Piccolo viaggio all’interno delle attività del dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Alessandria.
Non solo prevenire le malattie, ma soprattutto “promuovere, proteggere e migliorare la salute e il benessere dei cittadini, attraverso interventi che spesso trascendono i confini del settore sanitario e vanno a coinvolgere l’intera società civile”.
E’ questa la “mission” del Dipartimento di Prevenzione della Asl provinciale di Alessandria, diretto da Enrico Guerci (nella foto) e all’interno del quale operano circa 230 persone, “in buona parte medici o veterinari, e comunque tecnici altamente specializzati”. Attivo su tutto il territorio provinciale, il Dipartimento di Prevenzione ha il suo “quartier generale” ad Alessandria, in via Venezia, ma sedi operative in gran parte dei centri zona: praticamente tutti, tranne Valenza, che viene “coperta” da Alessandria, data la vicinanza.
Ma cosa fa concretamente il dipartimento? “Abbiamo una serie di attività davvero articolata – spiega il direttore Guerci – e invito senz’altro alla consultazione del nostro sito web, che è particolarmente ricco non solo di informazioni, ma consente anche di scaricare moltissimi modelli e documentazione tecnica, molto utile per la cittadinanza. Essenzialmente, comunque, i nostri servizi sono distribuiti in sette settori: 3 di tipo medico (e sono altrettante strutture complesse, guidate da tre primari) e quattro di tipo veterinario”.
Muovendo dall’ambito medico, troviamo il Sian (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione), il Sisp (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) e lo Spresal (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro).
Realtà complesse, che si muovono su piani e livelli diversi.
“Il Sian – sottolinea Guerci – si occupa principalmente di tutelare la salute dei cittadini attraverso la vigilanza, il controllo e la formazione di tutti coloro che producono detengono e somministrano alimenti di origine non animale, compresa l’ acqua potabile. Ma ha anche funzioni di prevenzione, ad esempio rispetto ai menù della ristorazione collettiva, dalle mense scolastiche alle strutture assistenziali. Abbiamo una forte interazione e collaborazione con le associazioni professionali di categoria, e da quest’anno abbiamo introdotto una novità importante, a livello regionale: la Scia”.
Il che significa, in sostanza, che chi apre una nuova attività nel settore alimentare non è più tenuto ad attendere il “via libera” di ispezioni e autorizzazioni “preventive”, ma gli è consentito di muoversi in un ambito di autocertificazioni, anche se la normativa rimane complessa.
“I controlli naturalmente vengono effettuati – precisa il direttore del Dipartimento di Prevenzione, sia sul piano formale, ossia della verifica della completezza della documentazione presentata, sia su quello sostanziale, attraverso ispezioni sul campo. La tempistica di queste ultime, però, viene stabilita dai nostri tecnici, in relazione alla tipologia di attività, e di rischio potenziale connesso: per cui, per fare un esempio, un conto è l’attività di “smielatura”, che in sé prevede rischi davvero bassi, e magari viene controllata ogni tre anni, un altro conto sono i supermercati, dove i controlli vengono effettuati più volte nel corso dell’anno.
Altra importante distinzione va poi fatta tra attività che si limitano a vendere gli alimenti, e altre che invece li producono, e che naturalmente sono sottoposte a controlli più “serrati”.
“C’è una differenza fondamentale – precisa Guerci – tra attività registrate, e attività riconosciute. Fra queste ultime rientrano tutte quelle di tipo veterinario, che sono sostanzialmente sottoposte all’equivalente del vecchio bollo Cee. Ossia la loro attività deve essere autorizzata prima della partenza, non basta l’autodichiarazione: penso ad esempio allo stabilimento che produce derrate alimentari, e che naturalmente viene sottoposto a controlli costanti e rigorosi, perché deve rispettare parametri di sicurezza ed igiene molto elevati”.
Il fronte Sisp (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica) si occupa invece della prevenzione dei problemi di salute della collettività, e in particolare della prevenzione e controllo della diffusione delle malattie infettive nella popolazione, e della prevenzione e controllo dei fattori di rischio presenti negli ambienti di vita. “Compresa ad esempio – sottolinea il direttore – la medicina dei viaggi, attività ormai piuttosto diffusa. Quando un cittadino decide di recarsi, per turismo o per lavoro, in qualsiasi parte del pianeta, si rivolge a noi, che siamo in grado di allertarlo su quali sono le vaccinazioni obbligatorie, quali quelle consigliate, e comunque quali sono i rischi più frequenti che, in quel determinato paese, è consigliabile prevenire”.
Lo Spresal, infine, è il Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro, e si occupa di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori attraverso interventi di prevenzione, di vigilanza e di controllo nei luoghi di lavoro. E’ il comparto della medicina del lavoro, che interviene ad esempio in caso di incidenti o malattie professionali, “e che in particolare, sul nostro territorio, si sta occupando di amianto, in termini di autorizzazioni, controlli, procedure di bonifica”. Ma Spresal significa anche, ad esempio, controlli nei cantieri edili, e “in tutti i luoghi di lavoro sia pubblici che privati per accertare che ci sia la rispondenza alle norme e alle disposizioni vigenti in materia di igiene e sicurezza sul lavoro. “Si tenga conto – conclude Enrico Guerci – che tutti noi qui dentro siamo anche ufficiali di polizia giudiziaria, e le attività di controllo sono un elemento essenziale della nostra attività. Ma c’è un altro aspetto essenziale, e trasversale ai nostri diversi servizi: è quello della formazione e assistenza, che svolgiamo in stretta collaborazione con le diverse associazioni professionali e di categoria. E poi non dimentichiamo la medicina dello sport, essenziale supporto per tutti coloro che svolgono con regolarità attività sportive, e ai quali forniamo visite specialistiche per l’accertamento e la certificazione dell’idoneità alla pratica dello sport agonistico”.
E. G.