“Uguaglianza, fraternità, libertà. La sinistra deve ripartire da queste tre parole che profumano di antico, ma sanno anche di futuro, per proporre agli italiani, a tutti gli italiani, un progetto completamente alternativo a quello sovranista, populista o come lo si voglia chiamare. Però senza mancare mai di rispetto agli avversari, ma soprattutto agli elettori: che hanno sempre le loro ragioni se votano in un certo modo, e sta a noi capire dove abbiamo sbagliato”.
Domenico Ravetti, da qualche mese capogruppo (alessandrino) del Partito Democratico in Consiglio Regionale, dopo aver guidato per quasi quattro anni la commissione Sanità, non si smentisce neppure in agosto: puntuale all’appuntamento, estremamente gentile e riflessivo, anche se come tutti un po’ stanco (“vado via tre giorni, ma quando esce l’intervista sarò già di nuovo qui”), anche per il caldo davvero eccezionale che si è abbattuto sull’alessandrino nell’ultimo mese. I lavori in Regione Piemonte riprenderanno ai primi di settembre, ma Mimmo Ravetti (già sindaco di Castellazzo Bormida per due mandati, e già segretario provinciale del PD) agosto non lo ha sprecato: diversi Festival dell’Unità, tanti incontri pubblici, e anche privati, fra la gente: “la destra oggi è più che mai sociale, parla il linguaggio delle persone, è nelle fabbriche, nelle piazze, nei bar: noi ci dobbiamo tornare, seriamente. Mica penseremo di fare politica solo su facebook o twitter, spero..”.
“In viaggio con le radici nella terra” è una sorta di breve autobiografia, o meglio diario di viaggio, appunto, degli ultimi trent’anni, che hanno visto Mimmo Ravetti avvicinarsi alla politica ‘dal basso’, proprio in quel paese, Castellazzo, di cui è stato primo cittadino, e che ama profondamente. Se ne parlerà, tra l’altro, anche ad Alessandria venerdì 7 settembre alle 18 alla Residenza Basile, in un incontro organizzato dall’associazione culturale Liberamente (presieduta da Fabrizio Priano), e con un ospite di eccezione: Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte.
Consigliere Ravetti, che il Partito Democratico dopo le elezioni di marzo sia entrato in ‘stato confusionale’ pare anche superfluo continuare a sottolinearlo: come pensate di uscirne in autunno?
Ricominciano a fare politica, mi auguro. Mi riferisco naturalmente a ciò che ognuno di noi può e deve fare a casa propria, ma con uno sguardo alla situazione nazionale. Se qualcuno davvero pensa che si possa rinviare il Congresso fino a dopo le elezioni Europee di maggio incrociamo le dita, ma prepariamoci al peggio.
In Piemonte cosa farete?
Il congresso regionale pare ormai certo debba tenersi ad ottobre. Personalmente, in questa fase particolarissima e delicata, auspico che si evitino scontri, primarie, battaglia delle tessere. E’ il momento della responsabilità, e di scelte condivise. In questi anni abbiamo governato il Piemonte con coraggio, con scelte magari talora impopolari, ma razionali e che guardano lontano: si pensi alla sanità. Dietro l’angolo ci sono le elezioni Europee, ma anche le Regionali, e le comunali in città importanti, tra cui 4 centri zona dell’alessandrino (Casale Monferrato, Novi, Tortona, Ovada), oggi tutti amministrati da noi. Dobbiamo arrivarci con le idee chiare, e un progetto condiviso: a meno che qualcuno non intenda fare solo testimonianza, ma non è questa la mia intenzione.
Ecco, le Regionali: da un anno assistiamo alla ‘telenovela’ sulla ricandidatura di Sergio Chiamparino. A che puntata siamo arrivati?
Lo potrà chiedere direttamente a lui venerdì 7 settembre qui ad Alessandria: ormai manca poco. Personalmente ritengo Sergio Chiamparino la migliore risorsa a disposizione del centro sinistra piemontese: per lui parlano la sua storia, il percorso, l’esperienza. Certamente però il leader non è tutto: il Partito Democratico, anche qui in Piemonte, deve superare la sindrome del Titanic, e scommettere sul futuro, allargando i suoi confini.
Le alleanze civiche, dai Moderati alla Lista Monviso, non sarebbero una grande novità…
Infatti vanno benissimo, ma serve di più. Tornare a confrontarci davvero con i corpi intermedi, i sindacati, il mondo del volontariato e del sociale. Ed essere di nuovo fra i lavoratori, ascoltarli, e non aver paura anche di riconoscere di aver commesso degli errori.
Consigliere Ravetti, andiamo sui temi: partiamo dalla sanità, che da noi nell’alessandrino è più spine che rose…..
In questi anni abbiamo lavorato con grande serietà, sfido chiunque in buona fede a sostenere il contrario. Ora parte una fase nuova: da un lato i vertici di Aso e Asl devono dialogare davvero tra loro, e lavorare insieme per innalzare la qualità dei servizi, ospedalieri e sul territorio. Dall’altro lato spetta al Governo stanziare risorse, se vogliamo che la sanità pubblica rimanga un cardine del sistema Italia, e una certezza per tutti i cittadini. Mi conceda di spendere due parole però per chi nell’alessandrino, e in Piemonte, nella sanità pubblica ci lavora: medici, infermieri, e tutto il personale. Se la barca è rimasta a galla, nel mare tempestoso di questi anni, lo dobbiamo soprattutto a loro: alla loro professionalità, ma anche a passione e abnegazione.
Medicina ad Alessandria è traguardo che pesa…
Risultato straordinario, frutto di anni di lavoro: e punto di partenza, oltre che traguardo. Davvero Medicina potrà essere per Alessandria lievito culturale, ma anche formativo, economico e occupazionale. Senza dimenticare l’altro grande obiettivo, che è l’Irccs: tassello altrettanto fondamentale della nostra ‘economia della sanità”.
Il disastro del ponte di Genova rimette al centro della scena l’emergenza trasporti, ma anche la grande occasione mancata dell’alessandrino di questi decenni, che si chiama logistica…
Subito dopo il drammatico crollo del ponte Morandi ho chiesto che si attivasse un tavolo permanente tra le Regioni Liguria e Piemonte, e tutti gli altri soggetti pubblici e privati interessati, perché sia il trasporto persone che quello merci sia affrontato nella sua globalità, e affrontato con razionalità. La logistica è una partita ancora aperta, e da rilanciare: la ripartenza di Slala, da questo punto di vista, può essere determinante, ma da sola non basta. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, perché l’alessandrino da piattaforma logistica naturale lo diventi anche operativamente, nei fatti.
In questi mesi non mancano le sue critiche all’operato di Palazzo Rosso: dai rifiuti alle politiche culturali. Critiche ‘dovute’, magari per supplire ad altre voci di opposizione, assai flebili?
No, critiche doverose, e spero costruttive. La questione Aral-discariche è molto preoccupante, a prescindere dagli incendi dei giorni scorsi, la cui dinamica va chiarita al più presto: mi auguro per tutti noi che i rifiuti per l’alessandrino non diventino emergenza, ma vorrei capire qual è il progetto. Leggo che l’assessore Borasio dice “nessun licenziamento, e nessun aumento delle tariffe”. Speriamo. Le politiche culturali invece (dal Teatro chiuso e senza una prospettiva, ai musei scarsamente valorizzati) mi sembrano davvero, ad oggi, il termometro della staticità della giunta Cuttica. Proprio perché il sindaco di Alessandria è uomo di cultura ed esperto d’arte mi aspetterei altro: cosa si intende fare? In che tempi, e con quale visione?
Consigliere Ravetti, le elezioni regionali del 2019 sono ormai dietro l’angolo. La sua ricandidatura pare scontata..
Di scontato non c’è mai nulla in politica, e le candidature saranno definite nei prossimi mesi. Certamente, da capogruppo alla fine del primo mandato, non intendo sottrarmi alle mie responsabilità, e sono pronto a fare la mia parte. Prima di allora faremo comunque il congresso regionale ma soprattutto, lo ripeto, il Partito Democratico deve arrivare all’appuntamento con le urne (elezioni regionali, ma anche europee e comunali) con un progetto che guardi al futuro, e che contrapponga coraggio e speranza ai sentimenti (assolutamente legittimi nel paese, in questa fase) di paura e chiusura su cui puntano Salvini e Di Maio.