Il settore della ricerca scientifica dovrebbe dare slancio e speranze al nostro territorio. L’avanzamento scientifico e tecnologico, frutto della ricerca di base e applicata nei suoi più svariati settori, è volano per lo sviluppo del Paese e stimola il circuito dell’economia, del benessere e della crescita. Purtroppo dalle dichiarazioni ai fatti, dalle promesse al Governo dei processi, si mette in luce quanto i fondi per la ricerca pubblica siano stati considerati un orpello, un optional, nei bilanci dello Stato e non una necessità basilare della società. Eppure la fase di recessione economica cui siamo andati incontro in questi anni ha infatti confermato come la capacità competitiva di un territorio sia intimamente e imprescindibilmente legata agli investimenti in ricerca scientifica e tecnologica.
Gli altri Paesi, in Asia e gli Stati Uniti, ne stanno raccogliendo i frutti mentre l’Europa è maledettamente in declino e l’Italia è la Cenerentola.
Dobbiamo fare di più e meglio. Ma cosa? E in Alessandria e nella nostra provincia? Rispondo.
Dobbiamo rafforzare il legame tra Università, centri di ricerca e mondo imprenditoriale. Dobbiamo fare innovazione e trasferirla rapidamente nell’ambito applicativo valorizzando il nostro capitale umano. Dobbiamo internazionalizzare la nostra Università. Ci deve interessare il rapporto tra Alessandria e la sua Università per una serie infinita di ragioni. Ma deve interessarci ancor di più il rapporto tra Università e il resto del mondo. Così come dobbiamo essere interessati al rapporto tra Ospedale e la città ma dobbiamo essere ancora più interessati al rapporto tra l’Ospedale e il resto degli Ospedali del mondo. Altrimenti rischiamo di costruire un sistema autoreferenziale e per nulla competitivo. Infine, dobbiamo essere consapevoli dei nostri limiti. Mi spiego. Pur tra mille difficoltà sta nascendo un asse tra Human Technopole di Milano e Città della Salute di Torino. Può non piacerci visto da qui, possiamo sentirci stretti nella morsa, ma la verità è gli interessi ora stanno su quell’asse. Ma io credo, ne sono convinto, che in quel contesto vi sia spazio per Alessandria. E che Torino, Novara e Alessandria possano essere, ognuna con la sua specificità e la sua forza, i vertici di un triangolo che si collega alla Lombardia. Bisogna crederci, bisogna essere all’altezza, bisogna strutturarsi. Bisogna alzare il livello. Fin qui abbiamo fatto bene, molto bene, ad ottenere il corso universitario di medicina e di candidarci al riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Abbiamo fatto bene ad inserire nei piani strategici di Aso e ASL AL il tema della ricerca in tutte le sue declinazioni. E’ però come essersi allenati ad affrontare la sfida. Quello che abbiamo fatto fino ad ora non è la vittoria. La partita inizia ora.
Domenico Ravetti
Capogruppo Partito Democratico Regione Piemonte