordare quel gesto d’amore scaturito dopo la tragedia in cui morirono il nipotino e il suo papà.

Al centro del presepe di 140 cm x 70 cm campeggia un ospedale pediatrico. Renato non ha voluto proporre il Cesare Arrigo di Alessandria, dove il suo nipotino arrivò in emorragia cerebrale, ma l’Ospedale dei Bambini più famoso, il Bambino Gesù di Roma, perché questo presepe è dedicato ad AIDO e a tutte le famiglie del mondo. Sull’Ospedale si posa la stella cometa in cui brilla il simbolo dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi Tessuti, Cellule, Gruppo di Acqui Terme.

E’ grazie all’AIDO se milioni di persone hanno preso coscienza del valore della donazione permettendo migliaia di trapianti negli ultimi 45 anni. Accanto vi è un angelo con un cuore in mano, mentre a terra una coppia di angeli porta un dono prezioso, un cofanetto con un cuore, i reni e le cornee. Gli angeli sono i donatori, come il piccolo Simone, individuati dai riceventi come i loro angeli, i loro supereroi grazie ai quali hanno potuto avere una seconda chance, una seconda opportunità di vita. All’interno dell’Ospedale si vedono letti con bambini, genitori che si prendono cura di loro, ma anche animatori. Fuori è riproposto un classico presepe con le pecorelle e quanto fa Natale.

Renato ha impiegato circa un mese a realizzare nella sua casa di Quaranti (AT) il presepe dedicato alla donazione, un omaggio all’AIDO pensando anche a don Gnocchi, il cappellano militare ( corpo degli Alpini) grazie al quale in Italia è partita la donazione degli organi cinquant’anni fa. Don Gnocchi donò le cornee in assenza di una legge che regolasse donazione, prelievo e trapianto. La legge poi arrivò.

Nel tempo vi furono aggiornamenti e l’attuale Legge 91/1999 è tra le migliori al mondo: “Abbiamo sempre saputo che la normativa non consente di conoscere i nomi dei riceventi.
Crediamo che gli organi di Simone siano stati trapiantati in bimbi residenti in Piemonte. Ma ovunque essi siano, noi sappiamo che la morte di Simone non è stata vana. Altri bambini hanno potuto essere curati e una parte della nostra famiglia vive in loro: ovunque siano con mia moglie ci sentiamo un po’ loro nonni e auguriamo loro ogni felicità” afferma il nonno inventore.

Sì perché l’Alpino Renato, 81 anni, di professione contadino ha tante buone qualità: canta in due cori (Mozart e Acqua Ciara Monferrina), crea dal nulla opere d’arte che non sono solo presepi, ma è anche inventore con brevetto depositato, e di recente è stato comparsa nell’ultimo cortometraggio di AIDO, “BeeLOGGER”.