Un ragazzo di 15 anni è stato sottoposto, con ottimo recupero visivo, ad un intervento di cross linking corneale nella Struttura di Oculistica dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria diretta da Daniela Dolcino.
Questo intervento consente un trattamento conservativo del cheratocono. Il cross-linking corneale è infatti una innovativa terapia delle malattie della cornea, metodica che trova applicazione nel chetarono e in tutte quelle patologie che sono caratterizzate da uno sfiancamento e da un assottigliamento corneale e che quindi alterano la trasparenza e la capacità di messa a fuoco della cornea, compromettendo la visione. Una serie di patologie che trovano nel cross linking una terapia conservativa che migliora la stabilità biomeccanica della cornea e scongiura, in molti casi il rischio di trapianto di cornea.
Daniela Dolcino, direttore della Struttura di Oculistica, spiega in dettaglio: “Il Cross Linking è particolarmente efficace nei bambini e nei giovani adulti in cui il cheratocono è particolarmente evolutivo; nei giovani pazienti sotto 18 anni che rappresentano la popolazione a maggiore rischio di evolutività e possibilità di trapianto corneale. Dopo i 30 anni, con alcune eccezioni, si verifica infatti una stabilizzazione spontanea del collagene corneale, e si riduce la necessità di questo intervento di tipo foto-ossidativo.
Questa tecnica, oggetto di studi clinici randomizzati molto importanti sia in Italia (Università di Siena, Ospedale Humanitas di Milano) che all’estero (Dresden Protocol UKCross Linking Consortium) prevede una prima fase di “impregnazione” della cornea, mediante istallazione di gocce di collirio a base di riboflavina (vitamina B2) e, successivamente, una seconda fase di “irradiazione” che si attua, esponendo il tessuto corneale ad un fascio laser di raggi ultravioletti di tipo A (UVA) a basso dosaggio. Grazie all’azione combinata della vitamina B2 e dei raggi UVA si ottiene un aumento dei ponti molecolari che conferiscono maggiore resistenza agli strati più interni della cornea, rendendola più rigida e meno soggetta al processo di sfiancamento, caratteristico del cheratocono”.
Oltre a questa tipologia, esiste una evoluzione del Cross linking, che viene definito “Cross Linking transepiteliale mediante Iontoforesi”: questa seconda tipologia aggiunge una corrente elettrica a bassa intensità, che aumenta la penetrazione della sostanza ionizzante all’interno del tessuto senza rimozione dell’epitelio.
“Si tratta – continua ancora Dolcino – di una tecnica che ampia le indicazioni del trattamento ai casi con cornea sottile. Questi trattamenti vengono effettuati nell’ambito di un ambulatorio chirurgico presso l’Ospedale Civile già dotato di un Ambulatorio di Patologia Corneale, diretto dalla dr.ssa Maria Rosa Astori, che seleziona e monitora i pazienti trapiantati di cornea presso il nostro ospedale”.
Considerato il ruolo di riferimento dell’Azienda Ospedaliera e in particolare dell’Ospedale Infantile, con la intensa attività svolta a livello pediatrico dalla Struttura Complessa di Oculistica, è parso necessario dotarsi di questa attrezzatura che rappresenta, nelle ectasie corneali, un passaggio doveroso e l’applicazione di orientamenti scientifici innovativi che rivoluzionano, soprattutto nel giovane adulto, la strategia terapeutica delle malattie corneali.