Per i viaggiatori non c’è una sola ragione logica per questo taglio indiscriminato all’offerta ferroviaria che da Alessandria va verso Milano e dal capoluogo lombardo vi fa ritorno.
Il taglio di 22 corse sulle 24 previste – se fossero confermate le odierne notizie di stampa – è inconcepibile ed inaccettabile. Ma come ci devono andare le persone a lavorare, a dorso di un mulo? L’alternativa è mettersi in strada, alla guida di un auto, congestionando ancora di più il traffico già a livelli intollerabili o cambiare direttamente la residenza.
L’alessandrino, l’astigiano e il Piemonte tutto, questo lo possono accettare?
Io penso di no e chiedo con forza che la Regione riprenda in mano la questione della programmazione, in concerto con gli operatori ferroviari: da un lato è necessario fare la voce grossa con Trenord, che non tiene minimamente in considerazione quali siano le reali esigenze dei lavoratori; dall’altro non è francamente accettabile che la Regione Piemonte, ad una settimana dall’entrata in vigore del nuovo orario, non si adoperi per tutelare l’offerta ferroviaria per i propri cittadini.
Ho presentato nei giorni scorsi al Consiglio regionale del Piemonte un atto di indirizzo che impegni la Regione a fare atti concreti in modo da scongiurare la soppressione del FrecciaBianca 8807 verso Lecce; lo aggiornerò indicando impegni precisi a tutela delle stazioni ferroviarie di Alessandria ed Asti anche verso Milano.