Quanto accaduto da giovedì scorso fino alla rielezione di Napolitano ha dell’incredibile. Nemmeno un estroso narratore di fantapolitica sarebbe riuscito ad immaginare tanto, ma in Italia tutto è possibile. I grillini evocavano il colpo di Stato, SEL non si è adeguata agli ordini di scuderia, la piazza e la rete sono insorte gridando allo scandalo e alla mobilitazione generale. L’unica realtà obiettiva è che Napolitano è stato eletto con una larga maggioranza (superiore al 70%) che ha unito PD, PdL, Lega e – ovviamente – l’accozzaglia montiana. Ne esce quindi come presidente forte e legittimo che si “sacrifica” per porre fine ad una paradossale situazione dalla quale non si sarebbe riusciti ad uscire. Pace e onore al merito: ce lo terremo potenzialmente per sette anni ancora, se la natura lo vorrà. È inutile fare dietrologie sul fatto che probabilmente sia stato tutto progettato da tempo. La situazione politica è talmente grave che ora la priorità è cercare di dare stabilità al paese, cosa che si potrà ottenere unicamente con nuove elezioni dopo un’opportuna riforma elettorale, e fuggire il prima possibile dal prossimo “governo del presidente” che verrà formato a breve, magari con Amato o qualche altro professionista della politica e amico delle lobby. Come se fosse una cosa semplice…
Il dato che ci interessa è che mai come in queste giornate convulse si sia evidenziata l’inadeguatezza di questo sistema repubblicano. Noi lo andiamo dicendo da sempre: è un’ipocrisia imporre come Capo dello Stato super partes una persona (qualsiasi essa sia) che è mostruosamente di parte! I Grillini denunciano il Napolitano bis come “inciucio” tra partiti. Ma un altro presidente sarebbe stato diverso? È la natura repubblicana quella di eleggere un uomo frutto di un accordo, di un inciucio. È ipocrita e demagogico attaccare Napolitano quando il problema è la forma istituzionale. Ma dubito che vi sia un politico con l’onestà di ammettere questo fattore.
Le Istituzioni repubblicane stanno implodendo. Il più grande partito d’Italia, dopo avere ottenuto la maggioranza dei voti, è collassato su se stesso; gli italiani hanno perso la fiducia nella politica e si affidano all’antipolitica militante non capendo che è uno strumento gattopardi ano mosso da lontano; la gente protesta e la crisi economica, quella che affama davvero il popolo, incombe sempre di più.
Il momento storico che stiamo vivendo è unico e non so quando e se si ripresenterà. Non dobbiamo venire colti impreparati da un sempre più probabile inabissamento del sistema. I monarchici non devono stare solamente a guardare perché l’affossamento della repubblica sarebbe anche l’affossamento dell’Italia, il nostro bene supremo. Mi appello a tutti i militanti per intensificare le attività di presenza sul territorio al fine di farci conoscere. Quando il gigante con i piedi d’argilla crollerà, gli italiani non dovranno scoprire la nostra esistenza perché sarebbe troppo tardi. Dovranno indicare in noi la soluzione.
Davide Colombo
Segretario nazionale U.M.I.
Carmine Passalacqua
U.M.I. Alessandria