Lo scorso 4 agosto le specialità enogastronomiche e i mestieri d’esperienza monferrini erano andati in onda su Rai3 Piemonte con due riprese fatte a Coniolo e a Grazzano Badoglio. “Una bella iniziativa per promuovere territorio e vocazioni” aveva detto il Sindaco di Coniolo Enzo Amich, “peccato che, in molte località del Piemonte orientale, si vede il regionale della Lombardia e non quello del Piemonte”.
Insomma, gli stessi coniolesi, tra gli altri, non hanno potuto vedere la messa in onda delle registrazioni fatte in paese a fine luglio e, parimenti, molti altri Comuni del Piemonte orientale, dove il regionale giunge a macchia di leopardo e, spesso, viene baypassato da quello lombardo. Da anni se ne parla, sia dell’assenza di copertura e delle zone d’ombra sia delle interferenze, ma il problema resta.
Sulla questione si è così sentito il Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni del Piemonte) per capire qual è la situazione. “Con il Digitale Terrestre il segnale regionale viene irradiato dal MUX 1 (multiplex della televisione italiana terrestre), i cui due siti principali di riferimento sono Torino Eremo e Monte Penices” si evince da un comunicato di Corecom.
“Il segnale viene a sua volta ritrasmesso da altri ripetitori gestiti direttamente da Rai Way e, in molti casi, dall’Ente Pubblico. Piccoli Comuni e Unione dei Comuni (ex Comunità Montane) ne sostengono i costi di manutenzione e gestione consentendo la fruizione del servizio. Questo aspetto, unito a quello delle interferenze del Piemonte orientale, rappresenta una delle maggiori criticità nella diffusione della programmazione regionale”.
I ripetitori gestiti direttamente da Rai Way sono 136, quelli gestiti dalle Unioni dei Comuni sono invece 177. “Sovente, le condizioni di scarsa potenza e cattiva manutenzione, determinano l’assenza del segnale che, unite ai costi di gestione in generale, rappresentano il vero ostacolo alla piena fruizione del servizio pubblico da parte degli abitanti delle zone montane e collinari. Per quanto riguarda il Piemonte orientale invece, la soluzione di trasmettere sulla banda a 23 Mhz il segnale lombardo e sulla banda a 22 Mhz il segnale piemontese, sulla carta, rappresentava un miglioramento rispetto all’analogico: gli utenti avrebbero avuto la disponibilità dei due canali. Invece, la concessione della banda 22 ad un’emittente dell’Emilia Romagna, con la contestuale possibilità di trasmettere dal Monte Penice verso Milano, ha creato una grande zona vuota nella nostra regione dove arriva esclusivamente il segnale lombardo”.
Tuttavia, per quanto riguardano le interferenze, spesso il problema deriverebbe dal tipo di decoder. I segnali Rai di Piemonte e Lombardia vengono sintonizzati automaticamente e il canale 22 del Piemonte viene soppiantato dal 23 della Lombardia. In questi casi può essere sufficiente una sintonizzazione manuale per recuperare il Canale 22. Fatta tale premessa il Corecom ha nuovamente proposto un’indagine ai Comuni piemontesi (analoga iniziativa era stata fatta nel 2014 e nel 2016, ma su 1.202 Comuni intervistati, solamente 201 nel 2014 e 368 nel 2016 avevano risposto) per un’analisi di qualità del servizio e per catalogare i sistemi di ripetitori presenti. Quest’ultima indagine pare abbia raccolto maggiori informazioni, ma una fotografia completa della situazione regionale non verrà presentata prima di fine ottobre ai soggetti interessati: si terrà un tavolo tecnico in Regione con i referenti Rai per capire il da farsi.
Tra le soluzioni potrebbero esserci il potenziamento degli impianti o l’installazione di nuovi ripetitori così come la manutenzione e sistemazione di quelli esistenti divenuti obsoleti o malfunzionanti. Le difficoltà di azione tuttavia, potrebbero derivare, oltre che dai costi, anche dalle diverse gestioni attualmente in uso. Tra le novità, di prossima attuazione in osservanza alla recente normativa europea, il DVB-T2, l’evoluzione del digitale terrestre. Entro il 2019 tutti gli impianti e i decoder dovranno nuovamente essere cambiati. Il DVB-T2 sarà più performante, consentirà la visione di più canali su banda maggiormente ridotta con una migliore qualità televisiva e con più definizione. Sarà dunque necessario aggiornare anche gli impianti e ridistribuire le frequenze. Nel frattempo, il primo cittadino coniolese, si è attivato per un’indagine diretta sul territorio monferrino, al fine di contribuire in maniera fattiva a fornire dati utili e fondamentali al Corecom per le analisi e gli studi da proporre al tavolo tecnico. “Il testo unico sulle comunicazioni (D. lgs. 177/2005) garantisce copertura integrale del territorio, per quanto consentito dalla scienza e dalla tecnica,” ricorda il responsabile provinciale degli Enti Locali di Fratelli d’Italia Amich “auspico che la puntualizzazione – …per quanto consentito dalla scienza e dalla tecnica -, nel 2018, non rappresenti più un ostacolo o una scusante, ma che azioni concrete vengano applicate per la risoluzione del problema. Dal nostro canto, come amministratori, seguiremo la vicenda”.