Dopo la prima presentazione a Novi Ligure,il nuovo libro del professor Bruno Soro, Capire i Fatti, sarà di scena sabato ad Alessandria, alle ore 17,30 alla libreria Mondadori di via Trotti.
A discutere con l’autore saranno Piero Bottino, giornalista de La Stampa, e Andrea Mignone, sociologo dell’Università di Genova.
Di seguito, un estratto dell’Introduzione del volume, a firma dello stesso Bruno Soro.
Capire i fatti. Saggi divulgativi di Politica economica e Società, Edizioni Epoké, 2018
Nel suo pamphlet divulgativo ad uso degli studenti di fisica, il matematico della fisica, scomparso nei mesi scorsi, Carlo Bernardini (1930-2018), ha sottolineato come occorrerebbe «finirla con le ipocrisie e dichiarare che chi vuole capire deve ricorrere al linguaggio appropriato per farlo; oppure, senza che questo appaia arrogante, ricorrere a chi possiede professionalmente questo linguaggio e ha dato prova di non usarlo in modo interessato o immorale…» (Prima lezione di fisica, Editori Laterza, Bari, 2007, p. 16). In altre parole, per dare un senso al titolo di questa raccolta, ‘capire i fatti’ significa che: a) non bisogna lasciarsi ingannare dalla semplice ‘osservazione’ di ciò che accade (anche se si osserva che il Sole sorge ad est e tramonta ad ovest, esso non gira attorno alla Terra, ma è quest’ultima a girare attorno al Sole); b) la ‘descrizione’ dei fatti non è priva di ambiguità (dal momento che riflette il punto di vista e di osservazione di chi li descrive); c) la loro ‘interpretazione’ richiede la conoscenza del linguaggio e del metodo in uso nelle discipline scientifiche, ivi incluse le cosiddette “Scienze Sociali”. (…)
Carlo Bernardini ha poi proposto una bipartizione nell’uso del linguaggio, operando la distinzione tra quello di ‘uso comune’, che egli chiama di ‘comunicazione’, in quanto «strumento di base della cosiddetta ‘cultura umanistica’», e quello di ‘elaborazione’, che costituisce invece lo «strumento di base della cosiddetta ‘cultura scientifica’». Entrambi questi due tipi di linguaggio sono necessari per decodificare i fatti, dal momento che mentre il primo definisce i concetti utili «per la formulazione di registrazioni memorizzabili di informazioni (fatti, opinioni, idee), nell’impiego soggettivo; e per lo scambio di quelle informazioni nell’impiego intersoggettivo» (p. 18), il secondo, che «è essenzialmente un linguaggio formale, simbolico (…) che, usando regole di manipolazione logica (…) rende manifesta una conclusione verificabile degli assunti di partenza» (p. 19), consente di eliminare dal ragionamento che conduce alla narrazione la presenza di eventuali errori logici. In quest’ottica, sottolinea sempre Bernardini, la didattica e la divulgazione costituiscono altrettanti tentativi di tradurre in un linguaggio di ‘uso comune’ ragionamenti effettuati con quello di ‘elaborazione’. In queste poche affermazioni è racchiuso tutto il significato del metodo in uso in tutte le discipline scientifiche, incluse quelle praticate in ambito accademico dai cultori delle Scienze Giuridiche, Economiche, Sociologiche e Storiche.
Elaborato da Karl R. Popper (1902-1994), uno dei più grandi filosofi della scienza, questo metodo consente di fornire una spiegazione plausibile ad un particolare aspetto della realtà, come ad esempio la descrizione del funzionamento di un sistema economico. «Tutta la mia concezione del metodo scientifico – scrive Popper – consiste in questi tre passi: 1. Inciampiamo in qualche problema; 2. Tentiamo di risolverlo, ad esempio, proponendo qualche nuova teoria; 3. Impariamo dai nostri sbagli, specialmente da quelli che ci sono stati resi presenti nella discussione critica dei nostri tentativi di risoluzione. O, per dirla in tre parole: problemi-teorie-critiche» (Il gioco della scienza, Armando Editore, Roma 1997, citazione riportata nell’epigramma anteposto all’Introduzione di Massimo Baldini).
(…) “Capire i fatti”, il titolo scelto per questa raccolta di saggi, va dunque inteso nell’accezione più ampia possibile, dal momento che essi spaziano dall’importanza del linguaggio e del metodo nelle discipline economiche, e più in generale nelle Scienze Sociali, fino alla ricostruzione di fatti e interventi volti a sfatare taluni luoghi comuni, o disvelare clamorose bugie. Giudicherà il lettore se le intenzioni di chi scrive siano state perseguite.