Approvato mercoledì in aula del consiglio regionale l’ordine del giorno di LeU che chiede “un decreto urgente per eliminare il numero chiuso, aumentare le borse di specializzazione a medicina e tutelare le sedi periferiche”.
Negli scorsi mesi, infatti, a seguito dello sblocco del turn over, diverse Asl hanno bandito concorsi per medici specialisti. Tuttavia, in molti casi i bandi per reclutare nuovi medici nei Pronto soccorso – come nei casi dell’Ospedale San Giovanni Bosco, del Maria Vittoria e del Martini – o in vari reparti specialistici – come in altre Asl piemontesi (Vercelli, Novara, Borgosesia) – sono andati deserti.
In risposta a due interrogazioni urgenti dei consiglieri di LeU, lo stesso Assessore Saitta ha sottolineato la distorsione fra esigenze dei sistemi sanitari e offerta formativa, alla base di queste disfunzioni. A fronte di una richiesta della Conferenza delle Regioni di circa 9400 borse di studio per specialisti, ne sono state finanziate oltre 2000 in meno. Al Concorso SSM 2018, dei circa 15mila che hanno partecipato, più della metà resterà fuori dal percorso formativo, per insufficienza del numero di borse. L’accesso al Corso di Formazione in Medicina Generale, necessario per ottenere contratti a tempo indeterminato, è limitato a poche unità annue pari a 1/5 circa degli attuali iscritti alla facoltà di Medicina e Chirurgia.
Appare evidente che il numero chiuso a medicina e l’esiguità delle borse per i corsi di specializzazione abbiano prodotto un’emergenza nazionale: carenza di medici specialistici nelle aziende sanitarie, soprattutto nelle zone meno urbanizzate, e precarietà strutturale per chi non riesce a specializzarsi. L’invecchiamento, la scarsità e il sovraccarico del personale medico stanno già mostrando gravi conseguenze sul servizio pubblico.
“Come spiegano bene i giovani medici di ‘Chi si cura di te’, la filiera formativa dal test di ingresso all’accesso al mondo del lavoro oggi vede tre drammatici imbuti: un test che non risponde a una programmazione basata sui bisogni di salute della popolazione; un esame di abilitazione che comporta ritardi per l’accesso alla formazione specialistica, con solo 7500 medici entrano in un percorso di formazione Post Laurea su 10.000 laureati; l’accesso al mondo del lavoro, dove chi è in attesa di specializzazione si trova in balia della precarietà” – dichiarano i consiglieri Grimaldi, Accossato e Ottria. – “Abbiamo detto che l’unico modo per fermare questa tendenza era lo stop al numero chiuso a medicina e l’adeguamento del numero di borse di specializzazione al fabbisogno reale. Ora che il nostro atto è stato approvato ci aspettiamo che la Giunta chieda al Governo il decreto urgente alla prima occasione utile”.