Il sindaco Cuttica sull’operazione ‘caporalato’: “No ai Centri di Accoglienza Straordinaria”

Si è svolta giovedì mattina ad Alessandria una conferenza stampa per informare la cittadinanza sulla conclusione dell’operazione che nei mesi scorsi ha visto impegnati i militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato di Alessandria in servizio presso il locale Ispettorato del Lavoro, congiuntamente agli Agenti della Polizia Municipale di Alessandria, nell’ambito di una stretta e continua collaborazione finalizzata al controllo sul territorio della Provincia e, in particolare, al contrasto del fenomeno “caporalato” e del “lavoro nero”.

Alla luce dei significativi risultati conseguiti — scaturiti da quanto emerso nella mattinata dello scorso 30 agosto quando si è posto fine ad una grave e pericolosa attività di reclutamento, trasporto e utilizzo di manodopera in “nero” di 18 cittadini extracomunitari (quasi tutti con permesso di soggiorno “Richiedenti Asilo” ma privi di alcun contratto di lavoro) che, da Alessandria, venivano caricati su un autocarro telonato per essere trasportati in direzione Spinetta Marengo-Pozzolo Formigaro e per essere “impiegati” presso terzi nella raccolta dei pomodori — il Sindaco della Città di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, con delega anche alla Sicurezza urbana e Polizia Municipale, ha rilasciato la seguente dichiarazione.

«L’aver partecipato ieri mattina alla conferenza stampa, insieme al Comandante Provinciale dei Carabinieri, ai Responsabili dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro Alessandria-Asti e ai rappresentanti del Comando della Polizia Locale, mi consente di sottolineare, per un verso, l’eccellente lavoro di squadra, l’intuizione e competenza operativa dimostrata sul campo anche dalla nostra Polizia Municipale unitamente alla fattiva collaborazione istituzionale e tra Forze dell’Ordine che ha permesso il conseguimento di un risultato così significativo per il controllo del nostro territorio.
Per altro verso, sento parimenti doveroso rimarcare come Sindaco di Alessandria una serie di elementi che ritengo importanti.
Il primo riguarda il tema dell’integrazione, nella consapevolezza che quanto accaduto non è per nulla giustificabile, innanzitutto per il rispetto dovuto all’essere “persona” e, in secondo luogo, perché il “sistema integrazione” praticato nel nostro Paese sembra aver tollerato, se non favorito, situazioni di sfruttamento quali quelle fatte emergere e presentate in conferenza stampa.

Al contempo, mi chiedo quanto un sistema del genere — correlato direttamente al fenomeno dell’immigratorio e alla sua attuale cogenza — potrebbe continuare a perpetuarsi, con le drammatiche conseguenze sulla pelle delle persone, se la rete delle cooperative sociali dedite all’accoglienza, presenti anche sul nostro territorio, si impegnasse a contrastare adeguatamente e nei modi più efficaci e opportuni le negatività del sistema stesso.

Lasciando agli Organi competenti il completamento delle indagini per ricostruire tutta la vicenda ed eventuali altri soggetti coinvolti, come Sindaco con delega anche alla Sicurezza urbana prendo atto di quanto rimarcato dall’Ispettorato del Lavoro Alessandria-Asti — ossia che le cooperative affidatarie non sarebbero state a conoscenza del lavoro irregolare dei loro ospiti e che, per ora, le indagini non hanno evidenziato nulla del genere — e, al contempo, ritengo che sull’intera vicenda sia necessario fare veramente chiarezza.

Una chiarezza doverosa relativamente a chi, in primis, aveva il compito di vigilare e alla conferma del fatto che le cooperative realmente ignorassero che fine facessero gli individui loro “ospiti” per intere giornate.

Lo sfruttamento venuto alla luce nelle nostre campagne è di fatto figlio di un’immigrazione incontrollata. Pertanto, mentre guardo con favore e interesse alle finalità perseguite in ambito S.P.R.A.R. (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) in cui vige un sistema di maggiore vigilanza, dico un “no” fermo e deciso ai C.A.S. (Centri Accoglienza Straordinaria) e ai rischi per la sicurezza pubblica e per l’effettivo rispetto della dignità delle persone da essi derivanti.

Credo che questi temi — e gli orientamenti che il nostro Paese sta recentemente assumendo per contemperare meglio e più efficacemente l’obiettivo della sicurezza con quello dell’attenzione a coloro che veramente meritano aiuto e protezione provenendo da altre realtà territoriali straniere — siano argomenti di primaria importanza, ben più fecondi e utili da approfondire rispetto a strumentali e sterili polemiche che capita a volte di registrare anche nella nostra Città (quali ad esempio quella recente a proposito del taglio di alcune acacie per rendere funzionale il controllo del territorio con le video-camere).

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